F1 | Hamilton duro: "Mercedes ammetta che non mi ha ascoltato"
Hamilton non fa sconti a Mercedes e si defila dalle decisioni prese che hanno portato alla realizzazione della già deludente W14. Affermazioni che, però, vanno in controtendenza con il suo voler essere faro della squadra.
Una luce da seguire per tutto il team. Si è definito così Lewis Hamilton dopo il primo gran premio di Formula 1 della stagione 2023, andato in scena a Sakhir lo scorso fine settimana.
Mercedes ha iniziato come, se non peggio, lo scorso anno: monoposto sbagliata concettualmente, ma quest'anno a rendere più complicate le cose sono arrivate le ammissioni di fallimento direttamente da Toto Wolff, team principal e vera eminenza grigia della squadra pluri-campione del mondo.
La W14 è nata male, nata sbagliata, dagli stessi concetti - sbagliati, nemmeno a dirlo - su cui era basata la sorprendente quanto impossibile da mettere a punto W13. Hamilton, da veterano e leader quale ritiene di essere, ha cercato almeno a parole di dare una scossa all'ambiente, affermando di avere la volontà di portare positività nel team per superare un periodo buio, il peggiore da quando corre per il team di Brackley.
Al termine del Gran Premio del Bahrain, però, la luce che ha detto di voler rappresentare per la squadra deve essersi spenta. Ai microfoni della BBC, Lewis ha prima commentato rapidamente la gara, dicendosi contento di non aver avuto danni a livello fisico dovuti al porpoising (quest'anno molto meno accentuato rispetto alla prima parte del 2022). Poi ha rivelato dinamiche che sono destinate a far discutere, almeno fino al Gran Premio dell'Arabia Saudita.
"Mi sono divertito, mi piace guidare e non c'era nessun rimbalzo, il mio cervello è intatto. Tutte le mie otturazioni sono ancora... i miei denti sono ancora in bocca, non ho dolori alla schiena. Quindi, in generale, mi sono goduto la gara".
Lewis Hamilton
Photo by: Monster Energy
"E mi è piaciuto il fatto che sono riuscito a fare un paio di battaglie, ed è stato vicino, ma non del tutto. Ho avuto modo di prendere molte auto come questa, soprattutto ai tempi della McLaren. Non so quando e come riusciremo a cambiare le cose. Ma dovrà succedere".
Descritta la gara, messe nero su bianco le sue speranze, il 7 volte iridato ha poi aperto letteralmente il fuoco. A parole, s'intende, ma ogni lettera scandita da Lewis deve avere avuto l'effetto di una lama conficcata nel costato del reparto tecnico di Brackley. Un rincarare la dose, oltre alle parole dure di Wolff, che avranno fatto tremare i muri della factory Mercedes in Inghilterra. Un modo, inoltre, per prendere le distanze dalla strada presa e dalle responsabilità di questo fallimento.
"Si tratta di... L'anno scorso ho detto delle cose, ho detto dei problemi che ci sono con la macchina. Ho guidato tante auto nella mia vita. Quindi so di cosa ha bisogno un'auto, so di cosa non ha bisogno un'auto. E credo che sia una questione di responsabilità. Si tratta di ammettere la propria responsabilità e di dire: 'Sì, sapete una cosa? Non ti abbiamo ascoltato'. Non è più come prima. E dobbiamo lavorare".
"Dobbiamo esaminare l'equilibrio attraverso gli angoli. Guardare tutti i punti deboli e riunirci come una squadra. Questo è quello che facciamo. Siamo ancora pluricampioni del mondo, lo sapete. Non hanno fatto bene questa volta, non hanno fatto bene l'anno scorso, ma questo non significa che non si possa fare bene in futuro", ha concluso Hamilton.
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