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F1 | Hamilton agita le acque del mercato: l'esca è la Ferrari

Il Daily Mail ha sparato che il sette volte campione del mondo avrebbe parlato con la Scuderia per un approdo a Maranello. Alla Scuderia si limitano a non commentare, ma la sensazione è che la squadra del Cavallino venga sempre più spesso usata come strumento utile alla causa più che come reale opportunità. Lewis sta trattando il rinnovo con la Mercedes e il rinnovo sembra meno facile che negli anni scorsi. Cerchiamo di capire perché...

Lewis Hamilton, Mercedes-AMG

Foto di: Steve Etherington / Motorsport Images

Ci sono tradizioni che a dispetto di un calendario in continua evoluzione continuano ad essere rispettate. In corrispondenza del Gran Premio di Monaco iniziano a riempirsi le caselle ancora aperte del mercato piloti, anche se in realtà in questa stagione lo scenario dei contratti in scadenza è molto ridotto. A tenere banco è la Mercedes, che si trova con entrambi i piloti in trattativa per l'allungamento. Ad accendere la curiosità è soprattutto il futuro di Lewis Hamilton, visto che il rinnovo di George Russell è dato per scontato avendo la squadra un’opzione a suo favore.

Il silenzio che regna attorno alla decisione che prenderanno Hamilton e la Mercedes fa sì che ogni scintilla scateni un incendio, e non sorprende il clamore che hanno suscitato i rumors che arrivano dall’Inghilterra in merito ad una presunta trattativa tra Lewis e la Ferrari. Immaginando per un istante questo scenario come reale, si dovrebbe constatare il crollo di tante situazioni (contrattuali e non) cementate negli ultimi anni.

Il primo dato inconfutabile è che la Ferrari ha due piloti sotto contratto (scadenza fine 2024) e per quanto sia accaduto in passato che il rapporto tra la Scuderia ed un suo pilota si sia concluso prima dei termini previsti, oggi non sembrano esserci criticità tali da innescare una decisione di questa portata. Il problema con cui devono fare i conti a Maranello è la competitività della SF-23, i due piloti non sono in discussione e non è un fronte sul quale un intervento comporterebbe una risalita immediata.

Toto Wolff, Team Principal Mercedes con Lewis Hamilton

Toto Wolff, Team Principal Mercedes con Lewis Hamilton

Photo by: Steve Etherington / Motorsport Images

Potrebbe essere un’idea affascinante per Hamilton, che a 38 anni vede ormai all’orizzonte la fine della carriera, ma non sarebbe comunque una scelta priva di controindicazioni. Lewis ha sottolineato decine di volte il legame con la Mercedes da quando ha iniziato a correre in monoposto, un rapporto che si è esteso al punto da condividere iniziative a cui tiene moltissimo come l’associazione benefica LH44, un programma nato insieme alla casa tedesca e finanziato da entrambe le parti.

Lewis sa anche che concludere la sua carriera con la Mercedes vorrebbe dire garantirsi un contratto come testimonial del brand negli anni a seguire, opportunità che perderebbe andando a vestire altri colori.

Una cosa però è certa, ovvero che tutti i rumors di mercato che lo ipotizzano in altre squadre finiscono con l’accrescere il potere di Hamilton nel momento in cui arriverà alla stretta finale con la Mercedes. E qui si arriva ad un punto concreto. Il rinnovo molto probabilmente arriverà, ma non sembra essere una formalità come è stato in altre occasioni, per diversi motivi.

Il futuro della squadra è George Russell, a cui verrà riconosciuto un aumento di stipendio corposo, e probabilmente sull’asse Stoccarda-Brackley non tutti sono convinti di riconoscere a Lewis quanto ricevuto nelle ultime stagioni.

Per quanto le cifre siano sempre molto considerevoli, si sussurra di un’offerta al ribasso, cosa non gradita dal sette volte campione del mondo. Un altro punto è la durata del contratto, e anche qui i rumors non descrivono una situazione idilliaca per Hamilton, che vorrebbe un biennale contro la singola stagione che interesserebbe alla squadra. Qualche criticità c’è, e in questa situazione poter mettere sul tavolo un’alternativa diventa un’arma importante. Il tutto, magari, con la Ferrari utilizzata come strumento utile alla causa più che come reale opportunità.

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