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F1 | Haas respinge le accuse di PBS: "Russia? Non forniamo nulla"

Haas Automation risponde duramente al servizio dell'americana PBS, che l'ha accusata di fornire macchinari alla Russia e, dunque, di infrangere le sanzioni alla nazione che ha attaccato l'Ucraina.

Logo Haas F1 sul fianco di un camion

PBS contro Haas, botta e risposta. Haas Automation, impresa di Gene Haas, il proprietario del Haas F1 Team, si è trovata nell'occhio del ciclone nel corso delle ultime ore per via di un articolo pubblicato dall'americana PBS. Questo sostiene che l'azienda americana abbia fornito direttamente macchinari e parti alla Russia, violando così le sanzioni imposte alla nazione che ha iniziato poco più di un anno fa la guerra nei confronti dell'Ucraina.

Nel corso delle ultime ore, però, Haas Automation - con un comunicato pubblicato anche sulle pagine social del team di Formula 1 - ha replicato respingendo fortemente tutte le accuse ricevute riguardo la presunta violazione delle norme statunitensi sul controllo delle esportazioni e sulle sanzioni applicate alla Russia.

Haas, tramite un comunicato dettagliato, ha chiarito di aver agito sempre in piena conformità con le leggi governative statunitensi e di non aver esportato alcun macchinario in Russia dal 3 marzo 2022.

L'articolo pubblicato da PBS fa riferimento a 18 macchinari Haas utilizzati in Russia, ma l'azienda americana ha spiegato che queste erano state spedite prima dell'entrata in vigore delle sanzioni che ancora sono ben presenti. Haas, inoltre, ha spiegato di aver interrotto il rapporto con il proprio distributore russo, sebbene non fosse obbligata a farlo.

Gene Haas, proprietario e fondatore di Haas F1

Gene Haas, proprietario e fondatore di Haas F1

Photo by: Andy Hone / Motorsport Images

Il comunicato pubblicato da Haas, afferma che: "Il 3 marzo 2022, poco dopo l'invasione russa dell'Ucraina, Haas Automation ha interrotto, nella sua interezza, il rapporto con il suo unico distributore indipendente esistente per la Russia e la Bielorussia, ovvero Abamet Management".

"Da quella data, Haas non ha più venduto né spedito macchine, parti o software ad Abamet o chiunque altro in Russia. Questo fatto crucialo è stato chiarito al giornalista della PBS prima della pubblicazione del servizio da parte dell'emittente".

"Inoltre, nel momento in cui ha interrotto il suo rapporto con Abamet, a marzo, Haas ha cancellato volontariamente 50 ordini di macchine esistenti da Abamet, anche se tali ordini potevano essere consentiti in base ai regolamenti sul controllo delle esportazioni e sulle sanzioni degli Stati Uniti allora in vigore".

Haas ha tenuto a sottolineare come la parte del servizio che parla di una spedizione di attrezzature che sarebbe avvenuta nell'ottobre 2022 sia una falsità. L'impresa americana ha riconosciuto che alcune attrezzature, in realtà possano aver cambiato proprietario, ma tutto ciò non sarebbe potuto accadere senza il preciso assenso dei vertici dell'impresa stessa.

"Sebbene Haas non avesse il controllo fisico su tali prodotti, tutti questi erano soggetti alla certificazione di Abamet ad Haas, che non avrebbe esportato alcun prodotto Haas in violazione delle leggi statunitensi sul controllo delle esportazioni e sulle sanzioni. Haas non è certamente a conoscenza di alcun caso in cui ciò sia realmente avvenuto".

Insomma, stando a quanto affermato da Haas, se sono state effettuate spedizioni di macchinari o componenti prodotti da Haas dopo il 3 marzo 2022, tali spedizioni sono state fatte all'insaputa di Haas, da Abamet o da uno dei numerosi altri clienti di Haas in tutto il mondo".

"Tali spedizioni sarebbero state effettuate in diretta violazione della politica esplicita di Haas nei confronti della Russia dopo l'invasione dell'Ucraina del febbraio 2022".

 

Haas ha spiegato inoltre di aver interrotto tutti i legami con le aziende russe in seguito all'invasione dell'Ucraina, compreso l'accordo di sponsorizzazione Uralkali del proprio team di F1, che è costato milioni di dollari di entrate.

"E' un'amara ironia, quindi, che il rapporto della PBS dipinga Haas come un sostenitore dell'esercito russo, il che non potrebbe essere più lontano dalla verità".

"In un momento in cui gli americani stanno lottando per sviluppare la linea di condotta più efficace a sostegno dell'Ucraina, è estremamente irresponsabile che la PBS presenti questo articolo sfruttando fonti così scarse, che ignora fatti fondamentali e che afferma altri fatti chiaramente falsi", conclude il duro comunicato.

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