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La Ferrari volta pagina, non è una vittoria isolata

Il successo di Alonso a Silverstone non è il frutto di un "aiutino", ma sancisce un cambiamento

La Formula 1 ritrova sé stessa. La Ferrari torna a vincere dopo un digiuno di 259 giorni grazie ad una gara prodigiosa di Fernando Alonso, ma anche grazie alla ritrovata verve di una squadra che sembrava caduta dall'Olimpo. Abbiamo assistito alla resurrezione di un gruppo che ha saputo reagire con fermezza ad una macchina, la 150° Italia, nata su un progetto fondamentalmente sbagliato, perché troppo conservativo. Un errore che è costato il posto al dt Aldo Costa e che ha imposto al Reparto Corse una graduale ristrutturazione che è ancora in atto, ma che comincia a dare i suoi frutti. La Rossa ha vinto il Gp di Gran Bretagna, seducendo la nuova Silverstone, proprio la pista che sulla carta avrebbe dovuto penalizzare di più il Cavallino rampante, perché è un tracciato veloce che esalta soprattutto le qualità aerodinamiche delle F.1, vale a dire il tallone d'Achille della 150° Italia. Quella inglese era l'ultima chiamata di una stagione da raddrizzare: se la squadra di Maranello avesse deluso anche in questo appuntamento, allora lo sviluppo della macchina sarebbe stato fermato, per destinare tutte le energie alla monoposto del 2012. Insomma ci sarebbe stato l'ufficiale riconoscimento di un fallimento. Ad analizzare tutte le coincidenze che hanno reso storico questo successo, verrebbe da pensare che sia il frutto di un'abile regia a tavolino. Spesso si è sentito parlare di F.1 wrestling, dove lo spettacolo si piega al business, agli interessi commerciali, mettendo in secondo piano i contenuti sportivi e tecnici. Eppure nella sontuosa affermazione di Fernando Alonso a Silverstone non c'è lo zampino di Mr. E, l'uomo che tutto può nel Circus. È curioso annotare che la Ferrari torna sul gradino più alto del podio proprio quando festeggia i 60 anni dal suo primo successo. È fantastico registrare che la Rossa rompe un digiuno di vittorie proprio a Silverstone, il velocissimo circuito che è diventato il tempio dei team inglesi, ma dove Froilan Gonzales nel 1951 ha regalato al Commendatore il primo dei successo nel mondiale di F.1 con la 375. Sarebbe solo dietrologia rimarcare che Alonso ha effettuato un'applauditissima esibizione prima del Gp con la monoposto di Gonzales che è stata messa a disposizione proprio da Bernie Ecclestone, il quale ha tirato fuori il cimelio perfettamente funzionante dalla sua collezione personale, ma non c'è dubbio che la celebrazione ha ulteriormente rafforzato il successo dello spagnolo nel pomeriggio di domenica. Ad alimentare il venticello della calunnia ci ha pensato anche la FIA con il blocco degli scarichi soffianti in fase di rilascio dei motori. Una decisione che ha reso rovente il week end di Silverstone (nonostante la pioggia frequente) perché ci sono stati continui aggiustamenti regolamentari. Sulla carta chi ci ha rimesso di più è stata la Red Bull Racing del campione del mondo in carica, Sebastian Vettel. All'improvviso la RB7 in Gran Bretagna non è più parsa la monoposto imbattibile, scavalcata dalla sorprendente Ferrari. La Rossa ha beneficiato di un “aiutino” per ridare mordente ad un campionato che sembra già predestinato? Il dubbio è lecito, tanto più che dopo due giorni di riunioni, meeting, Technical Working Group è stato trovato un accordo unanime da parte delle squadre per tornare alle regole di Valencia. Quando? Pochi minuti prima della galoppata vincente di Alonso! Stefano Domenicali ha smesso i panni del “dissidente” e ha siglato un accordo che riporta le norme tecniche al Gp d'Europa. Insomma, Silverstone passerà alla storia per essere stato un evento davvero singolare, sotto diversi punti di vista, ma siamo certi che non c'è stata alcuna combine per “aiutare” la Ferrari. La squadra del Cavallino ha raccolto i frutti di un duro lavoro e, probailmente, avrebbe potuto rompere il... ghiaccio prima del Gp di Gran Bretagna, dal momento che da Montecarlo in poi è stata protagonista di un crescendo Rossiniano. La nostra convinzione è che la Ferrari sia arrivata ad una svolta della sua stagione e non è una battuta da sbruffone quella di Alonso quando dice che adesso l'obiettivo di Maranello è di provare a vincere tutti i Gp che restano in calendario. È la consapevolezza che Fernando (e con lui ovviamente Domenicali) avevano fatto bene a credere e scommettere in una pronta risalita della Rossa. Giovedì scorso eravamo a Milton Keynes nel cuore della Red Bull Racing: abbiamo visitato una factory modernissima dove si stavano programmando le prossime mosse che Adrian Newey sta per mettere in campo per arginare la riscossa ferrarista. Girando fra i reparti (sono 550 le persone assunte!) non si respirava l'aria di chi era disposto ad... alzare il piede, ma l'impressione era che tutti fossero concentrati per dare il proprio massimo. Si stavano realizzando pezzi per il modellino in galleria del vento e si costruivano parti in prototipazione rapida che si vedranno già al prossimo Gp di Germania. La sensazione che abbiamo ricavato è che i tempi di “fabbrica” della Red Bull Technology siano forse leggermente più rapidi di quelli di Maranello. Deve averlo ben inteso anche Pat Fry, il responsabile tecnico che ha guidato la riscossa Ferrari, con un lavoro silenzioso, ma profondo. Ora tocca al Cavallino rampante confermare le emozioni di Silverstone anche al Nürburgring. La reazione di Newey e Vettel non si farà attendere, ma gli appassionati non potranno che compiacersi di un campionato che potrà riservare ancora molti colpi di scena...

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