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F1 | GP Monaco: mescole morbide, per le gomme c'è poco stress

Gli ingegneri di Megaride nella simulazione sul comprtamento degli pneumatici a Monte Carlo hanno evidenziato solo alcuni picchi di stress su un circuito cittadino che non impegna troppo gli pneumatici: Saint Devote, Chicane del Porto e la Esse delle Piscine sono i punti dove si genera più energia sulle gomme anteriori.

Valtteri Bottas, Mercedes AMG W10

Valtteri Bottas, Mercedes AMG W10

Joe Portlock / Motorsport Images

La settima prova del Mondiale di Formula 1 è uno dei classicissimi della F1, sia per la location sia per le peculiarità del tracciato che si snoda tra le tortuose strade del Principato di Monaco.

Una vittoria al Gran Premio di Monaco, che insieme alla vittoria a Le Mans e a Indianapolis assegnano la cosiddetta Triple Crown, è probabilmente il sogno di qualsiasi pilota, per il suo mito e la sua difficoltà: è forse uno dei pochi tracciati in cui il pilota gioca ancora un ruolo determinante.

L’albo d’oro dei vincitori nel Gran Premio del Principato è pieno dei grandi nomi che hanno fatto la storia dell’automobilismo: Senna, Schumacher sono solo due dei grandi interpreti tra le strade monegasche con ben 11 vittorie in due.

La pista cittadina di Monte Carlo copre un totale di poco più di 3.3 km, che ne fanno il circuito più breve del Mondiale e con la velocità media più bassa, a causa della sede stradale sinuosa e stretta.

Per l’occasione le monoposto presentano delle soluzioni aerodinamiche specifiche con elevata deportanza e un raggio di sterzata ridotto per poter affrontare alcune curve molto strette, come la curva 6, ovvero quella della Vecchia Stazione.

Gli ingegneri di MegaRide hanno analizzato il tracciato monegasco, evidenziandone criticità e aspetti peculiari, con particolare riferimento alla gestione delle gomme.

GP Monaco 2021: Verstappen tenta un attacco a Hamilton alla Chicane, uno dei punti che sollecitano le gomme

GP Monaco 2021: Verstappen tenta un attacco a Hamilton alla Chicane, uno dei punti che sollecitano le gomme

Photo by: Hasan Bratic / Motorsport Images

Gli pneumatici non dovrebbero soffrire molto sulle strade del Principato a differenza dei freni che invece sono molto sollecitati: non è da escludere l’utilizzo di soluzioni tecniche in grado di aumentare la superficie di scambio termico dei dischi, come ad esempio il massimo numero di fori necessari al raffreddamento dell’impianto frenante.

In particolare ci sono alcune frenate decisamente critiche, come evidenziato dal grafico nel quale è stata rappresentata la friction power longitudinale, generata in accelerazione e frenata.

L’attenzione dei tecnici si è concentrata soprattutto su curva 1, la Saint Devote, e curva 10, la Nouvelle Chicane, dove si registrano dei picchi di energia generata nelle gomme anteriori. Anche la curva 15, nella zona delle Piscine, sollecita in maniera rilevante gli pneumatici, specie l’anteriore destra.

La friction power longitudinale, generata in accelerazione e frenata, sul tracciato di Monaco

La friction power longitudinale, generata in accelerazione e frenata, sul tracciato di Monaco

Photo by: MegaRide

A conferma del grosso impegno che richiede curva 1, i tecnici di MegaRide hanno analizzato l’incremento della temperatura del battistrada dello penumatico anteriore sinistro alla Saint Devote, ovvero curva 1. Come evidente c’è uno stress sulla gomma in oggetto quantificabile in un incremento termico del 35%.

L’incremento della temperatura del battistrada della gomma anteriore sinistra alla curva di Saint Devote

L’incremento della temperatura del battistrada della gomma anteriore sinistra alla curva di Saint Devote

Photo by: MegaRide

Pirelli ha deciso di portare le tre mescole più morbide dell’intero set, la C3, C4 e C5, come consueto per un circuito cittadino standard come quello di Monaco.

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Come tutti i circuiti cittadini, è prevedibile che non ci sia molta usura, data la natura poco abrasiva del manto stradale. D’altro canto, c’è invece da aspettarsi una grossa evoluzione del grip offerto dall’asfalto, che tenderà a essere sempre maggiore con l’aumentare della gommatura della pista, giro dopo giro.

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