Arrivabene: "La strategia è stata scelta in mattinata"
Il team principal non vuole fare polemiche con la Pirelli, ma aspetta i dati per capire cosa è successo
Foto di: Ferrari Media Center
Lo scoppio della gomma posteriore destra sulla Ferrari di Sebastian Vettel a due giri dalla conclusione del Gp del Belgio ha acceso molte polemiche. C'è stato un problema al pneumatico di mescola Media della Pirelli oppure il team del Cavallino ha esasperato la strategia di gara prendendo qualche rischio nella scelta, essendo stata l'unica squadra che ha puntato con il tedesco su una tattica di un solo pit? Maurizio Arrivabene non entra nella bagarre, ma cerca di stemperare la tensione, e ci tiene a sottolineare che la Ferrari non ha preso alcun rischio, basando le sue valutazioni sui dati oggettivi raccolti nelle prova libere.
C'è chi sostiene che 28 giri con lo stesso treno di pneumatici Medi a Spa fossero troppi, ma dall'analisi della telemetria della Ferrari sarebbe emerso che i valori di temperatura e pressione fossero normali un attimo prima dello scoppio del pneumatico. Il team principal del Cavallino non vuole addentrarsi in dettagli, riservandosi analisi più approfondite in seconda battuta, ma il manager bresciano è sicuro che non ci sia stato un azzardo dei suoi tecnici.
“Il dato della durata della gomma ce l’ho in tasca, potrei dirlo. Però prima voglio fare delle verifiche con i tecnici perché vogliamo essere corretti e non voglio in nessun modo aprire delle polemiche tra noi e la Pirelli. Quello che è successo è successo. Poi se qualcuno volesse attaccarci noi saremo pronti a rispondere…”.
Ma Sebastian era molto adirato quando è uscito dai box…
“Sì, era molto arrabbiato e del resto si stava già vedendo sul podio. Il terzo posto gli è scappato a due giri dalla fine per cui è ovvio che non possa essere contento”.
Venerdì c’è stata anche l’esplosione della gomma di Rosberg: sono stati due guai separati, oppure c’è un problema negli pneumatici?
“Mah, un problema di gomme secondo me non c’è, onestamente. Possono capitare certi episodi. È ovvio che quando capitano due volte in un Gran Premio qualche domanda te la fai, ma se non si hanno dai dati tecnici precisi in mano è difficile parlare. È chiaro che cercheremo delle risposte”.
Lo scoppio della gomma è avvenuto sull’unica macchina che ha puntato su una strategia di una sosta: non è possibile che alcuni riferimenti ricavati venerdì non siano stati perfetti visto che ci sono state molte bandiere rosse a interrompere i long run?
“Se parlo con gli ingegneri pretendo dei dati perfetti che devono essere indipendenti dalle bandiere rosse, blu o gialle. A me vengono mostrati dei dati e sulla base di quelle indicazioni stabiliamo le nostre strategie. Avevamo già deciso alle 11 che avremmo fatto la gara con una sosta. E' stata una scelta ponderata. E poi non bisogna dimenticare l’aspetto sicurezza: potremmo mai decidere una tattica per vincere una gara a ogni costo mettendo a rischio la vita del pilota? Noi non lo faremmo mai”.
Per 10 km di strada non è arrivato un podio sorprendente: ora cercate anche di inventare qualcosa per scompaginare i piani piuttosto che puntare a un piazzamento?
“Se vogliamo guardare alla cosa positiva, senza pensare di rilassarci o considerarci dei fenomeni che non siamo perché abbiamo ancora molto lavoro da fare, nonostante i problemi avuti venerdì e quelli che sono emersi sabato, ho visto una squadra reagire in modo fantastico, con due piloti molto integrati fra di loro, e disposti a fare il loro lavoro al 120 per cento. Adesso c’è la squadra: abbiamo dimostrato di non perderci di fronte a certi problemi. C’è stato un venerdì nero in Ungheria e i ragazzi hanno reagito in modo fantastico. Abbiamo rivisto un venerdì e un sabato difficile anche a Spa e il team ha saputo affrontare le situazioni nel modo giusto. Da questo punto di vista sono molto contento, mentre se devo dire cosa provo dentro è meglio tacere…”.
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