La decisione di escludere
Daniel Ricciardo dall’ordine d’arrivo del Gran Premio di Australia è arrivata dopo cinque ore di discussioni: secondo i
commissari sportivi in servizio a Melbourne la
Red Bull RB10 numero 3 ha violato il limite del flusso di 100 Kg/h di carburante previsto dal regolamento. C'è voluto un carteggio di tre pagine per spiegare le motivazioni del provvedimento al quale la Red Bull Racing farà appello.
RICCIARDO E' STATO ESCLUSO Già alla prima gara del campionato 2014 è scoppiata la prima grana: la questione, infatti, non finirà certamente con l'esclusione di Daniel Ricciardo, perché la FIA ha cercato di tenere sotto traccia il fatto che nel week end di Melbourne si erano già registrate diverse anomalie nei controlli, al punto che i tecnici della Federazione stessa avevano deciso di abbassare la frequenza dei controlli: 5 al secondo anziché i soliti 10.
SCOPPIA IL FLOWGATE? Ci sono tutti i presupposti per scatenare un "flowgate": la Red Bull Racing, infatti, constatando l'inefficacia del flussometro prodotto dalla Gill Sensors, aveva chiesto alla Federazione di considerare il sistema proprio. La squadra di Milton Keynes era stata autorizzata a sostituire il sistema contestato, ma con un altro analogo.
AVVISI DELLA FIA DURANTE IL GP Durante la corsa i commissari tecnici avevano segnalato alla Red Bull Racing di ridurre il flusso di carburante perché alla loro verifica risultava che il consumo di benzina fosse costantemente fuori dai parametri, mentre il team ha disatteso l'indicazione, sostenendo che i suoi sensori (posti nel sistema di iniezione diretta) indicavano valori perfettamente nella regola.
GIUSTA LA SQUALIFICA Secondo noi è giusto che la Red Bull Racing sia stata esclusa: non è accettabile che una macchina corra al di fuori delle regole (il flussometro non era quello omologato), ma è evidente la volontà della squadra di Milton Keynes e della Renault di andare allo scontro con la FIA sostenendo che il sistema reso obbligatorio non ha mai dato valori stabili. Il caso, quindi, sta montando.
L'ALLARME DI MARMORINI E' giusto ricordare che il problema era stato portato all'attenzione della stampa da Luca Marmorini, responsabile dei motori della Ferrari: il tecnico toscano si era lamentato del fatto che i dati di consumo cambiassero al semplice variare del tipo di benzina sullo stesso motore. Dopo una serie di modifiche e di test sembrava che i guai iniziali fossero stati risolti, ma evidentemente non è stato così.
HORNER TEME LA DISCREZIONALITA' Il dubbio che ha lasciato intendere Christian Horner, team principal della Red Bull Racing, è che l'incertezza nella lettura dei dati lasci una discrezionalità di giudizio da parte dei commissari tecnici: si sanziona qualcuno, ma non altri, condizionando l'esito dei Gp e del mondiale. Si tratta di un'insinuazione grave che apre uno scenario poco piacevole nella Formula 1 iper-tecnologica.
LA LETTERA DI MONTEZEMOLO Si capisce, allora, il senso della lettera di Luca Montezemolo ai tifosi nella quale il presidente del Cavallino chiedeva controlli attenti e inflessibili da parte della FIA per evitare i furbi. La Red Bull Racing si è messa fuori dal regolamento facendosi i fatti suoi, ma gli uomini di Milton Keynes punteranno a dimostrare che gli strumenti di controllo forniti dalla Federazioni sono inadatti e inefficaci: e la guerra delle carte bollate è già ricominciata...
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