Dennis pone il veto: la Honda si portava via Alonso!
Lo spagnolo veniva girato alla Red Bull Racing insieme alla fornitura dei motori giapponesi
Foto di: McLaren
Ron Dennis ha detto no. Ha bloccato la trattativa: la Honda stava valutando l’opportunità di dare il proprio motore alla Red Bull Racing per il 2016. Ad ammetterlo è stato Bernie Ecclestone che da giorni sta cercando una soluzione per non lasciare la squadra di Milton Keynes fuori dal Circus per la mancanza di una power unit disponibile, dopo i no di Mercedes e Ferrari.
“La Honda sarebbe contenta di dare a qualcuno il suo motore, ma il signor Dennis pensa che non debbano farlo – ha dichiarato Bernie Ecclestone a Motorsport.com – il tutto anche se la Honda aveva stretto un accordo con la FIA e con me che prevedeva di fornire il motore ad una squadra il primo anno, due al secondo e tre al terzo. Tuttavia i giapponesi si sono legati a Ron, il quale ha la possibilità di porre il diritto di veto su qualsiasi motore e lui non vuole la Red Bull, perché crede che possano essere una concorrente”.
HONDA È CONVINTA CHE IL MOTORE TERMICO NON SIA MALE
La Red Bull Racing la temono tutti a parità di condizioni, ma in ballo non c’è solo questo. Come mai ci sono tante polemiche per il motore meno competitivo del Circus? La ragione è molto semplice: dietro alla fornitura della power unit c’è un retroscena che merita di essere raccontato. Yasuhisa Arai, responsabile del programma di F.1 di Honda R&D, negli ultimi tempi non ha fatto mistero di avanzare delle riserve sulla McLaren MP4-30: se il motore non è competitivo, la monoposto non sarebbe certo vincente se disponesse di un propulsore Mercedes. Il giapponese, anzi, ci ha tenuto a sottolineare che l’unità termica non sarebbe nemmeno così male come sembra, mentre ci sarebbero delle chiare deficienze nella parte ibrida.
L'ERS È SVILUPPATO CON MCLAREN APPLIED TECHNOLOGIES
La Honda ha scoperto di non essere preparata alla sfida elettrica (e in questi giorni ha richiamato a Tokyo i responsabili della Magneti Marelli non solo per lavorare sull’iniezione diretta, ma anche sull’ERS) e cerca di correre ai ripari, ma il disastro non è colpa solo dei nipponici. Non è un mistero il fatto che la power unit abbia seri problemi di ricarica elettrica in parte dovuti al turbo compressore troppo piccolo (l’anno prossimo ne sarà omologato uno più grande), ma anche ad una batteria che non riesce a immagazzinare tutta l’energia disponibile. Il sistema ERS è sviluppato in collaborazione con la McLaren Applied Technologies che, dunque, ha le sue responsabilità nella debacle della Honda.
RED BULL RACING PORTEREBBE IN DOTE LA BATTERIA
Si dice che nei primi trenta secondi di un giro di pista il motore RA615 H abbia una potenza superiore che nel minuto successivo. E allora? La Red Bull Racing, che potrebbe beneficiare di una fornitura del motore gratuita da parte della Honda, avrebbe offerto una “consulenza” ai giapponesi, portando non solo la batteria che è già fornita alla Renault via Magna Styr, ma anche altri componenti elettrici della AVL, l’azienda austriaca che collabora anche con la Ferrari.
LA HONDA VOLEVA GIRARE ALONSO A MILTON KEYNES?
Il contributo tecnico della Red Bull Racing, quindi, potrebbe essere molto utile a far crescere la power unit Honda e la stessa McLaren potrebbe beneficiarne. Ma c’è un secondo aspetto che potrebbe aver fatto imbufalire Ron Dennis: la Honda sarebbe disposta a “girare” Fernando Alonso alla Red Bull Racing per scoprire dove potrebbe arrivare l’abbinamento Red Bull Racing – Honda con uno dei piloti top, accettando la richiesta che sarebbe stata avanzata proprio da Mister E, poco disposto a lasciare fuori dal gioco un pilota di punta come lo spagnolo. In questo caso non dovrebbe stupire il fatto che sia stato rinnovato il contratto di Jenson Button quando l’inglese era già pronto a salutare la compagnia per dedicarsi ad un ruolo di commentatore tv. Nel caso Alonso fosse stato spostato a Milton Keynes, si sarebbe riaperta la porta della Formula 1 per Stoffel Vandoorne, fresco campione di GP2.
DENNIS È FURIOSO PERCHÈ SI SENTE ATTACCATO
La McLaren non dispone dei soldi per permettersi di pagare il contratto di Fernando che, invece, è garantito dalla Honda, ma Ron non può accettare assolutamente che venga “svuotato” il suo progetto di rilancio del marchio di Woking, per cui siamo arrivati ad una situazione di stallo, con Dennis che minaccia di far valere il diritto di veto. Se non ci fosse una norma di regolamento che consente di disporre di un motore in “esclusiva” solo al primo anno, ma poi deve essere messo a disposizione di chi eventualmente lo richieda. Mercedes e Ferrari hanno detto no alla Red Bull Racing solo perché avevano già raggiunto la capienza massima delle quattro squadre fornite. La partita non è ancora finita, anche perché a Milton Keynes non sono disposti a scrivere la lettera di scuse alla Renault che il presidente Carlos Ghosn pretende per riaprire una trattativa dopo che i “bibitari” avevano deciso di rompere il contratto di fornitura in maniera unilaterale.
LA PARTITA NON È FINITA
Come andrà a finire? È difficile dirlo, ma il match non sembra concluso. Se la Red Bull Racing dovesse virare sul motore Renault, allora è prevedibile che a pagare sarebbe Christian Horner, team principal del team di Milton Keynes. L’inglese diventerebbe il capro espiatorio. Un colpo di scena che certo non piacerebbe all’amico Bernie Ecclestone…
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