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F1 | Gomme 2024 senza termocoperte: quanti dubbi emersi dai test!

Nei collaudi svolti dalla Pirelli al Ricard con Mercedes e a Jerez con Aston Martin sono emersi degli aspetti importanti: il warm up delle nuove gomme richiede due o tre giri, con un tempo maggiore di quattro cinque secondi. Ciò significa più traffico in qualifica e il rischio di avere gare con un solo pit stop. I vantaggi a favore della sostenibilità sono tali da imporre al fornitore unico l'obbligo di studiare pneumatici completamente nuovi con materiali innovativi, ma ci sono solo sei mesi per decidere...

La squadra ai box della McLaren nel garage con i pneumatici

C’è un tema destinato a diventare di grande attualità nei prossimi mesi. Si tratta della proposta che mira ad abolire le termocoperte a partire dal 2024, un passaggio nell’agenda della Formula 1 che contiene tutte le misure mirate al raggiungimento del traguardo ‘Carbon Neutral’ nel 2030.

La Mercedes (al Paul Ricard) e l’Aston Martin (a Jerez) hanno acceso i motori nei giorni scorsi per un programma di test Pirelli mirato a ricavare i primi riscontri che saranno utili per valutare gli effetti di un cambiamento di grande portata destinato a far discutere.

Carlos Sainz, Ferrari F1-75

Carlos Sainz, Ferrari F1-75

Photo by: Glenn Dunbar / Motorsport Images

Sulla via della sostenibilità ambientale

I test che si sono svolti, e che proseguiranno nei prossimi mesi, saranno cruciali in vista della decisione finale che dovrebbe essere presa entro la fine di giugno. Qualora fosse confermata l’abolizione delle termocoperte, l’impatto sul fronte del risparmio energetico sarebbe notevole, sia in termini di consumo di elettricità sul luogo di gara che sul fronte del trasporto. Ma ci sono molte controindicazioni da mettere in conto, alcune note già da tempo ed altre emerse proprio nel corso delle prime prove svolte per valutare gli effetti dell’utilizzo degli pneumatici a temperatura ambiente.

Servono due giri di lancio

Il tempo verificato per far raggiungere alle gomme la finestra ideale d’esercizio è di circa due giri, con una perdita di tempo complessiva (rispetto agli pneumatici riscaldati) valutata dai quattro ai cinque secondi al giro.

Un gap importante nella gestione di una gara, che porterebbe le squadre a limitare al minimo indispensabile i pit-stop. Senza alcuna possibilità di undercut, difficilmente gli strateghi ed i piloti si esporrebbero ai rischi di una seconda sosta, con un impatto non indifferente sulla spettacolarità delle gare.

Tanto traffico in più in qualifica

Il tempo necessario per il warm-up impatterebbe anche sul traffico in qualifica, visto il maggior numero di giri (due o tre, a seconda dei tracciati) che un pilota dovrebbe percorrere a passo ridotto prima di lanciarsi per il giro veloce.

Sono emerse anche delle problematiche tecniche tutt’altro che trascurabili, visto che con la tecnologia attuale sono di difficile soluzione. Gli pneumatici utilizzati attualmente lavorano in media a 22 psi di pressione, valore che viene raggiunto senza difficoltà partendo dai box con una temperatura di 70 gradi ed una pressione di circa 18 psi.

Nel paddock si discute se dal 2024 si useranno gomme senza il riscaldamento delle termocoperrte

Nel paddock si discute se dal 2024 si useranno gomme senza il riscaldamento delle termocoperrte

Photo by: Steven Tee / Motorsport Images

Una questione che crea... pressione

Uscire dalla pit-lane con una gomma a temperatura ambiente è un cambiamento molto importante, poiché il delta per raggiungere i valori d’esercizio è molto maggiore, e comporta un aumento della pressione di circa 9/10 psi.

Il problema potrebbe essere ovviato partendo dai box con una pressione molto bassa, circa 12/13 psi, ma questo comporterebbe uno schiacciamento importante del pneumatico ed il conseguente rischio di generare problemi nella costruzione.

Se si intervenisse nella direzione opposta, ovvero lasciando il valore di pressione di partenza attuale, si arriverebbe a regime a 27/28 psi, con un cambiamento importante dell’impronta a terra. Uno scenario inimmaginabile considerando le lamentele che giungono da squadre e piloti ogni volta che la Pirelli aumenta di 1 psi la pressione d’esercizio.

Nuove costruzioni con materiali innovativi

L’unica via percorribile è una nuova generazione di pneumatici pensati ad ‘hoc’, ma non si tratterebbe comunque di una sfida semplice per la Pirelli. Le vie d’uscita sono due, o una costruzione con dei materiali innovativi che siano in grado di sostenere delle pressioni di partenza più basse senza danneggiarsi o, in alternativa, una carcassa che riesca a mantenere inalterato il profilo (senza impatti sull’impronta a terra) anche con valori elevati di pressione.

La domanda che sorge è sull’utilità di introdurre una novità così impattante sul fronte tecnico e con potenziali ripercussioni sullo spettacolo in gara già dal 2024.

FIA e squadre hanno a disposizione ancora qualche mese per valutare il tutto, e sarà interessante ascoltare il punto di vista dei piloti come Hamilton, Russell, Alonso e Stroll che hanno avuto già modo di verificare le varie problematiche in pista.

Pneumatici Cinturato full wet della Pirelli

Pneumatici Cinturato full wet della Pirelli

Photo by: Erik Junius

Le wet senza termocoperte già nel 2023?

Un cambiamento che, al contrario, potrebbe essere introdotto in tempi molto brevi è quello relativo alle gomme wet e intermedie, pneumatici che lavorano a temperature più basse e meno soggetti alle problematiche delle slick.

Nei test completati lo scorso dicembre sono emerse indicazioni molto positive da una nuova generazione di gomme wet che ha confermato senza termocoperte un warm-up migliore di quelle in uso oggi (con riscaldamento ai box).

Non è escluso che questa specifica possa essere introdotta già nel corso del 2023, avendo convinto sia la Pirelli che i piloti che hanno avuto la possibilità di provarle nelle sessioni di test su asfalto bagnato. Servirà però il voto favorevole di almeno otto squadre nella prossima Formula 1 Commission.

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