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Gomme 2020: ecco perché in F1 non cala la... pressione

La Pirelli propone pneumatici con un profilo più panciuto di 6 mm grazie a una nuova costruzione. L'idea è di abbassare le pressioni per ridurre i rischi di surriscaldamento visti nel 2019 con una finestra di utilizzo più ampia. Scopriamo anche le implicazioni aerodinamiche e i dubbi dei team dopo il test ad Austin.

Pneumatici 2019-2020 a confronto

Foto di: Giorgio Piola

F.1 analisi tecnica di Giorgio Piola

Giorgio Piola è l’esperto di tecnica di Formula 1 che segue i Gran Premi dal 1964. Il giornalista italiano è considerato il più autorevole divulgatore dei segreti delle monoposto: i suoi disegni e le animazioni permettono di scoprire le novità introdotte dai team ai Gp.

Guardate il disegno di Giorgio Piola: mostra in modo chiaro come cambia il profilo delle gomme Pirelli 2020. Si può notare come sia stato modificato il disegno della spalla e, quindi, la costruzione. A livello visivo si tratta di una modifica che potrebbe sembrare di poco conto (6 mm nel profilo), mentre le implicazioni tecniche sono state importanti e impattano sulle pressioni di gonfiaggio, la durata e l’aerodinamica.

Mercedes W10 con gomma 2020 prototipo Pirelli nelle libere del GP degli Stati Uniti

Mercedes W10 con gomma 2020 prototipo Pirelli nelle libere del GP degli Stati Uniti

Photo by: Giorgio Piola

E, forse, queste novità sono state disattese dalle stesse squadre di Formula 1 nel test che la Pirelli ha concesso nelle prove libere del GP degli Stati Uniti.

L’approccio dei team, infatti, è stato quello di chi si è limitato a fare un back to back con gli pneumatici scelti per il weekend di gara senza lavorare sulle caratteristiche della gomma.

Forse la Pirelli avrebbe dovuto preparare i team al nuovo prodotto, sta di fatto che i commenti dei piloti sono stati molto negativi tanto da spingere i propri team principal alla bocciatura della soluzione.

Un atteggiamento sclerotico della F1 che affronta ogni questione sulla base dei fatti del momento senza una minima visione prospettica: ogni team ad Austin ha avuto a disposizione due treni per pilota.

Bottas con il rastrello dietro alla ruota anteriore della Mercedes W10 nelle libere di Austin con gomme 2020

Bottas con il rastrello dietro alla ruota anteriore della Mercedes W10 nelle libere di Austin con gomme 2020

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

C’è chi ha fatto un lavoro approfondito come la Mercedes che ha effettuato anche delle rilevazioni di dati aerodinamici e chi si è limitato a fare poco più di un run per rispetto del fornitore, considerando quell’attività una vera perdita di tempo in un appuntamento iridato.

E anche il responso del cronometro è stato negativo: le gomme 2020 si sono rivelate 3 o 4 decimi di secondo più lente e con un handling peggiore.

Peccato che le condizioni meteo fossero difficili con temperature molto basse (al più 15 gradi di aria e 22 di asfalto!) e gli assetti non sono stati pensati per gomme che avrebbero dovuto funzionare a pressioni significativamente più basse, mentre sono state utilizzate secondo i valori noti.

Hamilton sulla Mercedes W10 nelle libere di Austin aveva la griglia di sensori dietro alle gomme prototipo 2020

Hamilton sulla Mercedes W10 nelle libere di Austin aveva la griglia di sensori dietro alle gomme prototipo 2020

Photo by: Giorgio Piola

I nuovi pneumatici sono stati pensati proprio per evitare i surriscaldamenti che hanno caratterizzato gli “overeating” spesso criticati di questa stagione, per cui anche il lavoro di sviluppo è stato finalizzato ad aprire la finestra delle temperature di funzionamento a scapito di un po’ di grip. Aspetti che negli USA non si sono visti, scatenando le reazioni avverse.

Queste gomme sono state chieste con forza proprio dai team prima della sosta estiva e la Pirelli ha assecondato il cambiamento che deve portare alla delibera dei prodotti nei test collettivi che ci saranno per due giorni dopo il GP di Abu Dhabi.

La FIA le ha già omologate, tant’è che le gommine per la galleria del vento in consegna alle squadre mostrano già il profilo più panciuto: non si tratta di un dettaglio piccolo, perché cambia l’andamento dei flussi e la generazione dei vortici che originano una scia diversa.

Sensori Renault F1 R.S.19 di Daniel Ricciardo nelle libere del GP degli Stati Uniti

Sensori Renault F1 R.S.19 di Daniel Ricciardo nelle libere del GP degli Stati Uniti

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Non è stato affatto casuale che Mercedes e Renault abbiano dedicato particolare attenzione all’influsso aerodinamico delle gomme 2020 montando ad Austin dei rastrelli pieni di sensori nel retrotreno proprio per correggere il modello matematico del pneumatico che serve ad affinare i programmi di simulazione e il lavoro al simulatore.

Il profilo più panciuto intanto offre una resistenza aerodinamica maggiore (che impatta sulle velocità massime e un poco anche sui consumi) e nel retrotreno determina diverse deformazioni della spalla in curva e sui cordoli, per cui cambia il cosiddetto “tyre squirt”.

Come si vede, quindi, non si tratta di dettagli. E, forse, si capirà perché all’inizio della prossima stagione vedremo delle differenze nelle prestazioni anche se i regolamenti saranno rimasti gli stessi del 2019…

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