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Intervista

Giovinazzi: "La forza mentale serve a diventare campioni"

Il pilota dell'Alfa Romeo si è confidato in un lungo meeting online con gli studenti della Motorsport Technical School. Dai rituali scaramatici prima di salire sulla F1, al rapporto con i tecnici ecco cosa è emerso dal racconto di Antonio.

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo

Mark Sutton / Motorsport Images

Antonio Giovinazzi in attesa di tornare a guidare una F1 non si limita a partecipare alle sim race con il simulatore che ha approntato in casa, perché ha risposto all’invito della Motorsport Technical School di Eugenia Capanna con un meeting online nel quale il pilota dell’Alfa Romeo si è messo a confronto con gli studenti dei corsi MTS auto, moto racing e performance engineering.

Grazie alla collaborazione di Adler Pelzer Group, partner del team Alfa Romeo Racing ORLEN, il pilota italiano ha risposto a una raffica di domande. Incalzato dai ragazzi ha svelato i suoi rituali scaramantici prima di salire in macchina: per esempio entra nell’abitacolo sempre dal lato sinistro, gesto che ripete da quando giovanissimo correva in karting e non rinuncia a fare il segno della croce prima di ogni partenza.

Antonio Giovinazzi e Eugenia Capanna della MTS

Antonio Giovinazzi e Eugenia Capanna della MTS

Piccole manie che fanno parte dell’inconscio, ma che umanizzano il pilota in una realtà tecnica sempre più complicata. Antonio ha spiegato che in questo periodo di stop si sta allenando molto duramente per due o tre volte al giorno: “Voglio restare sul pezzo e farmi trovare pronto nel momento in cui si ricomincerà. Per me sarà una stagione molto importante e voglio fare bene”.

Il pilota Alfa Romeo trascorre tantissimo tempo al simulatore, uno strumento di cui è un grande esperto…
“Il simulatore è uno strumento molto importante perché permette di migliorare tantissimo la monoposto. Con il divieto dei test è diventato uno strumento di sviluppo. Però quando ho affrontato la mia prima stagione in F1, sono arrivato all’Alfa Romeo da esordiente, nonostante avessi trascorso due anni sul simulatore della Ferrari. È stato per me come ricominciare un nuovo lavoro perché la gestione della gara si impara solo in pista”.

L’argomento simulatori è di grande attualità e Antonio ha raccontato le differenze tra un gioco Arcade come Formula Uno, un simulatore commerciale come iRacing o Assetto Corsa, e il “ragno” di Maranello dove si sviluppa la monoposto di F1.
”Il simulatore che uso in questi giorni purtroppo è molto lontano da quello che usano i team in F1. È molto importante per l’allenamento mentale: aiuta a mantenere la concentrazione gare di un’ora, soprattutto ora che siamo senza competizioni da tre mesi”.

“Lo step avanzato è quello del simulatore che hanno i team di F1: non è solo una postazione di guida, ma si è in una navicella che non è statica e grazie agli attuatori è possibile “sentire” un po’ la macchina. Ecco perché si può migliorare la macchina e quindi diventa importante dare i giusti feedback agli ingegneri per il suo sviluppo. Poi si entra in macchina, quella vera, e allora sale l’adrenalina!”.

Antonio ammette che il simulatore è utile a conoscere le piste sulle quali non ha mai girato…
“Sì, è molto utile nella preparazione delle gare in cui non conosci la pista, anche se poi la realtà è molto diversa. Aiuta a migliorare l’approccio, ma i week end di gara vanno affrontati step to step”.

“Non si può andare all’attacco dalla FP1, perché si trovano sempre le condizioni peggiori. Siccome il circuito ha poco grip, il team chiede di fare lavori di sviluppo e messa a punto che non permettono di attaccare il lap time. Quindi bisogna partire gradualmente e poi mettere tutto insieme nel momento più importante che è quello della qualifica”.

Per Giovinazzi è fondamentale saper gestire la propria forza mentale durante un weekend di GP…
“Rappresenta una bella percentuale nella prestazione di un pilota che deve riuscire a mantenerla al massimo nell’arco di 21-22 gare della stagione. Devi essere allenato fisicamente e forte mentalmente”.

“Si migliora con l’esperienza, ma devi lavorarci molto. Nei miei allenamenti cerco di imparare a controllare lo stress. Il riposo aiuta tantissimo, per cui bisogna arrivare ai momenti più importanti al 100%, senza sprecare energie quando non ce n’è bisogno”.

“Questo è un training che fanno quasi tutti i piloti, ce ne sono alcuni più pronti, altri che devono lavorare di più. In questa pausa di tre mesi sono rimasto molto impegnato e concentrato sugli obiettivi. Con il mio preparatore lavoriamo tantissimo sull’aspetto mentale”.

Gli studenti hanno voluto approfondire il rapporto tra pilota, ingegneri e meccanici…
“Il tempo che passo con gli ingegneri durante il week end è l’80% perché ci sono tantissimi meeting. Quello che mi segue è la persona con cui parlo di più perché è colui che mi aiuta a migliorare la macchina e ad approcciare il week end nel modo giusto”

“Con lui mi confido un po’ di più. Un buon rapporto tra pilota e ingegnere dipende dal carattere dei due. Ci sono piloti che preferiscono avere nel weekend solo un rapporto professionale, parlando solo di F1. Altri hanno bisogno di sentire anche un po’ di affetto dal proprio ingegnere dare il meglio”.

“E questo è proprio il mio caso. Cerco di instaurare un buon rapporto con la persona che ho di fronte e provo a frequentarlo anche al di fuori dell’autodromo. Mi piace conoscere gli hobby di quella persona o gli argomenti di cui possiamo parlare al di fuori del lavoro per rendere il clima migliore”.

“L’ingegnere di pista è quello che più sa della monoposto. Mi piace sentire i discorsi dei tecnici, essere un po’ ingegnere durante il week end. Sin da ragazzo mi è sempre piaciuto mettere le mani sul kart: fare una modifica, poi entrare in pista e sentire la differenza. Da piccolo poi mi piaceva modificare la mia macchinetta 50”.

Beh oggi anche i kartisti hanno la telemetria…
“Sì, adesso siamo molto fortunati rispetto a qualche anno fa: la telemetria aiuta a capire dove lavorare meglio e questo velocizza i progressi. Ormai è diffusa in tante categorie per cui si arriva in F1 molto più preparati che nel passato”.

“Ammiro moltissimo anche i meccanici di F1 perché la loro è una vita veramente sacrificata: senza passione non sarebbe possibile resistere a lungo. Non hanno un momento di pausa nell’arco del weekend di gara. E non appena ne è finito uno si prepara quello successivo. La determinazione è un qualcosa d’importante non solo nello sport ma nella vita”.

“Senza questi punti fermi non sarei mai arrivato in Formula 1: sembra un ambiente tanto grande, ma è piccolissimo perché ci sono solo 20 piloti scelti in tutto il mondo. Arrivare nel Circus è qualcosa di difficile da raggiungere non solo per il pilota, ma anche per l’ingegnere e il meccanico. Vi auguro ragazzo di realizzare i vostri sogni con la determinazione e i sacrifici sicuramente avrete una possibilità di raggiungere il vostro obiettivo…”.

Ha collaborato Cecilia Capanna

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo Racing C39

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo Racing C39

Foto di: Steven Tee / Motorsport Images

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo Racing

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo Racing

Foto di: Erik Junius

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo Racing

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo Racing

Foto di: Alfa Romeo

Il casco di Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo

Il casco di Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo cammina in pista con i membri del team

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo cammina in pista con i membri del team

Foto di: Sam Bloxham / Motorsport Images

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo Racing C39

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo Racing C39

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo Racing C39

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo Racing C39

Foto di: Glenn Dunbar / Motorsport Images

Antonio Giovinazzi's Alfa Romeo Racing C39, dettaglio del volante

Antonio Giovinazzi's Alfa Romeo Racing C39, dettaglio del volante

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo Racing C39

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo Racing C39

Foto di: Zak Mauger / Motorsport Images

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo Racing C39

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo Racing C39

Foto di: Glenn Dunbar / Motorsport Images

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