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F1: Giovinazzi è rimasto solo, perché nessuno lo aiuta?

Il mercato piloti di F1 ha messo a posto quasi tutti i tasselli in vista del 2022: l'unico abitacolo contendibile è rimasto quello dell'Alfa Romeo di Antonio Giovinazzi. Nonostante l'ottimo lavoro svolto dal pilota italiano, il suo rinnovo non è dato per scontato per la forte concorrenza di Nick de Vries e del cinese Guanyu Zhou. Scopriamo perché il pugliese è stato lasciato solo nel momento cruciale della stagione.

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo

Erik Junius

In Formula 1 è rimasto solo un volante libero: è quello di Antonio Giovinazzi all’Alfa Romeo. Con l’ufficializzazione di Alexander Albon alla Williams il risiko del mercato ha posto quasi ogni tassello al suo posto.

L’anglo thailandese approda a Grove nel posto lasciato libero da George Russell, felice di accasarsi alla Mercedes dopo che Valtteri Bottas è stato sloggiato alla volta dell’Alfa Romeo, visto che Kimi Raikkonen ha deciso di appendere il casco al chiodo.

In una settimana sono stati sciolti una serie di nodi gordiani che hanno fatto discutere per settimane e per mesi il paddock. L’unico tessera del puzzle 2022 che non ha ancora trovato un nome è quella della seconda monoposto del “Biscione”.

Guardando l’andamento della stagione e considerando il livello della C41 schierata quest’anno (una buona vettura dal punto di vista meccanico, deludente da quello aerodinamico) era scontato il rinnovo per il terzo anno di fila di Antonio Giovinazzi.

Il pilota italiano ha accompagnato al ritiro Iceman, rivelando un passo in qualifica costantemente più veloce del finlandese. Aver fatto meglio di un ex campione del mondo, però, sembra non bastare. Perché? La ragione è semplice: Antonio non ha santi in paradiso.

È arrivato in F1 per la ferma volontà di Sergio Marchionne che voleva assolutamente un pilota italiano nei GP. Con la prematura scomparsa del manager abruzzese il supporto si è affievolito e la sua posizione, che dovrebbe essere inamovibile, è diventata invece contendibile.

Ci sono falchi, falchetti e cornacchie che fiutano la preda. Perché in F1 appena molli la presa sei vittima di attacchi che arrivano da tutte le parti, le più impensate. Nikita Mazepin, l’ultimo arrivato nel Circus grazie ai bigliettoni di papà, ha lasciato intendere in una storia su Instragram che non gli dispiacerebbe affatto correre in futuro con il #99, il suo anno di nascita.

Peccato che l’ultimo numero a due cifre disponibile nel Circus sia proprio quello di Antonio. E il ragazzo russo dovrebbe sapere che un numero torna a essere “libero” solo due anni dopo che chi lo ha usato non è più in F1. Ma al di là dell’iniziativa di pessimo gusto di Nikita, è evidente che il percepito nel paddock è che la posizione di Giovinazzi è traballante.

Perché? La risposta è semplice: tutti quelli che dovrebbero supportarlo hanno fatto un passo indietro. È pensabile che l’unico pilota italiano nei GP debba salutare la F1 sebbene lo sponsor principale della squadra sia l’Alfa Romeo e il motore sia Ferrari?

In Olanda abbiamo visto cosa è stata capace di fare una nazione intera per supportare il suo pilota, Max Verstappen. E l’anno scorso abbiamo visto la mobilitazione che si era creata in Messico quando Sergio Perez poteva ambire all’abitacolo della Red Bull. Per sostenere Giovinazzi, invece, non si muove nessuno. Nemmeno chi dovrebbe aiutarlo, ad esclusione ovviamente del suo manager Enrico Zanarini.

Il pugliese, in realtà, ha un contratto in scadenza con la Ferrari: a Maranello sembrano intenzionati a rinnovarglielo (se a Leclerc o a Sainz si scalfisce un’unghia toccherebbe a lui salire sulla SF21), ma senza garantirgli un posto che non sia quello di terzo pilota.

Fra Ferrari e Alfa Romeo non esiste più alcun legame diretto, se non la presidenza di John Elkann al Cavallino e in Stellantis. La Scuderia il diritto di disporre di un sedile ce l’ha sulla Haas (dove ha sistemato Mick Schumacher), ma non sulla Sauber colorata Alfa Romeo.

La Casa del Biscione ha il diritto di veto sulla line up di piloti? Non si sa, visto che l’Alfa Romeo ha lasciato pieno mandato al team principal, Frederic Vasseur di allestire la migliore coppia di piloti per il 2022. E il manager francese ha già fatto un ottimo lavoro assicurandosi i servigi per almeno due-tre anni di Valtteri Bottas.

E, siccome Toto Wolff ha perso il “derby” con Christian Horner per il volante della Williams (abbiamo detto che l’ha spuntata Albon), è probabile che voglia fare carte false per sistemare Nick de Vries, campione di FE della Stella all’Alfa Romeo. Due piloti di Wolff a Hinwil farebbero dell'Alfa Romeo una "colonia" Mercedes.

Ma il valore di Giovinazzi, in fatto di esperienza, conoscenza della squadra, è enormemente superiore al pedigree di un rookie con zero GP sulle spalle. Antonio, quindi, può avere una speranza concreta di conservare il volante anche nel 2022, per quanto ci sia una minaccia più subdola e nascosta.

Vasseur, infatti, dopo Zandvoort ha dichiarato: “In merito alla seconda monoposto vogliano prendere una decisione al più presto. Antonio è reduce da un buon weekend ma voglio avere un quadro completo, e in tal senso sto osservando anche come sta andando avanti la stagione di Formula 2. È una scelta molto importante per noi, e voglio prendermi il tempo necessario per poter valutare al meglio tutte le scelte possibili”.

Il francese è consapevole che Guanyu Zhou, pilota cinese che fa parte dell’Academy Alpine e che corre in F2 con il team UNI-Virtuosi dove è secondo nella classifica di campionato, si porta anche una valigia piena di dollari (si parla di una dote fino a 40 milioni di dollari!).

Se al team principal l’aspetto economico può diventare importante, allo sponsor Alfa Romeo può piacere l’idea di scommettere su un pilota cinese per allargare il mercato della Stelvio. E a spingere per Zhou c’è anche Liberty Media: il promotore del campionato vedrebbe molto positivamente la presenza nel Circus di un giovane conduttore che potrebbe accendere l’attenzione sulla F1 di un mercato enorme come quello cinese.

Del resto anche l’ACI, la nostra federazione automobilistica, è proiettato a promuove due giovanissimi che stanno emergendo: Gabriele Minì, pupillo di Nicolas Todt, e Andrea Kimi Antonelli, che ha già un contratto Mercedes con un budget stanziato per farlo crescere fino alla F1, hanno il talento e gli appoggi giusti per puntare alla scalata in F1.

Antonio Giovinazzi, intanto, si trova solo a combattere la sua battaglia. E vedere la livrea tricolore della C41 sembra quasi una presa in giro...

Livrea dell'Alfa Romeo C41 per il GP d'Italia

Livrea dell'Alfa Romeo C41 per il GP d'Italia

Photo by: Alfa Romeo

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