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FIA: emesse quattro direttive tecniche, tre sui motori

Tombazis ha spedito ai team ben 4 direttive tecniche: 3 per specificare i controlli sulle power unit (erogazione dell'energia elettrica dell'ERS, consumo istantaneo di carburante e dell'olio bruciato) e una sui pit stop.

Mercedes AMG F1 W11 posteriore

Foto di: Giorgio Piola

Non sono finite le novità regolamentari in Formula 1: dopo l’approvazione da parte del Consiglio Mondiale FIA delle norme che riguardano il mondo dei GP da oggi al 2025, la Federazione Internazionale prosegue il suo lavoro di chiarimento su quelle che possono essere le aree grigie del regolamento tecnico.

Nicholas Tombazis, commissario tecnico FIA a capo del settore monoposto, ha emesso oggi giovedì 4 giugno ben quattro direttive tecniche, tre che certamente riguardano le power unit.

La TD 18/20 si occupa del nuovo sensore che la FIA introdurrà dal GP d’Austria che aprirà la stagione 2020 al Red Bull Ring per controllare la portata di energia elettrica che viene recuperata dal sistema ibrido.

Il nuovo sensore IVT verrebbe montato sulle monoposto dei tre top team (Mercedes, Ferrari e Red Bull) e solo successivamente verrebbe esteso alle vetture degli altri team. Una procedura un po’ strana che potrebbe portare a una revisione del provvedimento dal momento che le vetture sarebbero controllate con procedure diverse. E, questo, ovviamente non può andare bene in caso di reclami incrociati.

La direttiva protocollata 19/20 specifica i controlli per misurare il consumo di olio, dimezzato quest’anno a 0,3 litri per 100 km, a dispetto dei 0,6 litri concessi l’anno scorso. La FIA ha deciso di stringere i controlli per fare in modo che il lubrificante non possa essere utilizzato come “additivo” della benzina aggiungendo sostanze antidetonanti vietate nel carburante.

I commissari diretti da Jo Bauer avranno la facoltà di misurare la quantità di olio che verrà messo in macchina per evitare possibili furbate. Stando alle voci si tratta di provvedimenti che scattano per effetto del patto segreto fra FIA e Ferrari.

La Scuderia, oltre ad aver pagato una multa per la presunta irregolarità nel motore 2019, avrebbe aperto ai tecnici federali il suo “Sancta sanctorum” su tutte le aree grigie del regolamento per favorire controlli sempre più attenti e serrati in fase di verifica. Viene da pensare, quindi, che i provvedimenti adottati (specie quello dell’olio) non riguarderanno la legalità della SF1000 che, sicuramente, sarà a norma, ma parti in discussione di altri.

Su Motorsport.com vi avevamo anticipato che l’apertura della Ferrari potrebbe avere dei riflessi sulle prestazioni 2020: non dimentichiamoci che la FIA ha introdotto anche un nuovo flussometro crittografato (che non tutti hanno usato nei test) per misurare con più precisione il consumo istantaneo di benzina visto che il limite (spesso valicato con diversi artifici) è di 100 kg/h a 10.500 giri.

A noi risulta che nel TD 20/20 sia stato chiarito come sarà la lettura dei dati del flussometro quando il motore sarà a carico parziale, mentre la TD 21/20 si occupa di definire l’omologazione dell’equipaggiamento necessario ai pit stop.

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