F1 | Ferrari: Zandvoort ha messo in crisi i limiti della SF-23
A Zandvoort è andato in scena uno dei weekend più complicati della stagione per la Rossa, soprattutto per le difficoltà mostrate dalla SF-23 nell'adattarsi alle caratteristiche della pista olandese. La Rossa ha sofferto non solo la mancanza di carico aerodinamico, che ha accentuato i fenomeni di sottosterzo e sovrasterzo, ma anche una certa instabilità nell'affrontare le sconnessioni dell'asfalto, rendendo la vettura ancora più nervosa nei tratti veloci.
Ciò che sta costruendo nel corso di questa stagione Max Verstappen sta progressivamente andando oltre il concetto di dominio, con una forza costruita su una superiorità e su numeri in continua progressione al rialzo, tanto da accostare il proprio nome ad alcuni dei record più significativi di questo sport. Tuttavia, alle sue spalle gli scenari cambiano di settimana in settimana, con valori in campo che variano corsa dopo corsa a seconda degli episodi, delle caratteristiche delle vetture e delle piste.
Tra pioggia, interventi della Safety Car e interruzioni, l’Olanda riporta in evidenza tante opportunità mancate e occasioni sfruttate, ma anche gioie e delusioni. Chi ha vissuto un weekend amaro è la Ferrari, che lascia Zandvoort senza soddisfazioni e con la consapevolezza che, per affrontare la marea rossa di Monza, occorrerà una reazione immediata.
Sin dal venerdì era chiaro che il Cavallino avrebbe dovuto giocare in difesa, in preda a una vettura che fin dai primi instanti in pista aveva dimostrato di essere nervosa e imprevedibile, specie nel secondo settore, quello in cui emergono maggiormente le doti di stabilità e carico aerodinamico complessivo. Non è un caso che la FP1 si sia trasformata quasi in una sessione di test per la Ferrari, tra prove comparative con Charles Leclerc e test specifici con Robert Shwartzman, il quale ha sostituito come da regolamento Carlos Sainz in mattinata.
Charles Leclerc, Ferrari SF-23
Photo by: Erik Junius
Di per sé la SF-23 non è una vettura semplice da guidare, lo ha dimostrato più volte durante l’arco del mondiale, non solo per l’alta sensibilità al vento, uno dei grandi temi del fine settimana olandese, ma anche per un’impostazione aerodinamica di base che si esprime al meglio solo su particolari tipologie di tracciati. Per quanto possa essere comprensibile avere delle difficoltà specifiche figlie di alcune scelte progettuali, arrivare a Zandvoort dopo la pausa estiva senza un assetto base quantomeno accettabile è probabilmente l’elemento più preoccupante del weekend, perché da quel momento in poi la strada è stata tutta in salita.
Nonostante il test effettuato anche con un’ala più carica durante la FP1, si è poi scelto di puntare sulla specifica più scarica tra le due a disposizione nel tentativo di trovare un compromesso. Al di là della tendenza della Rossa a usare configurazione leggermente differenti dai propri avversari, in altri appuntamenti della stagione ha effettivamente usato la soluzione più carica, ma Zandvoort, con le sue tante curve veloci e d’appoggio che richiedono precisione dell’anteriore in ingresso e a centro curva ha ulteriormente messo in crisi gli attuali limiti del pacchetto.
Il risultato è che i piloti hanno perso man mano fiducia nella vettura, dovendo cercare di guidare sopra i limiti, aspetto che si è ben visto con Leclerc, a muro durante le qualifiche nel tentativo di tirare fuori qualcosa dal cilindro. Ed è proprio in determinati tratti che sono uscite le limitazioni più evidenti. Se in qualifica gli pneumatici nuovi hanno aiutato a mascherare ancora una volta certi punti deboli, come in curva uno (sull’asciutto più che sul bagnato), zona in cui bisogna inserire la vettura iniziando la fase di rotazione durante la frenata, in gara giro dopo giro i punti critichi sono emersi in maniera più evidente. Al venerdì, sulla lunga distanza si era potuto constatare un consumo quasi nullo sulle coperture più dure, mentre sulla C3 si era notato solo un degrado termico che ci si aspettava potesse diminuire con le basse temperature previste per i due giorni successivi, tanto che in gara qualche pilota ha addirittura riscontrato del graining.
Le due Ferrari in pista in Olanda
Photo by: Ferrari
Effettivamente, anche la domenica il consumo non è stato elevato, ma rimanere a lungo in scia agli avversari, come successo con Sainz alle spalle di Gasly, ha accentuato in consumo, soprattutto all’anteriore. Infatti, in più occasioni gli ingegneri del Cavallino hanno esortato a gestire le gomme nel settore centrale, quello più impegnativo e che ha messo maggiormente in crisi la SF-23 nel corso del fine settimana. In primo luogo, si tratta dell'intertempo dove emergono maggiormente le doti di carico aerodinamico, aspetto in cui la Rossa indubbiamente peccava durante l'appuntamento olandese.
A ciò si aggiunge il fatto che in quel tratto l’asfalto è piuttosto sconnesso e, in molteplici occasioni, si è visto come la Ferrari facesse fatica ad assorbire le asperità denotando una certa instabilità che andava a scomporre ulteriormente la vettura, aspetto che ha così accentuato le difficoltà in inserimento alla nove. Allo stesso modo, proprio in quella curva si sono visti i limiti a centro curva, dove la monoposto faceva fatica a completare la fase di rotazione senza accusare sottosterzo.
In gara, Sainz ha spesso dovuto tenere un approccio più conservativo per risparmiare le gomme, potendo invece contare su buone velocità di punta e sugli allunghi per compensare il tempo perso, tanto che inizialmente i tempi non erano così distanti da quelli del duo formato da Alonso e Gasly. Infatti, dal ventiduesimo giro fino al trentaseiesimo, il gap dello spagnolo della Rossa dal connazionale della Aston Martin è passato da due secondi e mezzo a circa quattro secondi, con il francese dell’Alpine ai dividere i due iberici.
Confronto telemetrico tra Sainz, Gasly e Alonso verso la fine del primo stint sulla soft
Photo by: Gianluca D'Alessandro
Ma nel momento in cui le gomme sono calate, i limiti della monoposto italiana si sono mostrati in maniera marcata, tanto da spingere la Rossa ad anticipare la sosta per forzare l’undercut su Gasly. Sainz era in netta difficoltà e mantenere quel passo avrebbe significato mettere a rischio la possibilità di sfruttare la penalità di cinque secondi inflitta precedentemente al francese.
Ormai il progetto 2023 è quasi agli sgoccioli, con lo sviluppo già concluso attorno alla pausa estiva, anche se per la seconda metà di stagione arriveranno ulteriori aggiornamenti già programmati. L'occasione del riscatto arriverà già a Monza, circuito che presenta caratteristiche diverse da quelle che hanno messo in crisi la SF-23 in Olanda, sia per le richieste minime di carico aerodinamico che per l'importanza della Power Unit.
Be part of Motorsport community
Join the conversationShare Or Save This Story
Top Comments
Iscriviti ed effettua l'accesso a Motorsport.com con il tuo blocco delle pubblicità
Dalla Formula 1 alla MotoGP, raccontiamo direttamente dal paddock perché amiamo il nostro sport, proprio come voi. Per continuare a fornire il nostro giornalismo esperto, il nostro sito web utilizzala pubblicità. Tuttavia, vogliamo darvi l'opportunità di godere di un sito web privo di pubblicità e di continuare a utilizzare il vostro ad-blocker.