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Formula 1 GP d'Ungheria

F1 | Ferrari: vittoria persa per performance, il podio per strategia

La Ferrari è andata incontro a una debacle sulla pista che sembrava perfetta per esaltarne le doti e il team, al momento, non sa darsi spiegazioni.

Charles Leclerc, Ferrari F1-75

La vittoria è mancata per la performance, il podio per la strategia. I verdetti del Gran Premio d’Ungheria sono inaspettatamente e categoricamente negativi per la Ferrari, partita alla volta di Budapest con un solo obiettivo: chiudere con una ‘doppietta’ prima della pausa estiva. La stagione 2022 ha già offerto dei verdetti a sorpresa, e quello di Budapest si aggiunge ad una lista corposa. La Scuderia ha mancato vittoria e podio su un circuito che sembrava essere l’habitat naturale per la F1-75, e questo ha colto di sorpresa anche la stessa squadra, al momento non in grado di fornire una spiegazione per quanto visto in pista.

“Per la prima volta in questa stagione non abbiamo avuto la performance necessaria per puntare a vincere – ha confermato Mattia Binotto – e al momento non sappiamo perché. Non è solo una questione di temperatura della pista, abbiamo disputato altre gare in condizioni simili a quelle in cui abbiamo corso oggi, e siamo andati bene. Di sicuro c’è stato qualcosa che non ha funzionato nella monoposto, mi riferisco al modo in cui l’abbiamo preparata, e la conseguenza è non siamo riusciti a far funzionar bene le gomme”.

La corsa di Sainz, completata con una strategia molto simile a quella di Hamilton, dimostra che il ritmo della Ferrari non era quello visto venerdì nelle simulazioni di gara, e conferma che qualcosa sul fronte del setup messo a punto prima delle qualifiche non ha funzionato. Diverso, però, è quanto accaduto a Leclerc. Charles, in testa alla gara al giro 37 con 5 secondi di vantaggio su Russell, 6.2 su Sainz e 7.2 su Verstappen, stava girando su un buon ritmo (costantemente sul minuto e ventitré secondi). Ma la sosta ai box di Max al giro 38 ha innescato una reazione che ha portato il monegasco a perdere il podio.

George Russell, Mercedes W13, Charles Leclerc, Ferrari F1-75

George Russell, Mercedes W13, Charles Leclerc, Ferrari F1-75

Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images

Il box della Scuderia ha temuto l’undercut di Verstappen, e ha deciso di rispondere richiamando ai box Leclerc. C’era però una sostanziale differenza tra le due strategie, poiché mentre Max ha potuto montare il secondo set di medie (essendo partito con le soft) Leclerc si è trovato costretto a utilizzare un set di hard, avendo già utilizzato i due treni di ‘gialle’ ed essendo impossibile pensare di completare i 32 giri mancanti con un set di soft. Tornato in pista, Charles ha faticato non poco a mandare in temperatura le hard, e Verstappen non ha avuto particolari problemi nel superare due volte la Ferrari numero 16 (la seconda dopo un testacoda) potendosi permettere un passo decisamente più veloce.

Se il ‘muretto’ della Scuderia non si fosse concentrato su Verstappen, oggi non alla portata per Leclerc, avrebbe potuto allungare lo stint di Charles (come fatto con Sainz) e montare un set di soft per gli ultimi venti giri, strategia che ha messo le ali a Hamilton. Sarebbe stato possibile un rush finale in grado di impensierire Verstappen? Forse no, ma sicuramente Leclerc sarebbe salito sul podio. La scelta della mescola hard, accuratamente evitata da Red Bull e Mercedes, ha lasciato perplessi, visto che alla vigilia della gara nel paddock era una dei pochi punti fermi nella maggior parte delle squadre, ritenuta un secondo più lenta della media e con un warm-up problematico valutato in 4 secondi nei primi due giri.

Alla fine, sotto la bandiera a scacchi, ha preso forma uno scenario imprevedibile, che boccia la Ferrari in uno dei weekend nei quali (sulla carta) avrebbe dovuto fare bottino pieno. Il verdetto ungherese chiude ogni ambizione mondiale di Leclerc (se Verstappen prolungasse le sue vacanze fino ad inizio ottobre arriverebbe a Singapore, comunque, da leader della classifica generale) ed evidenzia dei settori in cui la Scuderia ha ancora del lavoro da fare.

Carlos Sainz, Ferrari F1-75

Carlos Sainz, Ferrari F1-75

Photo by: Steven Tee / Motorsport Images

“Torneremo provando a vincere ogni gara – ha chiarito Binotto – e il campionato è una conseguenza. C’è anche quello Costruttori, che non va dimenticato e che non è detto che non possa essere alla nostra portata. Ma prima dobbiamo capire cosa è successo oggi, su 13 gare disputate in questa stagione è la prima volta che non abbiamo avuto il ritmo in gara, e questo ovviamente porta amarezza. Non c’era motivo per non far bene in Ungheria, quindi siamo delusi, ma è il primo passo falso dopo 12 gare e non credo che ci sia nulla da cambiare, anche al muretto. Bisogna capire e correggere, abbiamo una base forte e cresceremo ancora”.

È vero che ogni passo falso è un’occasione per crescere, ma è anche vero che il gruppo di lavoro della Ferrari non è più di primo pelo. La squadra era giovane nel 2019, nel 2020, ma oggi non più. Si apprende sempre dagli errori, ma arriva anche un momento in cui gli errori comportano un prezzo da pagare, soprattutto quando ci si confronta con chi di errori ne fa molti pochi. Ed è se non altro un peccato che un progetto riuscito come la F1-75 non possa più dire la sua in chiave mondiale già prima della pausa estiva. Il tutto assomiglia molto ad una chance persa.

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