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Ferrari: una giornata no che non deve fare tendenza

Sainz 11esimo, Leclerc 16esimo e pure doppiato: la Scuderia nel GP di Francia non ha raccolto niente di buono, lasciando alla McLaren il terzo posto nel mondiale Costruttori con 14 punti di vantaggio. Le Rosse sono andate in crisi con le gomme anteriori mostrando un'usura anomala che non ha permesso ai piloti di lottare per le posizioni che avevano meritato in qualifica. Un brutto passo indietro per il quale a Maranello cercano delle rispsote.

Carlos Sainz Jr., Ferrari SF21

Jerry Andre / Motorsport Images

Una domenica da dimenticare, e non potrebbe essere altrimenti. Undicesimo Carlos Sainz, sedicesimo Charles Leclerc, un passivo di diciotto a zero nel confronto diretto con la McLaren, un bottino di tappa che riporta la squadra inglese al terzo posto nella classifica Costruttori.

Che quella del Paul Ricard non fosse per la Ferrari una domenica con grandi obiettivi è iniziato ad apparire chiaro dopo i primi dieci giri di gara, quando sia Sainz che Leclerc (rispettivamente in quinta e settima posizione in quel momento) hanno iniziato ad accusare un degrado molto accentuato delle gomme, soprattutto del pneumatico anteriore sinistro.

La conferma dei problemi lamentati dai piloti via-radio è arrivata al giro 14, quando Leclerc ha inaugurato i cambi gomme passando ad un set di hard. Un segnale inequivocabile che la gestione delle gomme sarebbe stata molto più complicata del previsto, ma la portata dei problemi che hanno condizionato la corsa di Leclerc e Sainz è stata più evidente nella seconda metà della corsa, quando le due rosse sono diventate facile bersaglio di tutte le monoposto che sono arrivate alle loro spalle, scivolando velocemente fuori dalla top-10.

Una lezione molto dura per la Scuderia, confermata non solo dall’ordine d’arrivo ma anche da altri dati molto indicativi. Nella classifica dei giri più veloci della corsa Sainz è risultato più veloce solo di Tsunoda e Mazepin, mentre Leclerc ha scalato qualche posizione grazie al set di medie montato in un secondo pit-stop, risultato comunque più lento di Norris e Vettel che di soste ne hanno fatte una.
“Abbiamo tentato la carta del secondo pit stop per cercare di migliorare la situazione con un set di medium più fresche – ha spiegato Charles – ma non è cambiato granché rispetto al primo stint: bene i primi tre o quattro giri, poi è iniziato di nuovo un fortissimo degrado.

Il sottosterzo lamentato in qualifica (soprattutto da Leclerc) sul giro veloce è stato mitigato dalla gomma nuova, ma in gara il problema ha presentato il conto, complice anche una pista più fredda e meno gommata nel previsto (soprattutto nel primo stint) a causa della pioggia caduta al mattino.
“Abbiamo faticato tanto con il degrado sin dai primi giri e ci siamo portati dietro questo problema per tutta la corsa, a prescindere dalla mescola di gomma montata – non sono riuscito a mantenere la posizione iniziale, nonostante tutti i miei sforzi. Dobbiamo analizzare quanto successo, capire il problema e cercare di affrontarlo al meglio”.

Nei long-run completati venerdì non era in realtà emerso alcun allarme relativo alla tenuta delle gomme, ma bisogna considerare che con la riduzione delle sessioni di prove libere da novanta a sessanta minuti, le simulazioni di gara sono ridotte a sequenze di otto o dieci giri al massimo, una distanza non sempre sufficiente a far emergere eventuali problematiche.

Le condizioni, abbinate all’asfalto del Paul Ricard, hanno reso per la Ferrari il Gran Premio di Francia la gara più complicata della stagione, andando ben oltre il peggiore scenario prevedibile. “Una domenica molto difficile – ha ammesso Mattia Binotto - che ci vede tornare a casa a mani vuote. Il rendimento degli pneumatici ha condizionato pesantemente la nostra gara. È una brutta battuta d’arresto, che ci deve servire da lezione ma, soprattutto, da ulteriore stimolo. È anche sull’esperienza acquisita in gare come questa che si costruisce una squadra più forte”.

Ora a Maranello dovranno far chiarezza sui motivi che hanno determinato una situazione allarmante. Non è da escludere che un problema di questa entità sia stato determinato da più circostanze sfavorevoli, come temperatura, pista e setup. Ma in vista della doppia trasferta austriaca servono certezze, soprattutto quella che il Paul Ricard resti un episodio isolato, da dimenticare in gran fretta.

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