F1 | Ferrari: un Leclerc superlativo per una scelta coraggiosa
La Scuderia ha chiuso a Monza una di quelle giornate da ricordare: le rosse dovevano essere le inseguitrici delle McLaren e, invece, grazie a una preparazione del GP d'Italia magistrale, Charles è diventato la lepre imprendibile. Un piano eseguito alla perfezione, senza sbavature. Ma per la rossa è stato un episodio o una svolta?
Charles Leclerc, Scuderia Ferrari
Foto di: Steven Tee / Motorsport Images
Fred Vasseur si è preso una pausa. “Forse il weekend più gratificante che un team principal è quello che chiudi con una doppietta dopo aver conquistato la pole position e condotto la gara senza problemi. Però…però, oggi c’è stata una componente emotiva incredibile. È, senza alcun dubbio, una di quelle giornate destinate ad essere ricordate”. Emozione è la parola giusta, il team principal della Scuderia sembra quasi scosso da quanto vissuto, poi riprende il controllo ma rinuncia a sedersi. La conferenza stampa lo vedrà sempre in piedi.
Al di là di tutte le valutazioni tecniche (e ce ne sono molte) i cinquantatré giri del Gran Premio d’Italia sono stati ad alto tasso emotivo, con un finale che ha tenuto tutto il box della Scuderia (e buona parte del pubblico presente in pista) con il fiato sospeso. Un copione perfetto per cuori forti nella scenografia perfetta davanti alla quale scrivere storie da ricordare.
Charles Leclerc fa festa con la Scuderia Ferrari
Foto di: Sam Bloxham / Motorsport Images
In casa Ferrari ci credevano un po', una chance legata soprattutto all’incognita ‘gomme’, vero punto interrogativo alla vigilia della corsa. Asfalto nuovo, pochi long-run, pista in evoluzione ed alte temperature, tutte variabili che le squadre hanno dovuto prevedere in prospettiva quando (sabato prima delle qualifiche) hanno deliberato i setup delle monoposto.
Nessuno tra i big aveva provato le gomme hard, ovvero la mescola destinata a coprire la maggior distanza in gara. Questa incognita ha impattato molto sulle previsioni degli strateghi: una o due soste? Una rarità a Monza (solitamente corsa con un solo cambio gomme) ma in mancanza di riferimenti la gara con due pit-stop era nelle strategie previste da tutte le squadre.
Charles Leclerc, Ferrari SF-24
Foto di: Sam Bloxham / Motorsport Images
La gara di Leclerc è iniziata subito nel migliore dei modi. Charles ha guadagnato una posizione su Russell alla prima variante e su Norris alla Roggia, sfilando secondo. Per dieci giri è rimasto in scia al leader Piastri, poi ha iniziato a perdere terreno subendo anche l’undercut di Norris alla quindicesima tornata. “Prima della gara ero convinto della sosta singola – ha ammesso Leclerc – ma dopo dieci giri abbiamo visto che la Red Bull, che montava gomme hard, ha iniziato a fare fatica con l'anteriore sinistra. Abbiamo cominciato a dubitare della sosta singola, poi quando mi sono trovato in testa dopo il pit di Piastri ho visto che in aria libera avevo più grip, specialmente all’avantreno. È stato in quel momento che ho pensato di potercela fare”.
La Ferrari non si è fatta condizionare dal rischio di una valutazione errata. L’incognita c’era tutta, ma come già visto in altre occasioni nel corso della stagione il muretto della Scuderia è andato dritto per la sua strada, e con entrambe le monoposto. A quindici giri dal termine è diventato chiaro che la McLaren dopo la seconda sosta si è ritrovata di colpo nel ruolo di inseguitrice e la Ferrari (puntando sulla sosta singola) in versione lepre. È iniziata una nuova gara ad inseguimento, un countdown molto veloce per il muretto ‘Papaya’ e incredibilmente lento per gli uomini in divisa rossa, inclusi i centomila di Monza (335 mila nel weekend record).
Charles Leclerc, Scuderia Ferrari
Foto di: Andy Hone / Motorsport Images
L’unica variabile su cui la Scuderia ha potuto fare affidamento in questa fase è stato Leclerc, e Charles ha risposto in modo eccezionale. Era stato il primo a passare alle hard (giro 15, quattro tornare prima di Sainz) eppure giro dopo giro Leclerc è riuscito a testa bassa a tenere a bada il cronometro. Passo costante, zero sbavature, con l’ombra di Piastri che cresceva sempre più negli specchietti e la consapevolezza che sarebbe bastato un bloccaggio in frenata a far svanire tutto. Charles (in versione uomo nero) ha guidato da leader, una prova a tutto campo che lo conferma per quello che è, un talento cresciuto molto negli anni che attende la chance mondiale per dire la sua.
Sotto certi aspetti Leclerc si è goduto Monza 2024 più di quanto avesse fatto nel 2019. Cinque anni fa era in un film molto veloce, che nel giro di pochi mesi lo aveva catapultato sotto i potenti riflettori che avvolgono i top-driver di Formula 1, da scommessa (per qualcuno azzardata) a rookie rosso in grado di mettersi alle spalle Sebastian Vettel.
Dopo quella stagione ha assaporato anche il lato duro di questo sport, anni deludenti, un tran-tran nel quale a promesse di gloria non è seguito quasi mai un presente all’altezza. Un percorso che ha reso Charles più solido e meno romantico. “Dobbiamo essere cauti – ha sottolineato - dopo Monaco abbiamo avuto le nostre quattro peggiori gare della stagione, quello di Monte Carlo è un tracciato molto particolare e anche Monza è una pista molto specifica, molti rettilinei e poche curve. Qui avevamo anche un'ala posteriore studiata per questa pista che ci ha aiutato a vincere, ma non penso che sia abbastanza per essere la macchina da battere per il resto della stagione, su altre piste credo che avremo ancora del lavoro da fare. Ma comunque, ora sono molto contento di aver vinto qui, a Monza”.
Charles Leclerc, Ferrari SF-24, festeggia la vittoria nel giro d'onore salutando i tifosi della rossa
Foto di: Zak Mauger / Motorsport Images
Meglio godersi il presente, quando questo è speciale, ed oggi va concesso a Leclerc e alla Ferrari di poter festeggiare una vittoria frutto di un lavoro tecnico importante abbinato ad una gestione di gara impeccabile. Ciò che sta emergendo in questa stagione è una Ferrari in grado di capitalizzare ciò che la monoposto è in grado di dare, un’attitudine che lo scorso anno era stata una delle criticità lamentata maggiormente da Vasseur. Quando i festeggiamenti termineranno e a Maranello inizierà il lavoro di preparazione per la trasferta di Baku, tutti metteranno a fuoco che nella classifica Costruttori il gap dalla Red Bull è di soli 39 punti.
È una partita realmente aperta, purché i timori (motivati) di Leclerc non siano confermati. La Ferrari è stata speciale su piste speciali, ora serve che il passo cresca anche su tracciati ordinari, che a dire il vero fino ad Austin non ci saranno. Baku e Singapore sono ancora tappe con caratteristiche particolari, ma i punti assegnati saranno pesanti. Se la domenica sera di Marina Bay la partita sarà ancora aperta, allora un piccolo pensierino iridato potrà prendere concretamente forma.
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