F1 | Ferrari: un cablaggio ha mandato in tilt due centraline
I tecnici della Scuderia stanno analizzando cosa abbia causato il ritiro di Leclerc nel GP del Bahrain mentre era al terzo posto. Il monegasco si è fermato per il ko della centralina della power unit, ma il black out pare sia stato determinato da una massa nell'impianto elettrico. Vibrazioni, surriscaldamento o errore di montaggio? La SF-23 del monegasco è sotto osservazione, mentre quella di Sainz è parsa indenne da ogni guaio.
La Ferrari indaga cosa abbia provocato lo stop di Charles Leclerc al giro 39 del GP del Bahrain, mentre il monegasco stava brillantemente difendendo il terzo posto che avrebbe dato alla Scuderia un piazzamento da podio con il quale leggere il primo weekend iridato in modo meno disastroso di quanto dicono i numeri.
La squadra del Cavallino, in virtù del quarto posto di Carlos Sainz, è quarta nella classifica Costruttori preceduta da Red Bull, Aston Martin (la sorpresa, ma poi neanche tanto) e Mercedes, mentre sembrava dovesse rivaleggiare contro i campioni del mondo.
La SF-23 ha mostrato tutte le sue fragilità, indicando quali sono le carenze da curare e risolvere. Cominciamo dal fatto più eclatante: lo stop di Leclerc per un problema elettrico. Centralina in tilt e power unit che si è spenta costringendo Charles ad accostare con la rossa ammutolita.
Charles Leclerc, Ferrari SF-23, dopo il ritiro per il ko della centralina
Il ko è arrivato dopo la sostituzione della batteria del sistema ERS in mattinata a cui ha fatto seguito anche il precauzionale avvicendamento della centralina. Non è servito a niente. Il problema si è riproposto puntualmente, segno che la CE è solo la conseguenza e non la causa di tutti questi guai.
È molto probabile che ci sia stata una dispersione di corrente in un cablaggio e all’improvviso l’elettronica sia andata in crisi, magari per effetto delle vibrazioni molto forti su una pista come quella di Sakhir o di temperature che possono aver cotto un filo: parliamo di un guasto che nella storia della Ferrari spesso è stato usato come scusa di altri problemi, ma si tratta di un guaio che non si è più visto nella storia recente del Cavallino.
E solo dallo smontaggio dei singoli componenti si capirà quali sono i possibili danni accessori che possono essere derivati dal black-out. I componenti che vanno in macchina vengono controllati dal reparto qualità, per cui è potrebbe esserci stato un errore di montaggio. Un errore umano.
Charles Leclerc, Ferrari SF-23
Photo by: Erik Junius
L’anomalia, infatti, ha riguardato solo la monoposto di Leclerc, il nuovo “Paperino” della Scuderia, richiamando sui social i guai che in passato avevano assillato Jean Alesi e Rubens Barrichello (senza voler tirare in ballo anche Chris Amon…).
Individuare il filo scoperto (o bruciato) non sarà facile, per fortuna c’è il tempo per sostituire i cablaggi. Sarà da capire quali effetti potrà avere lo stop di Charles: se si sono cotte entrambe le centraline, il monegasco sarà costretto a pagare 5 posizioni sulla griglia di partenza a Jeddah, trascinandosi anche al GP dell’Arabia Saudita gli effetti di una gara d’apertura disastrosa.
La SF-23 ha mostrato, purtroppo, anche altre lacune: il passo in gara è stato deludente. È parso chiaro che i tattici del Cavallino in qualifica abbiano risparmiato un treno di soft nuove non tanto per sperare di sfidare le Red Bull, quanto per difendersi dalla minaccia Aston Martin.
Piero Ferrari sorride con Bernie Ecclestone: il buon umore gli è passato vedendo la rossa in difficoltà...
Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images
Volete un dato: nel primo stint Leclerc non è andato più forte dello scorso anno con la F1-75 quando vinse la gara, mentre Verstappen ha incrementato il suo passo di sei decimi. Il consumo delle gomme è un problema. Forse amplificato dall’asfalto abrasivo di Sakhir.
Fred Vasseur ha detto chiaramente che il progetto della SF-23 non è sbagliato, ma c’è stato un problema di configurazione della vettura per il Bahrain. La rossa ha affrontato il primo appuntamento stagionale con un’aerodinamica troppo scarica alla ricerca dell’efficienza e delle velocità massime, ma pagando la carenza di grip negli pneumatici posteriori.
Da Maranello si scommette che nei prossimi appuntamenti non sarà lo stesso. Qualcuno recrimina il mancato utilizzo dell’ala più carica dotata di profilo principale con più corda e il supporto mono-pilone.
Nei test si era rotto il comando del DRS, mentre nelle prove libere si sono manifestate preoccupanti oscillazioni laterali che hanno consigliato di mettere da parte una soluzione che si è rotta. La Ferrari non aveva alcuna intenzione di usare l’ala più carica nel weekend di gara: l’obiettivo dei tecnici era di raccogliere dei dati per capire come sviluppare la SF-23, correlando i numeri con quelli della galleria.
Ferrari SF-23, dettaglio dell'ala posteriore più carica che ha mostrato pericolose flessioni in prove libere
Photo by: Giorgio Piola
Nel box c’era solo un esemplare e non la necessaria fornitura per partecipare a un GP con due vetture. I cedimenti hanno dimostrato una debolezza strutturale del mono pilone, una costruzione che non fa parte della cultura recente del Cavallino. Stupisce che a distanza di una settimana dalla bocciatura nei test non si sia trovata una soluzione per utilizzare una soluzione per qualche giro…
Se ci aggiungiamo che all’inizio delle qualifiche sempre Leclerc ha visto staccarsi la parte inferiore dell’ala di gabbiano in carbonio che c’è dalle ruote anteriori, emerge una debolezza della rossa anche in quelle che dovrebbero essere parti standard…
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