F1 | Ferrari: si chiama bypass duct e ha funzione aerodinamica
Subito dopo aver visto sulla SF-23 la presa d'aria sotto alla bocca dei radiatori e il periscopio che porta sulla pancia il flusso fresco, abbiamo pensato all'introduzione sulla rossa di una sorta di S-duct. A Maranello hanno chiamato questa soluzione bypass duct confermando che si tratti di un condotto inserito in un'area della monoposto dove ci sono delle libertà per sperimentare delle geniali soluzioni aerodinamiche. Sarà un caso unico quello della rossa o vedremo prossimamente delle copiature?
F.1 analisi tecnica di Giorgio Piola
Giorgio Piola è l’esperto di tecnica di Formula 1 che segue i Gran Premi dal 1964. Il giornalista italiano è considerato il più autorevole divulgatore dei segreti delle monoposto: i suoi disegni e le animazioni permettono di scoprire le novità introdotte dai team ai Gp.
La Ferrari sta facendo discutere il paddock con la SF-23: i tecnici del cavallino non hanno nascosto le soluzioni che hanno deciso di introdurre sulla nuova rossa già al primo giro in pista svolto a Fiorano durante la presentazione che è avvenuta sulla pista di casa, in uno scenario che ha permesso di assaporare un’aria genuina, autentica.
In mostra non c’era una livrea, non c’era un rendering magari camuffato con Photoshop per nascondere quei particolari che non si vogliono far vedere fino ai test collettivi in Bahrain della prossima settimana, ma c’era la macchina intera. Vera, verissima in tutta la sua bellezza.
Ai tifosi del Cavallino le forme sinuose e accattivanti possono diventare seduttive, ma i fan si aspettano una Ferrari competitiva che sappia sfidare la Red Bull di Max Verstappen e le Mercedes di Lewis Hamilton e George Russell. Del resto il team principal, Fred Vasseur, è stato chiaro fin dalle prime dichiarazioni: “La Scuderia punterà ai due titoli mondiali, perché a Maranello non manca niente per essere vincenti”.
Ferrari SF-23, dettaglio dell'ala anteriore con i cinque slot che sono dei deviatori di flusso
Photo by: Ferrari
E, allora, è stato l’aspetto tecnico ad aver preso il sopravvento: la Ferrari non si è nascosta, ma ha deciso di scendere in pista senza la maschera. L’ala anteriore, ridisegnata come il muso più corto, ha subito fatto discutere per quei cinque piccoli slot in carbonio che legano l’ultimo flap al terzo elemento. Maranello ha riproposto quella soluzione che la FIA aveva bocciato alla Mercedes nel GP del Messico dello scorso anno.
È bastato togliere dal regolamento tecnico 2023 una parolina, “principalmente”, per rendere perfettamente legale un concetto che la Stella voleva far passare come una serie di supporti strutturali, mentre avevano una spiccata funzione aerodinamica.
Ma la rossa ha esibito anche un’altra novità, una primizia tecnica che è destinata a far discutere ingegneri, osservatori e analisti. David Sanchez, creativo Head of Vehicle Concept, ha individuato delle aree della SF-23 dove dovrebbe essere possibile cercare della prestazione e l’equipe degli aerodinamici capitanati da Diego Tondi, Head of Aero Development, si sono inventati un S-duct.
Ferrari F2008: ecco il primo S-duct sul muso del 2008
Photo by: Giorgio Piola
Non sotto al muso come avevamo visto proprio sulla Ferrari nel 2008, ma sulla SF-23 l’S-duct genialmente collega la fessura verticale aperta alla radice del telaio, giusto sotto alla della bocca dei radiatori, con un condotto che fa sfogare il flusso da un periscopio bi-stadio che soffia sulla parte scavata della pancia.
E subito sono partite le congetture per capire a cosa potesse servire questo sistema: c’è chi ha parlato della presa verticale come di uno strumento finalizzato a raffreddare le centraline e quelle parti che fino allo scorso anno potevano trovare posto nell’abitacolo, mentre ora il cockpit deve essere stato liberato da qualsiasi accessorio per giuste ragioni di sicurezza.
Ferrari SF-23, dettaglio del condotto bypass duct
Photo by: Giorgio Piola
Altri hanno interpretato il “periscopio” come una presa aggiuntiva per il raffreddamento, considerato che la Ferrari dispone di radiatori più piccoli rispetto a quelli montati sulla F1-75.
In realtà lo stretto sfogo d’aria che si osserva ai lati dell’abitacolo non estrae direttamente il calore dalle pance: caso mai, con il flusso fresco che arriva da sotto le bocche, è possibile velocizzare il risucchio dell’aria calda dalle branchie, permettendo una migliore fluidodinamica all’interno delle pance e, quindi, le feritoie potranno essere più piccole a vantaggio dell’efficienza aerodinamica.
Ferrari SF-23. dettaglio tecnico del periscopio del bypass duct
Photo by: Ferrari
E, avendo scoperto come il sistema è stato chiamato dai tecnici del Cavallino, ogni dubbio si è sciolto: dentro il Reparto Corse si parla di “bypass duct”, per cui da questo momento adottiamo questo nome identificativo di una soluzione innovativa che è destinata a far parlare nei prossimi giorni.
La FIA, per esempio, non ha voluto ancora esprimere un parere sull’idea dello staff di Dondi, perché i controlli sulla legalità delle vetture non sono ancora finiti e ci saranno delle verifiche approfondite in Bahrain.
La Ferrari certamente ha informato la Federazione Internazionale sulla volontà di introdurre il “bypass duct”, ottemperando un regolamento tecnico che dallo scorso anno impone il rispetto di volumi e non misure, per cui il riscontro di certe idee diventa complicato se non si dispone di un programma CAD.
Diego Tondi, Capo Aerodinamico Ferrari
Photo by: Ferrari
In galleria del vento, Tondi e il suo staff (sono una ventina) devono aver visto dei vantaggi e a giudicare dai sorrisi dei piloti, Leclerc e Sainz, dopo il filming day di ieri, e dai dati raccolti in pista a Fiorano devono essere arrivate delle conferme ai numeri visti nei programmi di simulazione.
Il “bypass duct” verrà copiato da altre squadre o sarà un concetto esclusivo della rossa?
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