Ferrari: senza Resta si apre il mercato e niente Indy
La Scuderia è pronta a supportare la Haas con i suoi tecnici in esubero per l'introduzione del Budget cap e il passaggio di Resta alla squadra americana è la punta dell'iceberg. A Maranello hanno deciso di non varare un programma alternativo in Indycar, preferendo tenere il proprio know how in F1. Nel Reparto Corse è atteso l'arrivo di due pedine importanti, una sul fronte telaio e la seconda nell'area motori. Ecco le strategie del Cavallino.
La Ferrari non andrà in Indycar con un suo motore. La Scuderia non vuole diversificare l’attività in altre categorie, preferendo concentrare gli sforzi in Formula 1, lasciando che sia l’area GT di Antonello Coletta a lavorare per il ritorno al vertice del Cavallino nelle gare di durata per puntare alla vittoria assoluta alla 24 Ore di Le Mans.
A Maranello, però, devono fare i conti con l’introduzione del Budget cap che imporrà nel 2021 non solo un taglio drastico delle spese ma anche una revisione degli organici, per asciugare il personale.
Mattia Binotto aveva detto che la Ferrari non licenzierà, ma l’uscita di Simone Resta dal Reparto Tecnico alla volta della Haas testimonia che la Scuderia preferisce non perdere i suoi uomini, ma preferisce tenerli in Formula 1 evitando che possano perdere il contatto con la serie regina.
Resta, infatti, manterrà un contratto Ferrari, ma sarà girato alla squadra americana che provvederà al suo stipendio, riducendo così il monte dei costi. Simone dovrebbe essere la punta di un iceberg che seguirà l’ingegnere nell’avventura del team USA diretto da Gunther Steiner.
I maligni possono pensare che l’uscita di Resta sia dovuta agli antichi dissapori con il team principal, Mattia Binotto. In realtà il responsabile dell’area Ingegneria Telaio della Scuderia è l’avamposto di un gruppo che porterà a cementare ancora di più il legame diretto fra la Haas e la Ferrari.
Le voci dicono che il titolare Gene Haas potrebbe chiudere il rapporto di collaborazione con la Dallara per trasferire la squadra stabilmente in Gran Bretagna e avere come referente tecnico privilegiato la Ferrari.
La squadra di Maranello, quindi, potrebbe contribuire a un rafforzamento del team cliente che è il meno strutturato del paddock, distaccando delle figure che potranno portare il loro bagaglio di esperienza per fare crescere il team dove farà il suo debutto Mick Schumacher, pilota della FDA.
La Scuderia implementerà, quindi, i servizi che potrà fornire alla Haas nel rispetto dei vincoli stabiliti dai regolamenti e manterrà attivo il personale in esubero, affinché non vada disperso il know how acquisito, lasciando anzi la porta aperta a possibili rientri in futuro.
L’assenza di Binotto agli ultimi due GP (Turchia e Bahrain) è stata strategica per ridisegnare quello che dovrà essere la nuova organizzazione del Reparto Corse. Per il momento le responsabilità di Simone Resta saranno assunte da Enrico Cardile all’interno della nuova area telai, ma chiaro che nella squadra di Maranello manca un chief designer che possa impostare la monoposto a effetto suolo per il 2022.
È evidente, dunque, che nel Reparto Corse è atteso l’arrivo di un paio di acquisti che dovranno rinforzare il reparto tecnico e non è pensabile che a Cardile sia affidato lo sviluppo della SF1000 che correrà l’anno prossimo e la monoposto del riscatto del Cavallino in F1.
Le indiscrezioni parlano di due figure professionali: un telaista e un motorista che dovrebbero già essere in gardening dalle squadre di provenienza per essere attivi dall’inizio dell’anno prossimo. I nomi sono top secret anche se l’attenzione è puntata su tecnici in uscita da Mercedes e Red Bull, le altre due squadre che per effetto del Budget Cap dovranno tagliare gli organici.
Con lo spostamento di Resta alla Haas inizia una fase di trasformazione molto importante della Scuderia: il team del Cavallino dovrà asciugarsi per rispettare i vincoli di costo, ma non dovrà indebolirsi, cercando i rinforzi giusti nelle posizioni che potranno permettere un salto di qualità alla struttura.
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