Ferrari sceglie la via della continuità senza rivoluzioni
Nei giorni scorsi si è sentito il nome di Antonello Coletta come team principal del Cavallino al posto di Binotto, ma Camilleri punta sulla continuità. Tocca a Mattia mettere ordine in GeS e poi pescare eventualmente sul mercato.
Non ci saranno rivoluzioni alla Ferrari. La squadra del Cavallino deve ritrovare il bandolo della matassa di una SF1000 che non va, ma senza ribaltare il vertice della squadra come molti sostengono.
Tocca a Mattia Binotto guidare la Scuderia fuori dalle secche: la stagione non poteva cominciare in modo peggiore. L’autoscontro di domenica scorsa che ha messo fuori gioco Charles Leclerc e Sebastian Vettel ha impedito che si potessero raccogliere dei dati sullo sviluppo della Rossa, complicando il lavoro sull’evoluzione di una macchina che è nata male.
Oltre a un motore penalizzato dalle direttive tecniche (si parla di una perdita di potenza che arriva fino a 30 cavalli) si aggiunge un drag che rende la SF1000 come un “paracadute”. In Ungheria è previsto un intervento alla sospensione posteriore idraulica grazie al quale si dovrebbe trovare qualcosa in trazione, essendo la pista dell’Hungaroring di tipo stop and go, ma a parte l’adeguamento delle ali che devono essere di massimo carico aerodinamico, non si osserveranno altre modifiche eclatanti, come poteva sembrare.
Binotto è consapevole che il potenziale della SF1000 non è quello che si è visto su una pista ostica al Cavallino come il Red Bull Ring, per cui sta lavorando affinché la struttura tecnica sia in grado di esprimere ciò che la Rossa promette, ma non mostra mai.
In un’anticipazione del Corriere della Sera era stata lanciato il nome di Antonello Coletta al ruolo di team principal. L’attuale direttore di Competizioni GT e Corse clienti è a Barcellona per seguire il secondo appuntamento del Ferrari Challenge e, a quanto è dato sapere, è più che mai impegnato nel costruire un progetto per riportare il marchio di Maranello ai vertici della 24 Ore di Le Mans per cui sembra poco attratto all’idea di essere dirottato in F1.
Coletta è un manager molto stimato in azienda e, secondo alcuni, gode di supporti Sabaudi, ma attualmente è a digiuno di quanto accade alla Gestione Sportiva per cui un eventuale avvicendamento non potrebbe dare dei risultati se non a medio e lungo termine.
Louis Camilleri, CEO Ferrari, è convinto che non sia necessario intervenire sul team principal: è stato varato un progetto pluriennale di trasformazione della squadra che passa anche attraverso una compressione del personale per effetto dell’introduzione nel 2021 del budget cap (si parla di 300 persone su oltre 1.400).
Le nuove regole che entreranno in vigore nel 2022 impongono un approccio completamente diverso dall’attuale F1 e sbagliare ora la pianificazione del futuro significherebbe condizionare pesantemente il futuro, andando molto oltre un presente più che deludente.
La Ferrari, dunque, almeno al momento punta sulla continuità al vertice, evitando drastici cambiamenti. Binotto deve raddrizzare la nave che imbarca pericolosamente acqua da tutte le parti, ma mentre dovrà evitare le secche dove c’è rischio di incagliarsi, ma non dovrà navigare a vista. Sarà bene che si armi di binocolo per guardare lontano e cercare quelle figure che oggi mancano nel suo equipaggio.
La fase autarchica, che è stata inaugurata da Sergio Marchionne con la promozione delle seconde e terze leve, ha mostrato che ci sono delle risorse importanti all’interno dell’azienda, ma non bastano per sfidare la superiorità della Mercedes che si è ripresa anche la leadership di migliore motorista.
Non ci sorprenderemmo affatto se al posto di un team principal dovesse arrivare un direttore tecnico, visto che l’accoppiata formata da Enrico Cardile e Simone Resta non sta dando le soddisfazioni che a Maranello si aspettavano. Dunque, si potrebbero riaprire le porte della Gestione Sportiva per pescare figure professionali necessarie a completare un puzzle molto complicato da mettere insieme, ridistribuendo compiti e responsabilità, ma senza distruggere quello che si è costruito.
La SF1000 doveva nascere con il “motorone” al quale è stato messo la museruola dalla FIA: il progetto ha perso… in corsa un punto di forza che si è trasformato di debolezza, ma tutto il resto (telaio e aerodinamica) era stato pensato di conseguenza. Per cui ritrovare il filo non sarà facile, ma non si può credere che il livello della Rossa possa essere quello che abbiamo visto finora.
Ci vuole tempo, ma è quello che manca con un calendario super-compresso e con dei vincoli regolamentari, introdotti durante il COVID, che avranno salvato alcune squadre piccole dal default, ma che intanto hanno stecchito la Ferrari. E non si sa quale sia il danno più grande per il mondo dei GP.
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