F1 | Ferrari: quanto importante è stato toccare il fondo
Le due squadre top del mondiale sono partire da progetti completamente diversi, ma ora stanno convergendo verso soluzioni di sviluppo che sono sempre più spesso simili, alla ricerca di concetti che esprimano le capacità di sviluppo dei rispettivi reparti tecnici. La Scuderia non ha esitato a riprendere delle idee che Adrian Newey ha introdotto sulla RB18, come i generatori di vortice che sono apparsi nella chiglia della rossa. Cosa dobbiamo aspettarci per le piste veloci come Spa e Monza?
Ferrari F1-75, dettaglio del fondo
Giorgio Piola
F.1 analisi tecnica di Giorgio Piola
Giorgio Piola è l’esperto di tecnica di Formula 1 che segue i Gran Premi dal 1964. Il giornalista italiano è considerato il più autorevole divulgatore dei segreti delle monoposto: i suoi disegni e le animazioni permettono di scoprire le novità introdotte dai team ai Gp.
Chi se ne intende di aerodinamica sostiene che i generatori di vortice che sono comparsi sotto ai fondi nel definire le forme della chiglia delle monoposto a effetto suolo, saranno destinati a scomparire nel momento in cui le F1 troveranno l’efficienza che i tecnici stanno cercando in galleria del vento, segno che siamo solo alla prima fase nella comprensione delle regole che hanno riportato l’effetto Venturi al centro della ricerca.
Ed è interessante osservare, allora, qual è l’orientamento che è stato seguito dai due top team: Red Bull Racing e Ferrari sono partite da concetti di vetture completamente diversi e un po’ alla volta scopriamo che ci sono convergenze che spingono i tecnici a sviluppare idee che rendono le monoposto sempre meno diverse.
Il fondo Red Bull Racing RB18 copiato dalla Ferrari, ma poi abbandonato perché non ha dato i risultati attesi
Photo by: Giorgio Piola
Quando la RB18 ha adottato il marciapiede del fondo con un soffiaggio trasversale davanti alle ruote posteriori simile a quello della F1-75, ha suscitato un certo clamore il fatto che la Red Bull abbia copiato la Ferrari, senza trarre grandi benefici da una soluzione che poi è stata abbandonata, ma ad un’osservazione più approfondita della rossa possiamo dire che è molto più marcato l’effetto contrario, vale a dire che sono stati gli aerodinamici diretti da Diego Tondi a riprendere sulla vettura di Maranello idee che erano apparse sulla macchina di Milton Keynes.
Non è una critica, ma una semplice fotografia di una situazione che ha permesso alla Ferrari di evolvere la F1-75 nel corso della stagione, mantenendo una sogli di competitività che, purtroppo, non si è vista solo nel GP di Ungheria, laddove Maranello sperava di costruire una rimonta nei confronti del fuggitivo Max Verstappen.
Nel disegno di Giorgio Piola possiamo analizzare la rossa vista dal di sotto, mettendo in evidenza quali sono stati gli ultimi sviluppi che sono stati deliberati in galleria del vento alla ricerca di una maggiore efficienza aerodinamica.
Secondo i dati raccolti dal Cavallino, la Ferrari dispone di una power unit più potente di quella Red Bull RBPTH001, per quanto meno affidabile, visti i ripetuti cedimenti anche sulle unità dei team clienti (Alfa Romeo e Haas), ma “spendeva” qualche cavallo di troppo per una configurazione aerodinamica più resistente rispetto alla RB18, monoposto concepita per essere la “regina” delle velocità massime in fondo ai rettilinei, mentre la rossa eccelle per la trazione in uscita dalle curve.
L’ala più scarica che Charles Leclerc ha fatto debuttare in Canada ha permesso di migliorare la penetrazione dell’aria, ma è con lo sviluppo del fondo che si sono ottenuti i risultati più importanti.
Ferrari F1-75, dettaglio del fondo visto dal sotto
Photo by: Giorgio Piola
L’ingresso dei condotti Venturi sono stati ridisegnati e nella porzione più esterna (1) c’è stata una sensibile riduzione del flusso out wash da incanalare oltre la ruota posteriore, preferendo aumentare la portata d’aria superiore, per cui dal Paul Ricard abbiamo visto un “tetto” piatto e non più obliquo come prima, andando nella direzione che la Red Bull aveva già preso.
Anche il deviatore di flusso (2) è cresciuto nel tempo con dimensioni sempre più grandi: questa paratia verticale, infatti, permette di dividere in modo più netto l’aria sporca perturbata dai vortici nocivi generati dalla ruota anteriore, da quelli puliti che arrivano dalla parte anteriore. Pure questa evoluzione riprende delle idee che sono gemogliate dalla mente di Adrian Newey.
Ferrari F1-75, ecco com'era il fondo di inizio stagione
Photo by: Giorgio Piola
A Piola non è sfuggito nemmeno che la Ferrari ha modificato il disegno della chiglia della F1-75 dotata ora di un generatore di vortice in uno dei punti più delicati della monoposto: i chief designer ammettono che la parte inferiore della monoposto è forse quella più sottoposta a modifiche, ma difficilmente le novità possono essere puntualmente catalogate se le F1 non devono essere sollevate con un carro attrezzi, mostrando le loro… nudità.
Red Bull Racing RB18, dettaglio del fondo
Photo by: Giorgio Piola
La RB18 mostra delle gibbosità nella chiglia sia nella parte anteriore del fondo (1) e (2) che in coda (3) e mantiene il… pattino (4) che la Scuderia aveva adottato nelle prove libere del GP d’Australia e che poi aveva testato anche durante i collaudi delle gomme Pirelli 2023 a Imola subito dopo il GP dell’Emilia Romagna e del Made in Italy.
Il pattino Red Bull, anti-porpoising, ha trovato applicazione fissa non solo sulla F1-75 ma anche su molte altre F1 dimostrando la validità di una soluzione che sta dando ottimi frutti.
La stagione, dopo la sosta estiva, riprenderà con il GP del Belgio e con il Gp d’Italia che sarà intervallato in mezzo da Zandvoort: arrivano i tracciati veloci per cui vedremo le monoposto nelle configurazioni aerodinamiche più scariche, proponendo uno degli ultimi pacchetti di sviluppo della stagione. E sarà interessante scoprire quali strade andrà a seguire le convergenza delle soluzioni sulla via della competitività…
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