Ferrari: quando il troppo (brutto), stroppia!
Leclerc, 15esimo, e Vettel, 17esimo. La Ferrari paga 1"6 da Verstappen leader della prima giornata di prove del GP del Belgio: la SF1000 non è mai riuscita a mandare le gomme nella giusta finestra di temperatura per un assetto aerodinamico troppo scarico. La squadra di Maranello ha rimediato una così brutta figura che non può essere vera: si è persa la strada nello sviluppo. E dovrà essere ritrovato nella notte il bandolo della matassa.
Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images
In Formula 1, ma più in generale nel motorsport, bisogna sempre porsi qualche domanda davanti a escalation improvvise e crolli inaspettati.
La Ferrari vista oggi a Spa è realisticamente troppo brutta per essere vera, perché pur essendo ormai appurato che il progetto SF1000 è molto inferiore alle aspettative, chiudere una giornata con Charles Leclerc e Sebastian Vettel in quindicesima e diciassettesima posizione, è troppo.
I tempi dei due ferraristi (rispettivamente 1’45”440 e 1’45”683) sono risultati a sei ed otto decimi dal tandem Giovinazzi-Raikkonen, con la Williams di George Russell che si è infilata tra le due ‘rosse’.
La Ferrari vista oggi sul tracciato belga è una monoposto che naufraga nel secondo settore senza quella che è la contropartita tipica di Spa, ovvero un recupero più o meno buono nella prima e terza parte della pista.
Quando a ‘ballare’ non pochi decimi ma quasi due secondi (1”696 il distacco di Leclerc da Verstappen), i sospetti sono sempre in una sola direzione: le gomme.
Nel box della Ferrari faranno notte per riuscire a comprendere i motivi per cui Vettel e Leclerc non sono riusciti a mandare in temperatura gli pneumatici, nonostante siano state provate più soluzioni di setup. Un problema grave, perché confermato con tutte e le tre mescole portate in Belgio dalla Pirelli, sia nelle simulazioni di qualifica che nei long-run.
Le temperature di asfalto rilevate oggi (22 gradi) sono state molto più basse rispetto alle ultime gare ma era nelle previsioni. Di fatto gli avversari non si sono fatti trovare impreparati, mentre Vettel e Leclerc hanno dovuto remare.
Impietosa la ripresa on-board a Pouhon, con i due ferraristi costretti ad alzare parecchio il piede dall’acceleratore laddove molto avversari transitavano in pieno o con un leggerissimo alleggerimento.
Ora la domanda è: quale Ferrari è lecito attendersi domani?
L’impressione è che oggi il box del Cavallino abbia cercato quella velocità di punta che la power unit non può garantire (tra l’altro, giornata nera anche per i motori…) riducendo al minimo possibile il carico aerodinamico, una scelta che ha comportato una tassa pesantissima da pagare nel secondo settore.
Se il problema è (anche) questo, domani è realistico attendersi un passo avanti importante. Nessuno può sperare in una SF1000 in grado di dare fastidio ai top (club nel quale si candidano anche Renault e Racing Point) ma è ipotizzabile una ripartenza da zero dopo un reset, con l’obiettivo di rimettersi almeno in zona top-ten.
Nel venerdì nero della Ferrari c’è anche da registrare un problema importante riscontrato sulle power unit del Cavallino montate dalle due Haas. Sia Grosjean che Magnussen hanno disertato la FP1, riuscendo a tornare in pista solo nella seconda parte della sessione FP2, quando i meccanici hanno completato la complessa sostituzione del motore endotermico, turbo e MGU-H, montando elementi già utilizzati in precedenza per non scontare penalità.
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