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Ferrari: quando i pit stop sono più croce che delizia

Nel GP degli Stati Uniti ha fatto rumore il secondo cambio gomme della Scuderia sulla SF21 di Sainz che può essere costato qualche punto iridato nella lotta per il terzo posto nel mondiale Costruttori, ma a tutti è sfuggito che proprio la Scuderia abbia centrato il tempo migliore, sempre con Carlos, nel primo pit. C'è un po' di pressione sul Cavallino perché nelle ultime tre gare ci sono stati errori ricorrenti da evitare in futuro.

Carlos Sainz Jr., Ferrari SF21, pit stop

Foto di: Glenn Dunbar / Motorsport Images

Se guardiamo la classifica del DHL Fastest Pit Stop Award resteremo sorpresi perché la Ferrari nel GP degli Stati Uniti è stata la squadra più veloce nel cambio gomme nella prima sosta di Carlos Sainz. Non se n'è accorto nessuno, perché l'attenzione si è concentrata solo sulla seconda sosta del madrileno che, invece, è stata decisamente lenta.

I meccanici del Cavallino al giro 11 hanno sostituito gli pneumatici in 2”24, un tempo eccellente considerata la direttiva tecnica della FIA che è stata introdotta a Spa-Francorchamps, ma che è diventata attiva solo a Monza visto che in Belgio non si era corso.

Il record colto dalla Red Bull in 1”88 sarà irripetibile dopo che la FIA ha imposto una TD per il rispetto del Regolamento Tecnico della F1 che all’art 12.8.4 recita: "Qualsiasi sistema di sensori può agire solo passivamente". Con l’imposizione di un tempo di reazione di 0,15 secondi dal fissaggio della ruota all'abbassamento del cric e di 0,2 secondi dalla discesa della vettura all’effettiva ripartenza certi primati saranno impossibili.

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Mercedes, ma soprattutto Red Bull, avevano sviluppato una strategia del pit stop a rilascio automatico: la monoposto scendeva dai cric nel momento stesso in cui l'ultima ruota veniva chiusa. Adesso, invece, sono necessari sei consensi che definiscono il safe release: devono arrivare dai quattro meccanici che agiscono con le pistole e i due addetti ai cric e solo dopo si accende il semaforo verde.

Il tempo di 2”24 della crew di Maranello, quindi, è molto competitivo, ma cozza contro l’altra sosta di Carlos Sainz ad Austin: nel secondo pit stop al giro 29 ci sono voluti 5”65: troppi.

Lo spagnolo ha commentato con una certa delusione:"Con il secondo pit stop abbiamo provato l'undercut su Ricciardo ma per la terza volta consecutiva abbiamo avuto un problema con un pit stop lento. Non siamo riusciti a farlo e ci avrebbe reso più facile la vita. Di sicuro questa è stata una brutta gara per me".

La lista completa dei pit stop ad Austin

Pos. Team Pilota Tempo (sec) Giro
1 Ferrari Sainz 2.24 11
2 Aston Martin Stroll 2.27 34
3 Alpine Alonso 2.29 39
4 Mercedes Bottas 2.32 34
5 Alfa Romeo Giovinazzi 2.34 26
6 Red Bull Verstappen 2.40 10
7 Red Bull Perez 2.43 30
8 Mercedes Hamilton 2.44 37
9 AlphaTauri Tsunoda 2.45 32
10 Williams Russell 2.57 9
11 Alfa Romeo Giovinazzi 2.57 8
12 Alpine Alonso 2.58 7
13 Aston Martin Stroll 2.60 18
14 Ferrari Leclerc 2.62 32
15 Aston Martin Vettel 2.63 38
16 Williams Latifi 2.64 25
17 Haas Schumacher 2.66 11
18 AlphaTauri Gasly 2.69 10
19 McLaren Ricciardo 2.70 30
20 Mercedes Bottas 2.72 15
21 Haas Schumacher 2.75 34
22 Alpine Alonso 2.77 28
23 Haas Mazepin 2.77 37
24 AlphaTauri Tsunoda 2.77 9
25 Ferrari Leclerc 2.78 12
26 Alpine Ocon 2.83 25
27 Red Bull Verstappen 2.87 29
28 Mercedes Hamilton 2.89 13
29 Haas Mazepin 2.89 24
30 McLaren Ricciardo 2.92 11
31 Alfa Romeo Raikkonen 3.13 31
32 Alfa Romeo Raikkonen 3.23 12
33 McLaren Norris 3.24 10
34 Red Bull Perez 3.77 12
35 Aston Martin Vettel 3.83 17
36 Williams Russell 3.85 31
37 McLaren Norris 4.21 30
38 Ferrari Sainz 5.65 29
39 Haas Mazepin 9.00 1
40 Williams Latifi 11.37 5
41 Alpine Ocon 19.85 3

 

Lo staff guidato da Diego Ioverno è capace di picchi di rendimento e, purtroppo, frequenti cadute. Negli ultimi tre GP si sono sommati tre episodi che hanno penalizzato le prestazioni della rossa, impegnatissima nella battaglia per il terzo posto nel mondiale Costruttori con la McLaren.

La Ferrari è solo sesta nella classifica dei pit

Pos. Team Punti
1 Red Bull 424
2 Mercedes 240
3 Aston Martin 178
4 Williams 162
5 Alfa Romeo 161
6 Ferrari 146
7 Alpine 129
8 McLaren 95
9 AlphaTauri 80
10 Haas 1

 

In Turchia sempre Sainz è stato penalizzato da una sosta di 8”1 al giro 36, mentre in precedenza a Sochi era toccato a Charles Leclerc subire un cambio gomme di 4”8. Non deve sorprendere, quindi, se la Ferrari risulta solo al sesto posto nella classifica stagionale dei pit stop a dimostrazione che in quell’area c’è ancora molto lavoro da fare per essere davvero competitivi.

La squadra del Cavallino non era certo fra quelle che avevano estremizzato l’evoluzione delle pistole introducendo dei sensori nell’avvitatore che ad altri avevano permesso di rendere automatica l’uscita dalla piazzuola, eppure sembra accusare continui problemi.

Accoppiamenti e tolleranze

Sembra che il ritardo sulla posteriore destra di Austin sia stato dovuto a un problema umano nell'accoppiamento fra pistola e dado ruota, anche perchè il pilota non si è fermato nella posizione ideale.

Dettagli possono determinare grandi differenze: si stanno valutando lnche e tolleranze fra i due elementi per assicurare un più facile accoppiamento che assicuri un invito alla pistola sul dado senza correre il rischio che si spani, come è successo a Valtteri Bottas nel GP di Monaco.

È indubbio che i meccanici della Ferrari, considerati fra i più bravi della pit lane, siano sottoposti a uno stress aggiuntivo per il ripetersi dei guai durante le soste, segno che la pressione di un GP non ricade solo sui piloti e sul muretto…

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