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F1 | Ferrari: pronta al diritto di veto su RBR nuovo motorista?

Quelli che ad Abu Dhabi sembravano essere solo dei distinguo frutto di piccoli dissensi da appianare, in realtà potrebbero portare la Scuderia a porre il veto sulla Red Bull Powertrains come nuovo motorista. A Maranello non sta bene che la struttura campione del mondo possa avvalersi di extra bonus sul budget e di maggiore ore di sviluppo della power unit al banco prova. Come andrà a finire?

Logo Ferrari

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Questa volta pare che la Ferrari sia pronta a far valere il diritto il veto. La Scuderia non ha ancora firmato l’ingresso fra i Costruttori che aderiranno al regolamento dei motori 2026, sebbene la FIA avesse messo un limite che era fissato al 15 novembre.

A Maranello non piace l’idea che Red Bull Powertrains possa essere considerata un nuovo Costruttore di power unit e, quindi, come tale possa usufruire di una serie di concessioni delle quali beneficerà certamente l’Audi.

Charles Leclerc, Ferrari F1-75

Charles Leclerc, Ferrari F1-75

Photo by: Glenn Dunbar / Motorsport Images

Per il momento sono tre i motoristi che hanno aderito al bando 2026: Mercedes, Audi e, appunto, Red Bull Powertrains. Christian Horner ha ammesso di aver sottoscritto l’accordo, anche se la Ferrari si è messa di traverso, mostrando questa volta l’intenzione di far pesare il suo peso politico.

Per il Cavallino una struttura come RBP non può essere equiparata a un nuovo motorista, visto che la struttura di Milton Keynes si avvale della collaborazione tecnica della Honda e l’inevitabile travaso tecnico facilita la crescita del gruppo tecnico che è stato generato intorno a un gruppo di motoristi ex Mercedes che in blocco hanno lasciato la Stella per aderire all’ambizioso progetto di cui il capo è Christian Horner.

Sebbene le trattative con i giapponesi di proseguire la collaborazione anche oltre il mondiale 2025 non sia ancora andata in porto, la Ferrari teme che la squadra bi-campione del mondo in F1 possa acquisire un vantaggio tecnico con le concessioni (un extra budget e meno vincoli per lo sviluppo della power unit al banco prova) e, quindi, si mette di traverso facendo pesare quello è un suo diritto sancito alla sigla del rinnovo del Patto della Concordia.

Una Scuderia troppo spesso remissiva nelle scelte politiche (a Maranello hanno già ingoiato che la PU 2026 avrà un motore termico esageratamente semplificato, perdendo molti dei tools che rendono sofisticati gli attuali 6 cilindri turbo), questa volta avrebbe deciso di battere i pugni sul tavolo.

La Ferrari non firma, mentre la Renault è pronta a farlo e Porsche e Honda che hanno manifestato l’interesse sono state invitate a prendere posizione, salvo guadagnare tempo e manifestare l’idea di entrare in F1 a partire dal 2027, secondo anno del nuovo regolamento.

FIA e FOM come si comporteranno? Le contrarietà della Scuderia vanno oltre qualche dissenso e, dopo l’esperienza vissuta nel primo rendiconto del budget cap 2021, con la Red Bull che ha sforato i vincoli di spesa, vuole precise garanzie di equità, senza trovarsi di fronte a sorprese. Sarà interessante a questo punto scoprire come andrà a finire quello che si preannuncia un vero e proprio braccio di ferro…

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