Ferrari: perché Leclerc non ha preso le Mercedes?
Il monegasco non riusciva ad avvicinare Vettel nel primo stint del GP di Russia e poi non ha potuto attaccare Bottas dopo il secondo pit stop pur disponendo di una Ferrari competitiva anche a Sochi. Che il ragazzo punti alla pole e poi disponga di una macchina molto estrema?
Foto di: Simon Galloway / Motorsport Images
La domanda che alcuni si sono fatti dopo il GP di Russia è stata: come mai Charles Leclerc nel primo stint di gara non è riuscito ad avvicinarsi alla Ferrari di Sebastian Vettel che stava forzando il passo per non restituire la prima posizione al compagno di squadre?
Il monegasco non è riuscito nemmeno ad attaccare Valtteri Bottas dopo il secondo pit stop, quando il ragazzino ha voluto mettersi a parità di mescola, nella convinzione non troppo recondita di andare non solo a riprendere il finlandese, ma anche di sfidare The Hammer per la vittoria.
La risposta, probabilmente, si trova nella qualifica di Sochi, quando Charles ha inferto una vera lezione di guida a tutti i suoi colleghi lasciando Lewis Hamilton, autore di un giro a suo dire perfetti, a 402 millesimi e il compagno di squadra, Sebastian Vettel a 425 millesimi.
Un’eternità per la Formula 1 moderna. Un distacco che gli è valso la quarta pole position di fila e la sesta di quest’anno. Leclerc ha dimostrato ancora una volta di essere il pilota che è in grado di sfruttare tutto il potenziale della SF90, portando puntualmente la Rossa davanti alle frecce d’argento.
Perché se dovessimo stare alla prestazione di Vettel, la Ferrari si sarebbe rivelata in Russia la seconda forza alle spalle del penta-campione. Leclerc ha valorizzato il lavoro dei tecnici contribuendo a ridare entusiasmo a un team che aveva bisogno di un’iniezione di fiducia.
Fatte tutte le premesse doverose, viene il dubbio che Charles abbia estremizzato la delibera di un setup più finalizzato a scattare al comando, nella consapevolezza che essere in testa alla corsa significa avere già una mano sul Trofeo finale, vista la difficoltà di sorpasso nei “Tilkodromi”.
Il maggiore degrado delle gomme di Leclerc avrebbe alimentato questa teoria e il fatto che a parità di pneumatici il giovane ferrarista non sia riuscito a portare un attacco convincente ai danni di Valtteri Bottas che faceva da scudiero al capitano al comando.
Ne consegue che il pupillo di Nicolas Todt ha fatto un errore di valutazione nell’insistere con il muretto del Cavallino per effettuare il secondo pit stop in modo da calzare la SF90 con le rosse e a dispetto di quanto va affermando Toto Wolff, la Ferrari non aveva più la “birra” nell’aria sporca della W10 per mettere in difficoltà un attento Bottas, visto che la differenza di velocità alla speed trap è stata di soli 4,7 km/h (Leclerc 331,8 km/h e Bottas 327,1 km/h).
Mattia Binotto, Laurent Mekies e Inaki Rueda hanno dato piena fiducia al giovane astro emergente di Maranello, ma è normale che un ragazzo di 21 anni possa sopravvalutare un poco il suo potenziale in certe situazioni. Ma non dimentichiamoci che i quattro decimi della qualifica almeno in parte se li è… inventati lui!
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