Ferrari: perché il Cavallino è imbizzarrito?
Leclerc, nono. Vettel, dodicesimo. Le due Ferrari hanno deluso anche nella prima giornata di prove libere del GP d'Italia. La SF1000 soffre la mancanza di efficienza aerodinamica e la carenza di una cinquantina di cavalli di potenza, ma la Rossa è parsa inguidabile anche in uscita dalle curve con un comportamento imprevedibile per i piloti. Pare che ci sia anche la sospensione idraulica posteriore a fare le bizze, rendendo tutto ancora più difficile.
Foto di: Charles Coates / Motorsport Images
Charles Leclerc ha visto lontano spegnendo ogni entusiasmo per il GP d’Italia: anche a Monza la Ferrari non è competitiva. Il quadro che emerge dalle prove libere effettuate allo Stradale è desolante, proprio come a Spa, perché il monegasco ha concluso al nono posto il venerdì a 1”311 dalla Mercedes di Lewis Hamilton, mentre Sebastian Vettel è dodicesimo, staccato di tre decimi dal compagno di squadra.
La distanza dalle frecce nere è siderale, perché le W11 alla faccia del divieto del “party mode” rivelano una superiorità che sembra inattaccabile. Ma oggi il confronto non va fatto con le Mercedes che sono di un altro pianeta, ma con tutti gli altri.
E il bilancio di giornata piange, perché la Rossa chiude come la sesta forza in campo, ben sapendo che anche la Renault di Daniel Ricciardo sarebbe stata davanti nel giro secco se l’australiano non si fosse visto cancellare la sua simulazione da qualifica dai commissari sportivi, per cui si è dovuto accontentare del tempo ottenuto con le Medie. Altrimenti dietro alla Rossa ci sarebbero solo le due squadre clienti (Haas e Alfa Romeo) e la Williams.
Anche se in realtà il distacco dagli inseguitori delle Mercedes è esiguo: Lando Norris terzo con la McLaren è a poco più di quattro decimi e Max Verstappen, quinto con la Red Bull, è a tre decimi. Un buco che la Scuderia potrebbe chiudere come è solita fare dopo una prima giornata difficile, con il consueto lavoro notturno.
La speranza sarebbe di portare due Rosse in Q3, ma la realtà è tutt’altro che semplice perché davanti ci sono McLaren, AlphaTauri, Red Bull e Racing Point oltre alle frecce nere. E bastava guardare guidare Leclerc e Vettel per capire che i due piloti devono litigare con una macchina che non ne vuole sapere di stare in pista con un assetto a bassissimo carico aerodinamico.
La SF1000 è ingestibile: Sebastian Vettel è andato a “baciare” le protezioni con l’ala posteriore dopo un testacoda fra le due curve di Lesmo mentre stava effettuando il suo long run. Ed è andata un pelo meglio a Charles Leclerc che ha fatto le “sabbiature” nello stesso punto, evitando di perdere la macchina.
Ma se un giro è possibile metterlo insieme (il giovane monegasco non è troppo fiducioso di accedere alla Q3), il quadro sembra poco incoraggiante nel passo gara. Con il pieno la Rossa soffre. E allora non è solo una questione di potenza del motore mancante (i 50 cavalli in meno sono ormai assodati) e nemmeno di carenza del carico aerodinamico (a Monza non serve, è meglio avere una buona efficienza): evidentemente c’è anche dell’altro.
Vale a dire la sospensione posteriore a comando idraulico che non funziona come dovrebbe. Per avere un buon bilanciamento sarebbe necessario avere un assetto Rake ripetibile giro dopo giro. Macchina picchiata in curva e aderente all’asfalto in rettilineo per ridurre la resistenza all’avanzamento. Ma se la sospensione non funziona a dovere la monoposto ha reazioni imprevedibili che si ripercuotono tanto nella guidabilità per i piloti, quanto nella durata delle gomme.
Il sistema idraulico, insomma, non risponde come i tecnici si aspetterebbero: le aperture e chiusure degli orifizi a gas dovrebbero avvenire in modo programmato. E, invece, pare che questa soluzione sia stata deliberata tenendo conto di una power unit capace di spingere la Rossa con quei 50 cavalli in più che sono scomparsi per effetto delle direttive tecniche della FIA. E senza spinta sufficiente e senza la downforce necessaria, la Ferrari diventa un Cavallino imbizzarrito. Proprio come a Spa...
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