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Formula 1 GP dell'Arabia Saudita

F1 | Ferrari: nel 2024 pance tipo Red Bull, ora avanti con la SF-23

A Maranello hanno deciso che per il prossimo anno abbandoneranno le fiancate con lo scavo e andranno nella direzione della RB19, ma adesso c'è la piena volontà di insistere sulla SF-23 nella consapevolezza che il livello del Cavallino non può essere precipitato a quanto si è visto a Jeddah. I tecnici della GeS devono trovare perché la rossa non può permettersi in pista di girare all'altezza che è stata deliberata in galleria del vento e al simulatore.

Carlos Sainz, Ferrari SF-23

È una stagione da buttare? La Ferrari a Jeddah con la SF-23 è andata più piano della F1-75. I numeri sono impietosi e fotografano una situazione che è incredibile. La monoposto che avrebbe dovuto spingere il Cavallino a lottare per i due mondiali, arranca come se fosse azzoppata.

È evidente che c’è qualcosa che non quadra nelle prestazioni della rossa, scavalcata anche dalla deludente Mercedes. La Red Bull, come sembra ormai evidente a tutti, riesce a mantenere un’altezza da terra della RB19 che oltre a essere la più radente l’asfalto è anche costante.

Adrian Newey ha trovato la quadratura del cerchio? C’è chi insinua oggi una simulazione delle sospensioni attive, come fino a un paio di anni fa si parlava di simulazione delle ruote posteriori sterzanti per la Mercedes.

Nel 2024 la Ferrari si ispirerà all'aerodinamica della Red Bull RB19

Nel 2024 la Ferrari si ispirerà all'aerodinamica della Red Bull RB19

Photo by: Uncredited

Gli uomini Red Bull che sono entrati nel Reparto Corse nell’inverno non hanno mai parlato di “furbate” fatte a Milton Keynes, ma di uno sviluppo incessante di ogni componente della macchina che ha portato a risultati straordinari, perché la RB19 non mostra difetti, se non una debolezza del semiasse che si è rotto in qualifica nel retrotreno della monoposto di Max Verstappen.

La Red Bull esprime un potenziale che nessuno riesce ad avvicinare: l’Aston Martin, prima inseguitrice, è a un secondo al giro. Un’enormità per la Formula 1 moderna, specie se si considera che in qualifica i primi dieci non hanno pagato un secondo al poleman, Sergio Perez, e Charles Leclerc, al netto della penalizzazione per la sostituzione della centralina che lo ha fatto scivolare al 12esimo posto, era a 155 millesimi dal messicano.

Un giro non vale una gara, ma ha ragione Fred Vasseur quando sostiene che una macchina non può essere competitiva al sabato e diventare un “bidone” alla domenica. A Maranello hanno deciso di insistere nello sviluppo della SF-23. Due GP andati storti sono troppo pochi per buttare tutto a bagno e dedicarsi alla Ferrari del 2024 che, invece, diventerà una… rossa più conforme ai concetti di Milton Keynes.

Charles Leclerc, Ferrari

Charles Leclerc, Ferrari

Photo by: Ferrari

La pancia con lo scavo, quindi, lascerà il posto alle fiancate che cercano l’effetto Coanda per portare il flusso ad alta pressione che c’è sulla parte superiore del telaio, giù fino al fondo, ma nel frattempo bisogna trovare i giusti correttivi alla SF-23 che è risultata più lenta della sua antesignana.

Va ricordato che la Scuderia è stata la squadra più disponibile a collaborare con la Pirelli per lo sviluppo delle nuove gomme anteriori e il team di Maranello, grazie ai feedback raccolti dai piloti titolari, dovrebbe aver tratto utili indicazioni per l’orientamento del progetto 2023 e per la definizione del modello di gomma da introdurre nei sistemi di simulazione, rispetto alla semplice analisi dei numeri che tutte le squadre hanno, ovviamente, ricevuto.

La Pirelli ha irrobustito la struttura degli pneumatici anteriori per ridurre il cronico sottosterzo delle monoposto 2022, molte delle quali erano sovrappeso e, quindi, ne accentuavano il fenomeno: la Ferrari, pertanto, avrebbe dovuto trarre un beneficio dalla modifica e così non è sembrato.

Se la Red Bull resta un “ferro da stiro” sull’asfalto, la Ferrari diventa una “cavalletta” che accusa improvvise perdite di carico che ne fanno una macchina instabile specie nelle curve veloci. Il pompaggio aerodinamico porta al pattinamento delle gomme che, anche su una pista con un bassissimo degrado come Jeddah determina una significativa perdita di prestazioni. A Maranello sono convinti che la rossa possa valere il ruolo di seconda forza, considerando la RB19 fuori portata, ma la macchina è uscita dai parametri necessari a garantire le migliori prestazioni.

Il nuovo fondo della Ferrari SF-23 che non è stato usato nel weekend di gara a Jeddah

Il nuovo fondo della Ferrari SF-23 che non è stato usato nel weekend di gara a Jeddah

Photo by: Uncredited

Basta perdere un paio di millimetri di altezza e il comportamento della vettura cambia in modo drastico, uscendo dalla finestra di funzionamento degli pneumatici. Alcune modifiche hanno funzionato, altre no (il fondo aggiornato alla fine non è stato usato…).

L’ambiente è deluso, ma non depresso: all’interno della GeS c’è la voglia di dimostrare che non è quello mostrato in Bahrain e a Jeddah il valore della Ferrari. La prossima settimana ci sarà l’Australia, ma poi grazie all’annullamento del GP della Cina la F1 si concederà una sosta di tre settimane e la Scuderia avrà una grande occasione per trovare una soluzione ai suoi guai…

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