F1 | Ferrari: motore endotermico e turbo entrambi ko
Questa mattina è iniziato a Maranello lo smontaggio della power unit di Leclerc che è andata in fumo al giro 20 del GP dell'Azerbaijan, mentre Charles era in testa alla corsa. Ha ceduto un particolare nella testata che non ha mai accusato guai nello sviluppo del Superfast. In Canada il monegasco avrà un propulsore nuovo a zero chilometri, ma potrebbe usare il turbo dell'unità 1 senza andare in penalità. Sainz è stato fermato, invece, dalla pompa che comanda il sistema idraulico.


Il responso è difficile da digerire: motore termico e turbo ko. Lo 066/7 numero due che al giro 20 del GP dell’Azerbaijan si è schiantato sulla Ferrari F1-75 di Charles Leclerc, mentre il monegasco era al comando, è in fase di smontaggio nel reparto meccanica del Reparto Corse.
Il sei cilindri maledetto è arrivato a Maranello all’inizio della mattinata per quella che ormai si può considerare una… autopsia, dal momento che il cedimento in testata ha determinato un danno che si è esteso anche al turbo.
Come aveva detto Mattia Binotto già domenica sera, la Ferrari andrà in Canada con il motore 3, mentre potrebbe ancora utilizzare il sistema di sovralimentazione dell’unità 1 (come a Monaco) per evitare di andare in penalità.

Charles Leclerc, Ferrari, torna in garage dopo essersi ritirato dalla gara di Baku
Photo by: Sam Bloxham / Motorsport Images
Nel reparto motori diretto da Enrico Gualtieri c’è molto nervosismo perché a cedere, stando alle indiscrezioni che sono filtrate, è stato un elemento che non ha mai dato problemi da anni e, quindi, non era una parte a rischio. Si tratta di un pezzo che non viene prodotto in Ferrari, ma che viene assicurato da un fornitore che autocertifica la qualità di ogni singolo pezzo.
Nelle analisi che i tecnici stanno eseguendo potrebbe emergere cosa possa aver indotto la rottura che ha portato alla fumata azzurrognola che è uscita dallo scarico della rossa, prima di obbligare Leclerc ad accostare per il secondo ritiro.
Il motore che sarà montato in Canada sarà a zero chilometri e, quindi, non dovrebbe temere alcuna problematica di affidabilità, per cui i tecnici del Cavallino avranno il tempo per capire quali azioni adottare e se ci sarà la necessità di bonificare alcuni pezzi in previsione: è certo, infatti, che la Ferrari sarà costretta a smarcare un quarto, se non un quinto motore, in corso d’opera considerando una vita che si sta dimostrando decisamente più breve dei 7 GP.

Carlos Sainz, Ferrari
Photo by: Ferrari
Riguardo allo stop che ha determinato il ritiro di Carlos Sainz nel corso del giro 9 ci sono meno misteri: a rompersi sarebbe stata la pompa che comanda il sistema idraulico e che permette di gestire diverse importanti funzioni della vettura. Sul display del volante computer dello spagnolo è apparsa la segnalazione “brake by wire”, ma è evidente che il problema ai freni posteriori è stato un effetto (il sistema è andato in protezione) e non la causa del ko. Rotture non consuete che agitano il Cavallino.
Stop che non sembrano determinati dall’incremento delle prestazioni cercato nella sfida con la Red Bull: l’uso di mappature più o meno spinte non avrebbe messo in risalto pecche del motore “Superfast” che, in verità, di rotture al banco ne ha sommate molte nella fase di sperimentazione avanzata. Il motore 1 era stato deliberato con un po’ meno di birra in corpo, in attesa che i long run previsti sulla durata (oltre 7 mila chilometri) dessero semaforo verde a spingere di più.

Ferrari F1-75: la power unit 066/7
Photo by: Uncredited
Aspettiamo che la Ferrari esca con la consueta nota con cui Maranello ufficializza le rotture (e questo è merito che va riconosciuto alla squadra diretta da Binotto), mentre gli ingegneri stanno scandagliando anche gli altri problemi che stanno minando l’affidabilità dei motori 066/7 dei team clienti Haas e Alfa Romeo, alle prese con packaging della power unit diverse.
Nulla viene lasciato al caso: ogni indizio può essere utile a svoltare un campionato che sembrava nato sotto i migliori auspici per la Ferrari e che sta infrangendo i sogni iridati di Charles Leclerc. La partita non è finita e a Maranello non si sono arresi, consapevoli di avere fra le mani una macchina e un pilota vincenti…

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