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Ferrari marca anche Albon e Mercedes ne approfitta

La superiorità in qualifica della Rossa è stata contrastata dall'eccellente organizzazione di squadra della Mercedes che ha puntato sul fatto che in gara ci sarebbe stato meno graining. La Scuderia ha abboccato con Leclerc all'undercut della Red Bull e la Stella con un grande Hamilton ha corso puntando una sola sosta.

Il vincitore della gara Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W10, esegue un donut

Foto di: Steven Tee / Motorsport Images

Per cinque anni e mezzo la Mercedes ha dettato legge. Il ciclo ibrido ha premiato un progetto tecnico eccezionale, ma anno dopo anno dietro una monoposto di valore assoluto si è cementata una squadra altrettanto eccezionale.

Non in molti hanno reso merito al contributo di un gruppo di lavoro che ha avuto un ruolo chiave in molte occasioni, ma spesso i trionfi si sono liquidati con un pilota eccezionale ed una vettura straordinaria.

Cose vere, tra l’altro, ma il copione del Mondiale 2019 sta offrendo, un po' a sorpresa, uno scenario che ha posto sotto i riflettori proprio il contributo del team Mercedes, gli ingegneri che lavorano al muretto e al “remote garage”, ed ovviamente i piloti.

Negli ultimi tre Gran Premi la Mercedes ha dovuto iniziare gare ad inseguimento, a causa della superiorità confermata dalla Ferrari in qualifica, riuscendo a cambiare a suo favore l’esito delle gare. Il Gran Premio del Messico è stata una corsa iniziata senza riferimenti, a causa della temperatura dell’asfalto maggiore di circa 10 gradi rispetto alla giornata di venerdì, momento in cui le squadre completano le simulazioni di gara.

Il piano ‘A’ dei top team era una corsa con due soste, ma dopo il via il consumo delle gomme medie ha confermato giro dopo giro che i temuti problemi di graining erano decisamente minori del previsto. Per la Ferrari la gara è iniziata nel migliore dei modi, con Leclerc e Vettel sfilati nelle prime due posizioni alla prima curva, tutto regolare, senza imprevisti.

Le due rosse non hanno preso il largo, ma hanno comunque mantenuto le posizioni davanti a Albon e Hamilton senza problemi.

La prima scossa nelle posizioni di testa è stato il pit stop di Albon, al termine del quattordicesimo giro, e il muretto Ferrari ha reagito, richiamando ai box Leclerc la tornata successiva, e montando (come nel caso del pilota della Red Bull) un secondo set di gomme medie. In quel momento per il monegasco la strategia era decisa, ovvero sarebbe stata a due soste.

Il muretto box della Mercedes sapeva di dover differenziare la strategia per provare a sopravanzare le due Ferrari, e al giro 23 Hamilton è stato richiamato ai box per montare un set di hard.
“La decisione è stata determinata da due motivi – ha spiegato dopo la corsa Toto Wolff – sapevamo che dovevamo prenderci qualche rischio, visto che siamo partiti in terza e sesta posizione, e abbiamo visto che Ricciardo (partito con un set di hard) e Max (che ha montato un set di hard dopo la foratura al quarto giro) giravano su tempi molto veloci, migliorando i loro settori. A quel punto, dopo un bel po' di discussioni, James (Vowles) ha deciso di provarci”.

Prima di entrare in pit-lane Lewis era in seconda posizione, a 1"8 da Vettel, e dopo la sosta della Mercedes, Vettel e l’ingegnere Riccardo Adami hanno valutato la possibilità di fermarsi la tornata successiva.

Sarebbe stata una sosta a rischio, ovvero senza la certezza di mantenere la posizione davanti a Hamilton, ma sulla carta non era persa in partenza.

Vettel e Adami hanno poi valutato di proseguire, scelta che ha lasciato Seb in corsa per la vittoria, considerando che i tempi ottenuti dal tedesco non hanno confermato cali di performance. In Mercedes a quel punto hanno tirato un sospiro di sollievo, consci che se la gomma hard non avesse accusato un crollo, la gara era comunque in pugno, e Vettel il sorpasso l’avrebbe dovuto fare in pista.

Gli sforzi maggiori per la Mercedes sono stati fatti nel calmare Hamilton: “Ragazzi, queste gomme non arriveranno alla fine”, ha esclamato via-radio più volte il campione del Mondo, ma a quel punto è intervenuto Vowles: “Stai andando bene Lewis, fidati”. Ed in effetti giro dopo giro la scommessa si è confermata vincente, sempre con un occhio ai tempi di Verstappen, che alla fine di giri con il set di hard ne completerà ben 67.

Un problema è arrivato invece in casa Ferrari, due giri prima della chiamata ai box di Vettel, quando Seb si è trovato imbottigliato nel traffico perdendo circa 3"5 secondi. Dopo il pit Seb è tornato in pista a 8 secondi da Hamilton, con una gara ormai condannata.

Vettel avrebbe potuto anche perdere la seconda posizione, se Leclerc (il cui secondo stint non ha beneficiato come nelle attese del set di gomme medie nuove) non avesse perso quattro secondi durante il suo secondo pit-stop. A ringraziare maggiormente è stato però Bottas, che si visto aprire le porte di un podio che non era nelle previsioni dopo il botto di sabato.

A conti fatti i 71 giri percorsi oggi sul circuito Hermanos Rodriguez hanno premiato chi non ha commesso errori, e su questo fronte la Mercedes non ha avuto rivali.

L’harakiri di Verstappen, il cui ritmo di gara ha confermato che avrebbe potuto vincere con margine per la terza volta il Gran Premio del Messico, e le sbavature della Ferrari sui fronti strategia e pit-stop, sono lì a testimoniare che per vincere serve davvero tutto.

Una monoposto veloce, ovviamente, ed oggi la Mercedes ha trovato la quadratura con la drastica riduzione del graining, un team capace di leggere al meglio la corsa, ed ovviamente anche un pilota in grado di interpretare ogni cosa nel modo migliore.

Lewis ha fatto l’Hamilton, autore di uno stint impeccabile che lo ha visto alternarsi dalla modalità gestione a quella martello. A quindici giri dal termine è sembrato che le due Ferrari potessero arrivargli alle spalle con una certa facilità, ma il campione del Mondo ha saputo rispondere, proprio quando era il momento di farlo per far capire che la partita era chiusa. La festa Mondiale di Lewis sarà ad Austin, tra sette giorni, e la Formula 1 non potrebbe avere campione del Mondo migliore per essere rappresentata.

Il vincitore della gara Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, festeggia nel parco chiuso
Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1 e il vincitore della gara Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, festeggiano nel parco chiuso
Il vincitore della gara Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W10, nel parco chiuso
Il vincitore della gara Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, sul podio, con il trofeo
Il vincitore della gara Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, Sebastian Vettel, Ferrari e Mario Achi, promoter del GP del Messico, festeggiano sul podio champagne
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W10
Il vincitore della gara Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, festeggia sul podio con lo champagne
Il vincitore della gara Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, sul podio con il trofeo
Il vincitore della gara Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W10, esegue un donut
Sebastian Vettel, Ferrari
Charles Leclerc, Ferrari SF90, precede Sebastian Vettel, Ferrari SF90, Alex Albon, Red Bull RB15, Carlos Sainz Jr., McLaren MCL34, Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W10, e il resto del gruppo, nel giro d'apertura
Charles Leclerc, Ferrari SF90 precede Sebastian Vettel, Ferrari SF90 e Max Verstappen, Red Bull Racing RB15, alla partenza della gara
Charles Leclerc, Ferrari SF90 precede Sebastian Vettel, Ferrari SF90, alla partenza della gara
Sebastian Vettel, Ferrari SF90
Sebastian Vettel, Ferrari
Sebastian Vettel, Ferrari SF90, pit stop
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