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Analisi

Ferrari: l'importanza della qualifica per correre in aria pulita

A Silverstone la Scuderia ha sfiorato una clamorosa vittoria con Charles Leclerc. La SF21 è molto migliorata nella gestione delle gomme Pirelli (specie con la mescola media), ma per estrarre il massimo dalla Rossa i due piloti devono portarla il più avanti possibile in qualifica.

Charles Leclerc, Ferrari SF21, Lewis Hamilton, Mercedes W12

Charles Leclerc, Ferrari SF21, Lewis Hamilton, Mercedes W12

Andy Hone / Motorsport Images

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Che valore ha il secondo posto di Charles Leclerc con la Ferrari a Silverstone? La squadra del Cavallino nel GP di Gran Bretagna ha collezionato la seconda piazza d’onore della stagione, dopo quella di Carlos Sainz nel GP di Monaco.

I due piazzamenti hanno un sapore completamente diverso: lo spagnolo non è mai stato in lizza per la vittoria nel Principato, dal momento che la Red Bull di Max Verstappen è stata sempre imprendibile, mentre il compagno di squadra monegasco ha condotto la gara inglese fino al 50esimo dei 52 giri previsti.

Certo, il risultato finale non è cambiato, ma i due posti d’onore hanno un valore e un significato profondamente diversi. La SF21 è una monoposto che si esalta nelle curve lente, mostrando una trazione a bassa velocità davvero ineguagliabile, per cui sulle stradine di Monte Carlo aveva trovato il suo terreno di caccia ideale.

La pole position di Leclerc, poi rovinata dal brutto botto all’uscita della chicane delle Piscine, aveva lasciato intendere che la Rossa avrebbe potuto lottare per il successo. Una riparazione della vettura maldestra ha messo fuori gioco Charles prima del via, e Sainz, impossibilitato di puntare alla pole per la bandiera rossa esposta a causa del crash del compagno di squadra, nulla ha potuto contro Verstappen, ma nessuno si aspettava di vedere una Rossa protagonista a Silverstone, su una pista che, almeno sulla carta, doveva penalizzare la Ferrari.

Così non è stato. La Scuderia, probabilmente, ha beneficiato del nuovo format del weekend britannico: con l’introduzione della Sprint Qualifying al sabato, c’è stato solo un turno di prove libere che ha preceduto l’ingresso delle vetture in parco chiuso, limitando il lavoro di messa a punto.

Fin dai primi giri a Silverstone le SF21 sono parse competitive, segno che la preparazione del fine settimana svolta al simulatore ha dato esiti molto positivi, migliori di tante altre squadre. Ma quella poteva essere solo una “fiammata” da non giustificare la seconda fila di Leclerc in griglia e, in generale, una Ferrari in grado di far palpitare i suoi tifosi dopo il crash al primo giro fra Lewis Hamilton e Max Verstappen.

È vera gloria? Verrebbe da dire di sì perché i tecnici del Cavallino capeggiati da Enrico Cardile hanno fatto passi da gigante nella comprensione delle gomme Pirelli e, forse, la SF21 è una delle vetture che meno ha risentito del debutto degli pneumatici posteriori nuovi, con una costruzione più rigida. E non era affatto un dato scontato, anzi…

Nonostante una temperatura dell’asfalto che domenica ha toccato i 51 gradi, la Ferrari ha rivelato una perfetta gestione delle gomme medie nel primo stint di gara, mentre ha subito il prepotente ritorno della Mercedes di Hamilton che poi ha vinto con le hard, ma Leclerc ha tenuto un passo molto deciso sebbene abbia colto solo la 16esima velocità massima alla speed trap in 320,1 km/h e abbia collezionato solo il quinto giro più veloce in 1’30”569 a quasi nove decimi da Lewis.

“Dopo la Francia, dove abbiamo avuto problemi con la gomma anteriore, penso che il team si sia riorganizzato – ha spiegato Mattia Binotto - , ci abbia lavorato, e in qualche modo abbiamo compreso i punti deboli che abbiamo cercato di risolverle: sono due gare di fila che abbiamo avuto un buon ritmo in gara a dimostrazione che come squadra stiamo facendo dei progressi”.

“Questo è l’aspetto che più mi fa piacere ed è sicuramente quello più importante, anche per la seconda parte della stagione ora. Dopo 10 gare abbiamo 17 punti in più rispetto a quanti ne avevamo alla fine della scorsa stagione, segno che stiamo facendo progressi importanti”.

Al punto che la Ferrari va in Ungheria con l’intenzione di rompere l’incantesimo che le fa mancare il ritorno alla vittoria dal GP di Singapore 2019 con la SF90 di Sebastian Vettel. La Scuderia sembra aver messo le basi per rompere un digiuno soffertissimo, ma a Budapest la Rossa troverà di nuovo una pista amica alla SF21, anche se Sainz mette le mani avanti…

“Attenzione perché l’Hungaroring non è come Monaco e Baku che hanno lunghi tratti da seconda e terza marcia. Con queste monoposto da alto carico aerodinamico, il settore intermedio, rispetto a una volta, si percorre in quarta o quinta, segno che non è più una pista da bassa percorrenza, perché la velocità media è molto cresciuta”.

Messaggio ricevuto, ma se la Rossa è stata competitiva in Gran Bretagna, può esserla anche nel toboga ungherese. Con la cancellazione di Singapore, il prossimo appuntamento sarà il più favorevole alla Ferrari, ma il resto della stagione che Scuderia dovremo aspettarci, dal momento che non sono previsti sviluppi tecnici?

Il target resta quello di conquistare il terzo posto nel mondiale Costruttori, anche se la McLaren non perde colpi e mantiene un vantaggio di 15 punti su Maranello. La squadra di Woking, al netto del secondo posto di Leclerc, ha perso a Silverstone solo quattro lunghezze dal Cavallino, riavvicinando Daniel Ricciardo a Lando Norris.

Non s’illudano, quindi, i fan della Rossa, perché il divario da Mercedes e Red Bull resta considerevole anche se oggettivamente ridotto. La partita per il podio fra i team si giocherà sulla capacità in qualifica di estrarre sempre il massimo potenziale dalla macchina…
“Partire il più avanti possibile è fondamentale – ha chiuso Binotto – vuol dire che si può correre in aria più pulita. Norris in Austria e Leclerc a Silverstone hanno dimostrato come cambino le prestazioni rispetto a quando si è nel gruppo. E siccome al centro le differenze sono minime, diventa fondamentale essere il più avanti possibile”.

Concludendo: la Ferrari è cresciuta, ambisce al primo successo stagionale, ma non è detto che possa mantenere sempre lo standard che si è visto a Silverstone. La chiave sarà lo sfruttamento degli pneumatici: dove la SF21 saprà essere gentile con le gomme potrà ambire a posizioni di prestigio, diversamente dovrà accettare domeniche meno esaltanti, nella consapevolezza che sarà lo stesso per la McLaren.

La MCL35 M, fra l’altro, è una macchina difficile da superare: dispone di un ottimo motore Mercedes, certamente più potente dello 065/6 e può fare affidamento su un’aerodinamica efficiente che le consente eccellenti velocità di punta. Per questo partirle davanti diventa un imperativo…

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