F1 | Ferrari: la SF-24 ha perso a Baku pur essendo la più veloce
Nel debriefing della Scuderia dopo la sconfitta azera c'era molta delusione:i dati dicono che la SF-24 avesse un paio di decimi di vantaggio sulla McLaren, ma lo straordinario sorpasso di Piastri ha messo la SF-24 in aria sporca, limitando il potenziale della rossa nel finale. Ed è andata bene che Leclerc sia riuscito a concludere secondo...
Charles Leclerc, Ferrari SF-24
Foto di: Andrew Ferraro / Motorsport Images
A Maranello si mastica amaro. In Gestione Sportiva il secondo posto di Charles Leclerc sta stretto. L’aspettativa era di portare a casa un’altra vittoria dopo il successo del monegasco nel GP d’Italia. Secondo lo staff del Cavallino la SF-24 era un paio di decimi più veloce della McLaren di Oscar Piastri. A Baku si è ripetuto a ruoli invertiti ciò che si era visto a Monza, con la rossa vincente davanti ad una MCL38 superiore.
Sul Marc Caspio ha raccolto il massimo risultato l’eccellente Oscar Piastri, mettendosi alle spalle Charles Leclerc che ha perso la grande occasione per convertire la quarta pole position conquistata nella Capitale azera in un successo.
Senza voler togliere nulla al 22enne australiano che ha dato un saggio della sua capacità granitica nel tenere negli specchietti un avversario ostico come Charles per 32 giri, vale a dire da quando è andato al comando con un sorpasso da cineteca, non ha accusato la minima sbavatura, rivelandosi inattaccabile.
Charles Leclerc, Ferrari SF-24, subisce l'attacco di Oscar Piastri, McLaren MCL38
Foto di: Zak Mauger / Motorsport Images
Qualcuno ha acceso i riflettori sul flap dell’ala mobile posteriore che dava l’impressione di alzarsi ai lati del bordo d’entrata quando la vettura papaya era lanciata sui rettilinei: certamente il discutibile “accrocchio” della McLaren ha avuto la sua parte nella vittoria numero 2 di Oscar, ma nel debriefing della Ferrari si parla molto più chiaramente di una gara persa, che di un GP vinto dalla squadra di Woking.
Nella configurazione scarica della SF-24 c’era la convinzione di ripetere Monza, ma la squadra del Cavallino non è stata perfetta nel cercare il risultato. Leclerc non ha potuto effettuare il long run in FP2 perché dopo il botto in FP1 era stata sostituita la scatola dello sterzo e c’era qualcosa che non andava come Charles si aspettava. Nessun pezzo sperimentale da provare (non avrebbe avuto senso introdurlo a Baku, pista ostica per i piloti che devono trovare il limite sfiorando le barriere), ma un problema che non ha consentito al monegasco di valutare il degrado della gomma e si è dovuto basare esclusivamente sui dati (validi) raccolti da Carlos Sainz.
Leclerc poi ha fatto il suo siglando una pole position strepitosa e lasciando a distanza gli avversari (più di tre decimi Piastri e mezzo secondo Sainz!), pareggiando le 26 partenze al palo di un bi-campione del mondo come Mika Hakkinen. Anche alla partenza è stato esemplare mettendosi a condurre il GP dell’Azerbaijan con la dovuta autorevolezza. Il più sembrava fatto, anche se c’erano 51 giri lunghissimi da percorrere.
Charles Leclerc, Ferrari SF-24, al pit stop nel GP dell'Azerbaijan
Foto di: Sam Bloxham / Motorsport Images
Nel primo stint con le gomme medie la rossa ha allungato su Piastri costruendo un bottino di oltre sei secondi di vantaggio. Al giro 17 il monegasco si ferma al pit stop, rispondendo alla sosta di Oscar una tornata prima: il cambio gomme è rapido, ma l’outlap è cauto, troppo lento. Leclerc perde quasi tre secondi, dopo averne lasciato uno nel giro di rientro, quando le medie lo stavano ormai mollando. Il Principino si è attenuto alle indicazioni del muretto, se voleva, avrebbe potuto dare più birra.
A Piastri non sembra vero: disobbedisce all’ingegnere di pista che lo consiglia di stare attaccato alla rossa, aspettando un calo della gomma della Ferrari che in McLaren avevano previsto, e l’australiano infilza alla curva 1 del giro 19 un Charles, forse sorpreso dall’attacco tardivo e chirurgico. Nel debriefing Leclerc ha spiegato che non è andato a cercare guai consapevole della superiorità della SF-24, nella convinzione che avrebbe ripassato la McLaren per andare a vincere. E, invece, sappiamo che così non è stato: la Ferrari in aria sporca ha perso efficienza, non trovando la velocità necessaria con il DRS aperto di sorprendere la MCL38.
Il flap mobile della McLaren MCL38 con una torsione verso l'alto alla fine dei rettilinei
Foto di: Franco Nugnes
Si è tirato in ballo il flap più aperto della McLaren, ma andando ad analizzare i dati emerge un dato interessante: alla Speed Trap posta poco dopo l’ultima mini-piega (T20) posta oltre la metà del lungo rettilineo di oltre 2,2 km/h, Oscar Piastri ha toccato i 328.8 km/h, mentre Charles Leclerc non è andato oltre 325.5 km/h, mentre davanti al traguardo, poco prima della staccata di curva 1, la McLaren ha raggiunto i 341.0 km/h e la Ferrari, grazie alla scia, ha visto 346.3 km/h.
L’ala aperta della monoposto papaya avrà certamente inciso (altrimenti perché usarla), ma i numeri mettono in evidenza una Ferrari che nella fase di accelerazione sul dritto era un po’ meno incisiva della McLaren, anche se poi le due vetture sono state separate solo di 6 millesimi nel miglior tempo sul giro a favore della MCL38.
Leclerc ha capito che in aria sporca la rossa aveva visto svanire i due decimi di vantaggio sulla McLaren, ma restando attaccato a Piastri, senza perdere l’uso del DRS, poteva sempre sperare in un piccolo errore dell’australiano. Oscar è stato da… Oscar e non ha concesso nemmeno una sbavatura, mentre le gomme di Charles, proprio sul più bello, hanno cominciato a cedere. Senza l’incidente fra Sainz e Perez, Leclerc avrebbe concluso quarto. E sarebbe stata una beffa in un weekend nel quale poteva sperare nella vittoria.
L' incidente tra Pérez e Sainz
A Singapore la Ferrari, reduce dal successo di Carlos Sainz l’anno scorso, si approccia con la chiara intenzione di giocarsi le sue chance: la squadra di Maranello introdurrà un’ala anteriore pensata per il cittadino asiatico, in attesa che ad Austin arrivi quella con i flap flessibili in linea con quelli di McLaren e Mercedes. Non è un’illusione sperare nel sorpasso della Red Bull nel mondiale Costruttori: la squadra campione del mondo è a 31 punti, mentre sembra più difficile andare a prendere il team di Woking che di lunghezze di vantaggio ne ha costruite 51. Nel Reparto Corse continuano a spingere nello sviluppo perché questo è un mondiale imprevedibile e bellissimo. I soldi che sono stati spesi per l’ultima evoluzione della rossa non sono buttati via, perché quanto si apprende sull’uso estremo dei flap sarà utile anche il prossimo anno…
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