F1 | Ferrari: la pole di Leclerc segna la ripartenza della squadra
La Scuderia ha reagito alle difficoltà di una SF-24 inguidabile per i saltellamenti. I rinforzi al fondo hanno reso la rossa competitiva anche su una pista ostica come Spa. La Ferrari va in vacanza consapevole di avere un gruppo di tecnici capaci che anche senza Cardile è riuscito a riprendere il filo dello sviluppo. In attesa che a settembre...
Charles Leclerc, Ferrari SF-24
Foto di: Andy Hone / Motorsport Images
La pole position di Charles Leclerc ha un valore che supera la partenza davanti a tutti nel GP del Belgio. La squadra del Cavallino, prima della sosta estiva, ha dato un importante segno di vitalità, nell’appuntamento che sulla carta doveva essere il più ostico per la rossa.
Il monegasco, con la 25esima pole in carriera, supera due campioni del mondo come Niki Lauda e Nelson Piquet e si mette in scia a Mika Hakkinen, un altro iridato. Charles ha dato un saggio delle sue doti naturali nel momento in cui la pioggia ha quasi azzerato i valori tecnici sulla pista di Spa-Francorchamps, giustamente considerata l’Università della guida.
Charles Leclerc, Scuderia Ferrari
Foto di: Sam Bagnall / Motorsport Images
Abbiamo ritrovato il pilota capace di inventare la prestazione oltre il limite della macchina, ben assecondato dalla squadra che gli ha messo da parte un treno di intermedie nuove per l’ultimo, decisivo run.
Non sappiamo come andrà a finire la gara, ma la Ferrari può guardare alle vacanze con un certo ottimismo, per programmare la seconda parte della stagione 2024 con un certo ottimismo. La Scuderia nelle Ardenne ritrova la quadra, dopo quattro gare nelle quali sembrava aver perso la bussola. Canada, Spagna, Austria e Gran Bretagna sono state difficili, dure, durissime.
Il fondo della Ferrari SF-24 confermato a Spa
Foto di: Giorgio Piola
L’evoluzione del fondo che ha debuttato a Barcellona doveva far sognare il Cavallino e, invece, l’aumento del carico aerodinamico si è pagato con il male oscuro, vale a dire la ricomparsa del saltellamento che si può chiamare anche bouncing e porpoising. Risultato? Macchina inguidabile per le repentine perdite di downforce che tolgono fiducia ai piloti e scoraggiano gli ingegneri. Non si puà andare avanti nello sviluppo se non si trovano le soluzioni al male oscuro.
A Fred Vasseur va riconosciuto il merito di aver tenuto il polso duro nel credere negli aggiornamenti, consapevole che lo stop delle novità avrebbe fatto cadere la Scuderia a quarta forza. Nel momento in cui Enrico Cardile ha deciso di lasciare la Gestione Sportiva per rispondere alla chiamata dell’Aston Martin, il manager francese ha assunto il ruolo ad interim del direttore tecnico, affidandosi a un triumvirato di fiducia: Diego Tondi (aerodinamica), Fabio Montecchi (telaio), Marco Adurno (performance), in attesa che a inizio ottobre arrivi Loic Serra, l'esperto "veicolista" preso dalla Mercedes.
Diego Tondi, Capo Aerodinamico Ferrari
Foto di: Ferrari
In questa delicata fase è emerso il lavoro di Tondi: in Ungheria prima e in Belgio poi, il fondo che fletteva a Silverstone è stato adeguatamente irrobustito con dei rinforzi in carbonio visibili dentro alla vasca, solo quando questo componente è smontato. Si possono vedere delle strisce di composito che innervano alcuni punti strategici del pavimento.
Era facile perdere la calma sotto la pressione dei risultati che erano venuti meno: il gruppo non ha perso la sua solidità trovando in fretta le chiavi per portare in pista delle soluzioni che hanno indicato la strada per riprendere il cammino dello sviluppo. Per lo scoramento di giugno era facile pensare di bloccare lo sviluppo della SF-24 per dedicare tempo e risorse alla 677, quella che nel Reparto Corse è chiamata la Ferrari per Lewis Hamilton.
Ferrari SF-24, dettaglio tecnico dell'ala posteriore da basso carico
Foto di: Giorgio Piola
A Maranello, invece, consapevoli di aver ripreso la strada giusta, avrebbero deciso di destinare un piccolo extra-budget al dipartimento aero per la rossa di quest’anno (sempre agendo nei limiti ferrei del budget cap), nella convinzione che ci sono ancora appuntamenti nei quali la Ferrari può dire la sua per il bersaglio grosso.
Al rientro delle ferie vedremo piccoli aggiornamenti in Olanda, novità più sostanziose a Monza e poi a Singapore. Nel frattempo, Vasseur renderà pubblico il nuovo organigramma tecnico. Il triumvirato avrà un maggiore riconoscimento anche economico (si è scatenata una caccia al tecnico fra i quattro top team ed è giusto dare stabilità al sistema), mentre a questo gruppo si unirà il francese Serra che assumerà più deleghe di quelle che gli erano state affidate con Cardile al suo posto. È evidente che nel sistema manca un… coordinatore del gruppo di lavoro che dia le priorità e i tempi.
Loic Serra, Ferrari Head of Chassis Performance Engineering, Jerome d’Ambrosio, vice team principal della Ferrari dal 1 ottobre
Foto di: Ferrari
Nella GeS si parla di un nome formato da cinque lettere: c’è chi sostiene che sia proprio Serra (ma allora poteva già essere quanto meno annunciato) o chi scommetterebbe su Newey. L’inglese non farà mai il direttore tecnico, tutt’al più il consulente di lusso. Ma il genio ormai è dato lontano dai radar di Maranello, per cui resta una casella vuota per “Mister X”.
Il gruppo tutto italiano, intanto, non si ferma: la SF-24 va avanti e la progettazione della 677 è a buon punto con soluzioni che non hanno niente da spartire con la vettura attuale. Il telaio sarà nuovo con l’abitacolo spostato più indietro per cambiare la ripartizione dei pesi. La scatola del cambio sarà più corta e la sospensione anteriore avrà lo schema pull rod, seguendo un filone di sviluppo ispirato alla McLaren, ma proporrà anche un paio di soluzioni innovative…
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