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Ferrari: la doccia fredda del Ring deve far riflettere

Il settimo posto di Charles Leclerc nel GP dell'Eifel disillude i tifosi del Cavallino dopo la seconda fila del monegasco in qualifica. Se la SF1000 ha lavorato bene nel giro secco permettendo al monegasco di fare un "miracolo", la Rossa con il pieno di benzina ha deluso ogni aspettativa. Cerchiamo di capire cosa è successo in appena 24 ore di distanza.

Charles Leclerc, Ferrari SF1000

Charles Coates / Motorsport Images

Al Nurburgring non è piovuto se non poche gocce che non hanno affatto condizionato il GP dell’Eifel, eppure la doccia fredda della Ferrari ha fatto male.

Il settimo posto di Charles Leclerc al traguardo della gara tedesca riporta la Rossa nella sua posizione “naturale”.

Segno che ci siamo illusi che la seconda fila del monegasco in qualifica fosse il primo segno di una (lenta) ripresa e, invece, probabilmente si è trattato per lo più di una “magia” del giovane monegasco nel giro secco.

L’annullamento delle due sessioni di prove libere del venerdì ha giocato a complicare le cose perché le squadre non hanno avuto la possibilità di effettuare i long run di rito con il carico di benzina, per cui tutti si sono schierati per il GP tedesco senza avere troppi dati sull’effettivo passo gara.

E subito dopo il via è parso chiaro che la SF1000 non aveva il ritmo per reggere l’andatura di chi seguiva Leclerc. Del resto, il ragazzo in appena 5 giri aveva accumulato un distacco di oltre 12 secondi e al giro 6 è stato protagonista di un lungo alla prima staccata mentre si stava difendendo dai primi attacchi di Daniel Ricciardo.

Alla fine Charles ha dovuto chinare il capo a Renault, Racing Point e McLaren, per cui tutto è tornato come prima. A due terzi di gara Leclerc era già doppiato e solo l’ingresso della safety car ha permesso di ricompattare il gruppo. Ciononostante il ragazzo ha accumulato nei 15 giri finali un distacco di 30 secondi dal vincitore Lewis Hamilton.

È vero che Leclerc in regime di safety car è stato l’unico fra quelli di testa a non fare il pit stop e si è ritrovato con le medie più consumate a lottare con tutti quelli che avevano montato delle soft fresche se non nuove, ma il “principe” ha discusso via radio con la squadra che non aveva senso tornare sulle rosse (non ne aveva più di nuove) dopo quanto si era visto nel primo stint e ha preferito restare in pista, piuttosto che fermarsi.

Una scelta discutibile a posteriori, ma che comunque non avrebbe cambiato le carte in tavola. La Ferrari con il pieno non è competitiva e il primo stint è stato uno strazio.

I piloti con 17 gradi di asfalto (2 in meno rispetto alle qualifiche di ieri) non sono riusciti a innescare la temperatura delle gomme che hanno lavorato al di fuori della finestra prevista, mentre sabato in qualifica il “miracolo” era riuscito e la Rossa ha agguantato una sorprendente seconda fila.

Dunque si può dire che la gomma nuova per un giro può aver mascherato i problemi che emergono nei long-run quando c’è un maggiore carico di carburante.

Non aver effettuato i long-run di venerdì non ha permesso di capire il vero passo della Ferrari: evidentemente con il pieno la sospensione posteriore che ha lavorato bene nel giro secco, ancora non funziona a dovere e i tecnici del Cavallino avranno da lavorare sodo per evitare che le prossime gare con temperature invernali (Portimao e Imola) possano concludersi con lo stesso risultato.

Ma è evidente che un passo avanti c’è stato e qualcosa è stato sbagliato nella preparazione della corsa, mentre altri, più in difficoltà nella qualifica, sono venuti fuori alla distanza. A Portimao farà il suo debutto il nuovo fondo con un diverso estrattore posteriore, proseguendo l’evoluzione della SF1000 in direzione 2021.

Quella portoghese sarà una pista nuova per la F1 della quale si hanno pochi dati perché non ci si è mai gareggiato e con i suoi saliscendi sarà fondamentale non perdere i due turni di prove libere del venerdì per trovare una messa a punto adeguata anche per la gara, in modo che le magie di Leclerc in qualifica non accendano aspettative che si frantumano la domenica in una cocente delusione.

E se non è piaciuta la gara di Charles, non si può giudicare quella di Sebastian Vettel: il tedesco è partito con la mescola hard, la meno adatta per il freddo del Ring. Lo si è visto all’11esimo giro quando nel tentativo di attaccare Antonio Giovinazzi con l’Alfa Romeo, ha bloccato l’anteriore partendo in testacoda nella via di fuga.

Alle giravolte del quattro volte campione del mondo negli ultimi due anni ormai ci abbiamo fatto l’abitudine, ma è evidente che Seb soffre la SF1000 e non appena osa rischiare un pelo di più paga con un errore.

La Ferrari non può rassegnarsi a queste prestazioni. Il barlume di speranza dato dal “principino” indica una strada da percorrere. Probabilmente mancano ancora delle tessere del puzzle perché il mosaico si completi e la visione sul futuro diventi più chiara, ma il tempo passa inesorabilmente…

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