F1 | Ferrari: la correlazione in galleria ha ridato la competitività
Jock Clear, capo dell'ingegneria del Cavallino, ha spiegato a Singapore in quale modo la Scuderia sia riuscita a ritrovare la strada della competitività dopo le difficoltà di sviluppo che erano emerse in Spagna, quando era stato presentato un pacchetto di aggiornamento che doveva dare prestazioni. Intanto è tornata operativa la galleria aggiornata.
Carlos Sainz, Ferrari SF-24
Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images
La galleria del vento della Ferrari è nuovamente operativa dopo che nella sosta estiva era stato programmato un importante aggiornamento del wind tunnel con il nuovo tappeto mobile in grado di migliorare la mappa aerodinamica con un maggiore grado di imbardata della modello e con l’adozione di software più evoluti, capaci di rilevare informazioni più precise alla ricerca di una correlazione fra il mondo della simulazione e la pista.
Mentre McLaren e Aston Martin hanno già rifatto da zero le loro gallerie e la Red Bull sta procedendo con una nuova realizzazione a Milton Keynes (ospitando anche la Racing Bulls), la Scuderia, disponendo di uno strumento ancora all’avanguardia, si è limitata a rivedere l’impianto che era stato progettato dall’architetto Renzo Piano.
Jock Clear, capo dell’ingegneria Ferrari, a Singapore ha spiegato come la Scuderia abbia superato l’impasse emersa nell’estate con lo sviluppo della SF-24 che è stato condizionato dalla ricomparsa del saltellamento con l’aggiornamento aerodinamico introdotto nel GP di Spagna.
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Foto di: Giorgio Piola
Gli aerodinamici guidati da Diego Tondi avevano trovato un leggero aumento del carico aerodinamico, ma la maggiore disponibilità di downforce aveva ripresentato il fenomeno del bouncing nelle curve più veloci del circuito di Barcellona togliendo ai piloti la fiducia, per un comportamento della vettura molto variabile da un giro a quell’altro.
Dettaglio del fondo della Ferrari SF-24 in Ungheria e dello sfogo del calore della PU
Foto di: Giorgio Piola
La Ferrari, quindi, è stata costretta a fare un passo indietro in Austria e Gran Bretagna, proponendo un fondo rivisto in Ungheria, prima della pausa estiva, in attesa che arrivasse a Monza una soluzione più definitiva. Sono state diverse le squadre, ad esclusione della McLaren, a retrocedere con gli sviluppi, rallentando l’evoluzione delle monoposto rispetto ai piani che erano stati varati.
Ferrari SF-24: ecco il nuovo fondo per il Gran Premio d'Italia
Foto di: Giorgio Piola
Charles Leclerc ha vinto il GP d’Italia e a Baku ha colto il secondo posto dietro a Oscar Piastri con la MCL38 dopo aver firmato la pole position, mentre il bilancio di Singapore è stato molto negativo solo per i reiterati errori dei due piloti, mentre la SF-24 aveva mostrato un potenziale per essere, forse, l’unica sfidante dalla McLaren.
Jock, in un ristretto incontro con i media, ha spiegato che i tecnici del Cavallino sono stati costretti a fermare gli sviluppi, dovendo trovare l’anomalia nella correlazione fra i dati di galleria e la pista.
"Non si è mai completamente sicuri sugli aggiornamenti che si portano – ha detto Clear – ma la sensazione è la domanda più frequente, anche in altre squadre era se si era persa la strada. E sicuramente dopo la Spagna, non pensavamo di aver perso la strada, ma era emerso che c’era qualche anomalia tra ciò che vedevamo in galleria e i dati che leggevamo in pista, per cui bisognava capire cosa stava succedendo”.
Jock Clear, ingegnere Ferrari, con Felipe Massa
Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images
La Ferrari, quindi, ha rivisto il processo di sviluppo…
“Scopri un’anomalia, la analizzi e cerchi di capirla per poi rimetterti in carreggiata. Ed è quello che abbiamo fatto, per cui siamo tornati sulla strada giusta. Ora dobbiamo tenere gli occhi ben aperti per evitare un’altra possibile anomalia, perché a volte gli sviluppi non funzionano: il processo di crescita consiste proprio nel provare qualcosa di nuovo ogni settimana. Ora siamo convinti che il nostro processo di crescita funzioni, e crediamo di essere al top in tutto. Ma aspetteremo anche la prossima… buccia di banana."
La monoposto a effetto suolo sono molto sensibili all’altezza da terra: tanto più il fondo riesce a essere radente il suolo e più si riesce a generare del carico aerodinamico, ma la vettura in pista è sottoposta a manti con rugosità e bump che ne modificano il comportamento, con repentine perdite di downforce nelle più diverse condizioni dinamiche.
La galleria del vento Ferrari è stata aggiornata ed ora è nuovamente operativa
Foto di: Ferrari
Piccole variazioni di altezza determinano improvvise perdite di carico che rendono la macchina difficile da controllare perché diventa imprevedibile nelle reazioni, togliendo anche fiducia ai piloti.
“In galleria il pavimento è piatto – prosegue Clear – ma quando si sale su un cordolo cosa succeda quando inizia a rimbalzare, nel wind tunnel non puoi vedere certi fenomeni. Certo possiamo far rimbalzare la macchina sul tappeto, ma i dati non sono coerenti con quello che accade in pista. È chiaro, quindi, che è impossibile avere una correlazione al 100%. La piena fedeltà dei dati non esiste".
"Con l’effetto suolo bisogna cercare di limitare le perdite di carico: in cinque millimetri di altezza si può perdere tutta la downforce oppure generare il massimo del carico. È in quest’area ristretta che si gioca la partita della competitività…”.
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