Ferrari: il motore 2021 anticipa concetti del "Superfast"?
La Scuderia sta sviluppando al banco la power unit per la prossima stagione: non sarà un 6 sei cilindri rivoluzionario, ma adotterà alcune soluzioni pensate per il progetto 2022 e monterà un turbo un po' più piccolo per migliorare anche il rendimento della MGU-H, oltre a un intercooler innovativo. Scopriamo di che si tratta: il team di Maranello dovrebbe recuperare una trentina di cavalli dopo l'espiazione a cui è stata sottoposta dalla FIA quest'anno.
Mattia Binotto parla in termini positivi del motore 2021 che sta girando al banco di Maranello. Si tratta di una power unit Ferrari che, almeno in parte, dovrebbe colmare il gap di potenza dal Mercedes F1 M11 EQ Performance che ha dominato nella stagione 2020 conquistando con Lewis Hamilton il settimo titolo piloti e il settimo mondiale Costruttori di fila dell’era ibrida.
Al momento i dati dicono che l’unità esprime gli stessi cavalli della power unit di quest’anno, ma si tratta di un propulsore 6 cilindri figlio di quello che sta correndo, mentre prima dell’omologazione del motore della prossima stagione sono attese delle soluzioni che dovrebbero anticipare quanto Wolf Zimmermann sta studiando con gli austriaci dell’AvL per il 2022.
E stiamo parlando del motore che internamente viene chiamato “Superfast” perché adotterà una camera di combustione capace di assicurare una fase di scoppio con tempi di accensione rapidissimi, avvicinandosi sempre più ai concetti noti nei motori diesel, senza arrivare alla soluzione HCCI che potrebbe tranquillamente fare a meno della candela per innescare la scintilla.
Il 6 cilindri, quindi, avrà condotti di aspirazione (e di scarico) completamente diversi tornando alla filosofia tumble, anziché quella swirl in uso adesso. La sensazione è che si possa migliorare la combustione con i moti turbolenti che possono influenzare positivamente la velocità di propagazione della fiamma e dando omogeneità alla miscela aria-benzina.
Si tratta di un ritorno all’antico con una semplificazione delle scelte (in linea con i passi fatti anche dalla Mercedes) che, in virtù dei più recenti materiali, dovrebbe consentire una ricerca delle prestazioni senza intaccare l’affidabilità.
Con i nuovi condotti di aspirazione e diversi alberi a cammes in distribuzione, l’aspirazione Tumble dovrebbe migliorare la capacità di generare turbolenza verso la fine della corsa di compressione in modo da accelerare e stabilizzare la parte iniziale del processo di combustione.
Il vortice (non esistono sono solo in aerodinamica, ma anche nella fluidodinamica dei motori) che si forma nella fase di aspirazione, subisce uno schiacciamento durante la compressione, riducendone la dimensione ma aumentandone l’intensità.
Per ottenere una maggiore energia cinetica bisogna disegnare un condotto che non solo acceleri il flusso, ma che anche lo diriga con precisione per assicurare un’accensione che determini la migliore propagazione di fiamma evitando pericolose detonazioni.
La tedesca Mahle, infatti, sta ridisegnando i pistoni: il cielo, in particolare, dovrà essere completamente rivisto per rispondere ai nuovi canoni di progettazione.
Stando alle indiscrezioni ci sarà un intervento per migliorare anche il recupero di energia elettrica dalla MGU-H con un turbo che sarà leggermente più piccolo per favorire un tempo di risposta più rapido. Non solo ma è prevista l’adozione di uno scambiatore di calore per il compressore piuttosto innovativo per concezione e disegno.
Insomma la Ferrari non farà una rivoluzione: è escluso che turbo e compressore siano distanziati come hanno scelto Mercedes e Honda, a Maranello hanno preferito non intaccare l’architettura della power unit, ma il puzzle di novità dovrebbe sortire un incremento della potenza (soprattutto ai valori medi) di una trentina di cavalli, considerando che l’anno di “espiazione” voluto dalla FIA sia ormai finito.
La “cura” degli uomini di Enrico Gualtieri dovrebbe dare qualche risultato per riagganciare stabilmente la Ferrari agli altri top team, senza avere la frenesia di sfidare la Stella per il titolo iridato, tenuto conto che la Scuderia affronterà la stagione 2021 con una SF1000 per quanto rimaneggiata nell’aerodinamica.
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