F1 | Ferrari: i punti cardine della strategia di Vasseur
Con la nomina di Frederic a team principal, la Ferrari chiude una fase di transizione: il francese sarà operativo dal 9 gennaio, ma nel frattempo ha già messo le basi a quello che sarà il suo programma di lavoro. Non ci sarà una epurazione, ma una ristrutturazione all'intero della squadra. E non è detto che Simone Resta rientri a Maranello dalla Haas nel ruolo di direttore tecnicvo: e se fosse l'incaricato di curare la monoposto 2024?
Nessuna sorpresa, tutto secondo un copione che era già stato scritto. La Scuderia chiude il ciclo di Mattia Binotto e si lancia nel futuro con Frederic Vasseur. Ha scelto un manager francese che ha trovato tanti supporter illustri che lo hanno spinto a Maranello, a cominciare da Carlos Tavares, potentissimo CEO di Stellantis. E il sogno dell’ingegnere aeronautico si materializza qualche anno dopo l’incontro con Sergio Marchionne che lo aveva già individuato come possibile uomo di vertice del Cavallino.
Da allora i rapporti fra i due team principal non sono stati più gli stessi e, anzi, c’è stata una divaricazione di interessi che ha portato l’Alfa Romeo a cedere il ruolo di team junior alla Haas, scegliendo anche per la monoposto a effetto suolo 2022 di rinunciare ad alcune facilities tecniche come la trasmissione e la sospensione posteriore della F1-75, per dedicarsi a un progetto proprio, più autonomo dal Cavallino.
Frederic Vasseur, team principal della Ferrari
E si è chiusa la porta di Hinwil anche per il pilota del Cavallino, visto che il secondo sedile sembrava riservato a un giovane FDA e, invece, è stato messo in caldo per il cinese Guanyu Zhou. La Sauber esce gradualmente dall’orbita Ferrari per diventare il nuovo centro gravitazionale intorno al quale l’Audi sta programmando il suo debutto in F1 dal 2026 con il debutto delle nuove power unit.
La Ferrari affida le chiavi della GeS a Vasseur, ma il mandato che riceverà il transalpino sarà molto più stretto del potere che si era preso Binotto a fronte di un’azienda troppo spesso silente se non mancante.
Il presidente, John Elkann non è certo un comunicatore, ma uomo di numeri, di bilanci. Aveva già sfiduciato Binotto alla nascita della F1-75, ma l’avvio folgorante della rossa che si è presentata in pista con una monoposto più matura di Red Bull e Mercedes ha rallentato un piano che si era già messo inesorabilmente in moto.
Piero Ferrari aveva “consigliato” al team principal reggiano di calibrare la struttura alla luce dei molti errori che hanno caratterizzato la stagione 2022, ma Mattia con perseveranza e un po’ di ostinazione non ha voluto toccare la squadra, coprendo con la sua capacità di metterci la faccia le smagliature sempre più evidenti di un team non ancora pronto per lottare per i due mondiali.
Mattia Binotto, team principal Ferrari fino a fine anno
Photo by: Erik Junius
Binotto è andato al braccio di ferro con i vertici e ha perso. Ora la Gestione Sportiva viene supervisionata da Benedetto Vigna, amministratore delegato del Cavallino, sempre più interessato a dare uno sguardo alle corse, ma tocca a Frederic dare una svolta: non è vero che la Ferrari debba partire da zero per sperare di contrastare Red Bull e Mercedes.
La rossa è sembrata consistente come progetto e la 675 sembra aver ripulito i difetti congeniti della F1-75. Vasseur si trova servita su un piatto d’argento una macchina di cui tutti nel Reparto Corse parlano in termini positivi.
Il francese dovrà dare coesione al team: la conferma di Laurent Mekies come direttore sportivo indica che non ci sarà epurazione al muretto, ma è possibile che il giovane stratega Ravin Jain venga investito di maggiori responsabilità.
E a livello tecnico la direzione tecnica sarà portata avanti con due figure: Enrico Cardile per il telaio ed Enrico Gualtieri per le power unit. E Simone Resta di rientro alla Ferrari dalla Haas dopo l’esilio prima in Alfa Romeo e poi nel team di Gunther Steiner, potrebbe diventare il chief designer della monoposto 2024. L’ingegnere imolese è molto bravo a “caricare” lo staff tecnico alimentando nuove idee che troveranno spazio sulla rossa, fin troppo conservativa su certe scelte come le sospensioni.
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