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Analisi
Formula 1 GP dell'Arabia Saudita

F1 | Ferrari: gli errori di set-up complicano la crescita

L'analisi dei dati di Jeddah fa emergere un altro aspetto del weekend difficile della rossa in Arabia Saudita: gli ingegneri del Cavallino avrebbero validato un assetto adatto alle due mescole più morbide, ma che sarebbe risultato inadatto alle hard. La sensazione è che la SF-23 con le bianche non sia riuscita a generare abbastanza energia per far funzionare la C2 e, infatti, sia Leclerc sia Sainz non hanno accusato degrado, ma hanno lamentato mancanza di grip.

Carlos Sainz, Ferrari SF-23

Complice l’annullamento del Gran Premio di Cina, la tappa di Melbourne porterà al primo break stagionale. Gli esiti del weekend australiano si sommeranno alle due gare precedenti, tracciando un quadro che influenzerà molto il lavoro programmato nelle successive tre settimane.

Una sorta di ultima chiamata per definire la direzione che prenderanno gli sviluppi, destinata a far maturare scelte più o meno drastiche nei vertici dei team che non hanno ottenuto risultati all’altezza delle aspettative. Una delle squadre ancora alle prese con problemi di comprensione della monoposto è la Ferrari, che arriva in Australia dopo due cocenti delusioni.

Nel box della Scuderia non sono ancora arrivati a conclusioni drastiche come quelle maturate nel garage della Mercedes e un motivo c’è. Il potenziale della SF-23 è ancora un punto interrogativo, il gap nei confronti della Red Bull è proibitivo, ma un conto è ritrovarsi alle spalle di Perez e Verstappen, altro è uscire da Jeddah come quarta forza.

Frederic Vasseur, Team Principal della Scuderia Ferrari

Frederic Vasseur, Team Principal della Scuderia Ferrari

Photo by: Ferrari

“In qualifica siamo andati bene – ha commentato Frederic Vasseur dopo la gara – non abbiamo avuto problemi di bilanciamento, credo che in quel frangente siamo riusciti ad estrarre il massimo dalla monoposto. Ed anche in gara, con le soft (montate da Leclerc nel primo stint) e le medie (utilizzate da Sainz) non siamo andati male. Ma con le hard abbiamo faticato molto di più, non so se sia stati dovuto alla temperatura della pista, che è calata, o alla gestione della mescola”.

La Ferrari è arrivata a Jeddah con l’assillo del problema del degrado degli pneumatici emerso prepotentemente in Bahrain. Un problema che i tecnici hanno affrontato con la massima priorità, pianificando il lavoro nelle prove libere saudite per riuscire ad ottenere una buona gestione di soft e medie in vista dei 50 giri in programma domenica.

I tecnici della Scuderia potrebbero però essere andati un po' oltre, validando un assetto effettivamente buono per le due mescole più morbide ma risultato poi inadatto alle hard. Soft e Medie si sono confermate molto vicine in termini di performance, mentre le C2 hanno confermato un gap di circa otto decimi.

Charles Leclerc, Ferrari SF-23

Charles Leclerc, Ferrari SF-23

Photo by: Ferrari

L’impressione è che una volta montate le hard, le Ferrari non siano state in grado di generare abbastanza energia per permettere alla C2 di lavorare nelle migliori condizioni, ed infatti sia Leclerc che Sainz non hanno accusato degrado, ma hanno lamentato mancanza di grip.

In precedenza, la gomma dura era stata utilizzata solo nella sessione FP1, con una pista più calda di undici gradi rispetto ai valori registrati in gara, e questa variabile potrebbe aver indotto i tecnici della Scuderia a valutare il funzionamento della hard sulla base di quei riscontri.

Le parole di Vasseur sembrano confermare questo scenario, ovvero il dubbio che qualcosa a Jeddah non abbia funzionato al di là del potenziale della monoposto. I margini di miglioramento non sono ovviamente tali da consentire anche solo di pensare alla Red Bull, ma diventano cruciali nella lotta per il ruolo di seconda forza, e questa risposta arriverà dal weekend di Melbourne, ultima chance prima delle tre settimane di pausa.

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