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Analisi
Formula 1 GP d'Ungheria

F1 | Ferrari: fondo studiato in galleria per combattere il vento

La squadra del Cavallino ha rinunciato ai picchi di carico aerodinamico per puntare a una monoposto che risulti più bilanciata e guidabile per i piloti. In galleria del vento si lavora per ridurre l'inflenza del vento sulla rossa, particolarmente sensibile quando le raffiche colpiscono la SF-23 in diagonale.

Dettaglio del fondo Ferrari SF-23

F.1 analisi tecnica di Giorgio Piola

Giorgio Piola è l’esperto di tecnica di Formula 1 che segue i Gran Premi dal 1964. Il giornalista italiano è considerato il più autorevole divulgatore dei segreti delle monoposto: i suoi disegni e le animazioni permettono di scoprire le novità introdotte dai team ai Gp.

Ecco un meccanico della Ferrari che lavora sul fondo che è stato portato in Ungheria. L’immagine di Giorgio Piola ci mostra come l’ultima evoluzione introdotta in Austria nel bordo d’attacco anteriore sia decisamente diversa dalla versione precedente.

Gli aerodinamici del Cavallino, capeggiati da Diego Tondi, hanno cambiato la filosofia d’approccio della ricerca rispetto all’inizio della stagione, quando cercavano il picco di carico aerodinamico, mentre ora hanno lavorato essenzialmente sul trovare un buon bilanciamento della SF-23, limitando il saltellamento dovuto al porpoising e potendosi così concedere altezze da terra più vicine all’asfalto.

È interessante osservare come i quattro elementi verticali che definiscono i diversi canali abbiano forme e disegni completamente diversi: l’elemento più interno è quello più sporgente e squadrato, mentre gli altri due hanno un punto di attacco che è già interno al tunnel con forme più tondeggianti e camberate, frutto di un accurato studio di micro-aerodinamica. Totalmente rivisto anche l’elemento più esterno che banalmente abbiano soprannominato “bargeboard”, anche se impropriamente.

Dettaglio del fondo Ferrari SF-23 visto nei box dell'Hungaroring

Dettaglio del fondo Ferrari SF-23 visto nei box dell'Hungaroring

Photo by: Giorgio Piola

Questo elemento assume una funzione molto importante perché evita che i vortici dovuti alle turbolenze della ruota anteriore possano andare a influenzare l’aria destinata sotto al fondo e, soprattutto, deve evitare che l’aria “sporca” possa rendere meno efficiente la zona a bassa pressione che è contraddistinta dal lungo marciapiede del fondo fino al gomito del diffusore.

Le bocche più esterne del fondo, infatti, grazie ai convogliatori di flusso che si piegano verso il bordo d’uscita laterale del marciapiede, tendono a spingere l’aria lontano dal corpo vettura, proprio per cercare di obbligare le turbolenze a finire addirittura oltre la ruota posteriore.

I tecnici del Cavallino ora stanno cercando di risolvere l’anomalo comportamento della rossa quando c’è vento: la SF-23 se ci sono folate frontali non patisce alcunché e se, invece, subisce raffiche laterali ne risente più o meno come gli avversari, mentre registra delle gravi perdite di carico quando soffia con un angolo di circa 45 gradi.

La vettura diventa inguidabile per i repentini e imprevedibili cali di downforce che rendono instabile la Ferrari, producendo degli effetti negativi che costano in materia di fiducia dei piloti e di degrado delle gomme sottoposto a improvvise perdite di grip.

La Ferrari SF-23 di Charles Leclerc in allestimento all'Hungaroring

La Ferrari SF-23 di Charles Leclerc in allestimento all'Hungaroring

Photo by: Giorgio Piola

Il problema è stato individuato e nella galleria di Renzo Piano si stanno cercando le soluzioni per stabilizzare il comportamento della rossa e trarre, finalmente, il vero potenziale che la monoposto sarebbe in grado di esprimere su tutti i circuiti.

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