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F1 | Ferrari: cosa c'è dietro alla mutazione silenziosa?

Le dimissioni di David Sanchez rappresentano l'ultimo tassello di una Scuderia che è in piena trasformazione: sembrava che Fred Vasseur dovesse condurre una fase di transizione per conoscere la realtà del Cavallino e, invece, si trova a gestire l'uscita di figure di spicco mentre deve definire un nuovo organigramma. Il tecnico francese lascia come hanno fatto Gino Rosato e Jonathan Giacobazzi all'avvio di una nuova stagione di gare. Quale Ferrari ci dobbiamo aspettare?

Carlos Sainz, Ferrari SF-23

Foto di: Erik Junius

Cambia pelle come un serpente che per crescere ha bisogno di liberarsi della “gabbia” del suo passato? La Ferrari di Fred Vasseur è nel pieno di una mutazione silenziosa, nella quale facce più o meno note escono di scena nel momento in cui una nuova stagione ha appena preso il via.

Il team principal francese al suo insediamento a Maranello, parlando con i giornalisti, aveva lasciato intendere che non avrebbe apportato grandi cambiamenti alla struttura perché aveva bisogno di conoscere la Gestione Sportiva.

Non aveva fatto mistero che avrebbe messo mano all’organizzazione delle strategie, sostenendo che era più una questione di procedure, di catena di comando e rapidità di informazione che di uomini, ma prima dei test in Bahrain il reparto è stato affidato al giovane Ravin Jain, mentre Inaki Rueda è stato confinato al Remote Garage a seguire aspetti più sportivi e meno tattici. E Laurent Mekies, Racing Director and Head of Track Area, è stato demansionato: alcune deleghe che aveva con Binotto sono state raccolte da Fred Vasseur. Questo scenario è stato definito con una nota ufficiale.

David Sanchez con un trofeo dopo una vittoria Ferrari: il francese ha dato le dimissioni dalla Scuderia

David Sanchez con un trofeo dopo una vittoria Ferrari: il francese ha dato le dimissioni dalla Scuderia

Photo by: Sam Bloxham / Motorsport Images

La notizia di ieri, invece, è che lascia il Cavallino David Sanchez. Il francese ha dato le sue dimissioni dopo un ciclo a Maranello che è durato dieci anni. L’interfaccia dell’attuale direttore tecnico, Enrico Cardile. Il francese doveva essere l’uomo delle idee, mentre il toscano doveva selezionare i buoni concetti dalle idee bislacche. Il sodalizio si è rotto perché il transalpino non vede più un suo spazio nel progetto e guarderebbe a un ritorno alla McLaren, dove Andrea Stella è chiamato a una rifondazione della squadra di Woking.

La tempistica non è casuale: l’uscita è chirurgica, per cominciare una nuova avventura prima del nuovo anno, dopo il periodo di gardening. E, quindi, non dipende dal flop al debutto della SF-23 in Bahrain, ma è la fine di una storia con alti e bassi.

Gino Rosato ha lasciato la Ferrari quest'anno

Gino Rosato ha lasciato la Ferrari quest'anno

Photo by: Michael Potts / Motorsport Images

Ma cosa sta succedendo alla Ferrari? E, soprattutto, ci dobbiamo aspettare ulteriori defezioni? Gino Rosato, altra figura di lungo corso del Cavallino che ha iniziato con Jean Todt passando per le gestioni di Stefano Domenicali, Marco Mattiacci, Maurizio Arrivabene e Mattia Binotto, si è incagliato con Fred Vasseur, sebbene avesse ancora un contratto in validità per il 2023. Gino non aveva un ruolo, ma tante funzioni: allacciava contatti, tesseva relazioni prima che certe chiacchiere diventassero qualcosa di più ufficiale. Strategico nei momenti topici e ora, forse, personaggio ingombrante.

Jonathan Giacobazzi ha deciso di uscire dal Cavallino dopo anni di fidata appartenenza

Jonathan Giacobazzi ha deciso di uscire dal Cavallino dopo anni di fidata appartenenza

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

E come si può dimenticare Jonathan Giacobazzi che in punta di piedi ha lasciato la squadra di Maranello a fine febbraio? Modenese, espressione concreta dell’essereFerrari, visto che incarnava un legame con la Scuderia iniziato negli anni ’80 con la sponsorizzazione di Gilles Villeneuve e che poi lo ha portato ad assumere un ruolo di raccordo fra la proprietà, i vertici aziendali e la GeS.

La rinuncia di Giacobazzi colpisce perché chi esce di scena non è un uomo che fa la macchina, che insegue le prestazioni e se la rossa non va se ne assume la responsabilità. No, è una figura che fa parte dell’anima della squadra, rappresenta le radici di una Ferrari che, evidentemente, non interessano molto.

Non sappiamo cosa abbia portato alla decisione di Jonathan di rompere, ma deve essere qualcosa di importante per recidere un legame viscerale col Cavallino. Ed è giusto chiedersi cosa stia succedendo in via Enzo Ferrari che da fuori non si vede e non si percepisce.

Qual è il progetto del presidente John Elkann che non si è fatto vedere alla presentazione in pista della SF-23, dando un certo segno di sfiducia sul progetto? Quasi volesse restare un passo indietro, come se l’aver espugnato il “fortino” di Mattia Binotto, un Reparto Corse chiuso in sé stesso, non sia bastato.

Frederic Vasseur, Team Principal e Direttore Generale della Scuderia Ferrari

Frederic Vasseur, Team Principal e Direttore Generale della Scuderia Ferrari

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Vasseur si è preso la responsabilità di annunciare “urbi et orbi” che la Ferrari avrebbe lottato per i due titoli mondiali. Quella che stiamo vedendo è una Scuderia che sta perdendo i pezzi per strada e non ci stupiremmo se dovessimo vedere altri scontenti lasciare la GeS. Il francese deve gestire un momento delicato, ma è certo che avrà un suo organigramma in testa: non sarà con la promozione delle seconde linee che si farà il salto di qualità, ma pescando sul mercato.

La SF-23 non è così brutta come l’abbiamo vista a Sakhir: a Jeddah, pista meno ostica per la rossa, dovremmo vedere una Ferrari più in linea con le sue ambizioni. Un buon risultato potrebbe restituire quell’entusiasmo che la presentazione di Fiorano aveva trasferito ai suoi tifosi.

La mutazione Ferrari finora è avvenuta senza annunci ufficiali, né comunicati. Ci auguriamo che anche la campagna acquisiti la si stia portando avanti nel silenzio…

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