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F1 | Ferrari: con il fondo più rigido, la SF-23 gira più bassa

La Scuderia sembra aver drenato la caduta libera delle prestazioni vista a Jeddah: la rossa in Australia sembra aver trovato una buona base di partenza dello sviluppo, permettendosi altezze da terra più basse e ritrovando quel carico aerodinamico indispensabile alle prestazioni. Il fondo bocciato in Arabia Saudita è stato adottato sulle due SF-23 perché la rossa beneficia di un irrigidimento del fondo sul marciapiede. Interessante anche la parzializzazione delle prese dei freni.

Ferrari SF-23 dettaglio tecnico

Foto di: Giorgio Piola

F.1 analisi tecnica di Giorgio Piola

Giorgio Piola è l’esperto di tecnica di Formula 1 che segue i Gran Premi dal 1964. Il giornalista italiano è considerato il più autorevole divulgatore dei segreti delle monoposto: i suoi disegni e le animazioni permettono di scoprire le novità introdotte dai team ai Gp.

La Ferrari guarda alla qualifica con una certa fiducia: non lasciatevi condizionare dai tempi della terza sessione di prove libere, perché la rossa migliore, quella di Carlos Sainz è solo settima. La squadra del Cavallino ha rinunciato a provare il giro secco quando la pista si è gommata, ma la SF-23 aveva dimostrato in precedenza di non sfigurare affatto nella simulazione da qualifica.

La sensazione è che i tecnici della Scuderia abbiano sbloccato un po’ del potenziale che la rossa ha in corpo, ma che non si era visto né in Bahrain, né in Arabia Saudita. I piloti hanno trovato una strada nello sviluppo permettendosi un assetto decisamente più basso (la rossa ora è tornata a sprigionare le scintille prodotte dai pattini metallici sotto alla tavola) che ha permesso a Sainz e Leclerc di lavorare con le medie in una buona simulazione di gara, contenendo la comparsa del graining frutto delle basse temperature australiane.

Ferrari SF-23 dettaglio del fondo con il ricciolo promosso in Australia

Ferrari SF-23 dettaglio del fondo con il ricciolo promosso in Australia

Photo by: Giorgio Piola

La Scuderia ha promosso il fondo con il piccolo ricciolo nel bordo d’uscita del marciapiede davanti alla ruota posteriore che era stato bocciato a Jeddah: gli ingegneri capeggiati da Enrico Cardile hanno lavorato per irrigidire proprio il fondo. Nell’immagine di Giorgio Piola si osservano i due tiranti: oltre a quello esterno, facilmente visibile, in coda, si può notare quello più piccolo a metà macchina. Due strumenti che hanno permesso alla rossa di viaggiare più bassa con una minore sensibilità alle variazioni di altezza.

Ferrari SF-23: c'è un tappo sulla presa d'aria dei freni anteriore

Ferrari SF-23: c'è un tappo sulla presa d'aria dei freni anteriore

Photo by: Giorgio Piola

Molto interessante anche il “tappo” in carbonio che è stato realizzato per parzializzare la presa dei freni anteriore: non sono state chiuse quelle destinata a portare l’aria per il raffreddamento di pinza e disco, quanto il canale che introduce l’aria nel “polmone” che si forma fra il cestello interno e quello esterno. Per aiutare le gomme anteriori ad andare in temperatura non si cerca di tenere l’aria fresca per evitare i surriscaldamenti: con le basse temperature di Melbourne gli uomini del Cavallino hanno lavorato nella direzione opposta…

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