F1 | Ferrari: come uscire dal tonfo spagnolo con la SF-23 Evo
Il debutto della nuova veste aerodinamica a Barcellona è stato disastroso: i 12 punti di carico che si erano trovati in galleria del vento non si sono visti al Montmelò. Si è persa la correlazione del wind tunnel con la pista o si è deliberata di nuovo una macchina "sbagliata". Vasseur scommette che la rossa non sia da buttare e i due giorni di lavoro nei test Pirelli potrebbero dare delle risposte importanti sull'effettivo potenziale di una macchina che doveva garantire un salto di qualità che non si è visto.
La Ferrari si lecca le ferite. Il debutto della SF-23 Evo è stato un autentico disastro: Carlos Sainz, partito in prima fila, ha concluso quinto. Charles Leclerc, scattato dalla pitlane dopo i guai in qualifica, non è arrivato nemmeno alla zona punti, con un undicesimo posto molto deludente.
Lo spagnolo ha pagato da Max Verstappen 45 secondi e Charles è arrivato vicino a essere doppiato: la prima uscita della rossa rivista e corretta è stata una disfatta. E a pesare non è solo il distacco rimediato dalla Red Bull, leader del mondiale, quanto il divario pesante anche dalla Mercedes che, con la W14 B, sembra aver trovato la strada della risalita, dopo un avvio difficile, tant’è che le frecce nere si sono già portate al secondo posto nel mondiale Costruttori.
Cosa sta succedendo alla Ferrari? La colata a picco del Montmelò ha smorzato ogni entusiasmo e motivazione dei piloti che dalla Spagna si auguravano di cominciare un nuovo mondiale. Lo schiaffone preso in Catalunya brucia, eccome se brucia.
Ferrari SF-23: confronto fra la macchina standard e la versione Evo che ha debuttato a Barcellona
Photo by: Giorgio Piola
Fred Vasseur ne è perfettamente consapevole: il capitano cerca di mantenere il controllo della nave in preda della tempesta. Ha il timone in mano, ma è difficile capire se sta governando la rotta. Non accetta l’idea che la SF-23 sia una macchina completamente sbagliata e vuole insistere nello sviluppo della Evo che, al primo approccio, è parsa addirittura peggio della vettura vista fino a Monaco.
E a Maranello si sono guardati in faccia nel debriefing perché gli aerodinamici si sono domandati dove sono andati a finire i 12 punti che si sono visti in galleria del vento (valgono 3-4 decimi di secondo), alimentando le parole del team principal che solo mercoledì scorso ha parlato di una Ferrari che sarà capace di vincere delle gare. Il salto di qualità doveva essere importante, tale da riportare la Scuderia almeno al ruolo di seconda forza. La pista ci ha detto che è quarta.
Dopo Barcellona pensare alla vittoria è utopia, ma bisogna riconoscere a Maranello la perseveranza nel voler trovare la chiave dell’arcano. La Evo si “mangia” le gomme come e più della sorella maggiore. Il nuovo pacchetto aerodinamico doveva ridurre la sensibilità all’altezza da terra in curva, ma in realtà non è andato meglio, e in rettilineo non si è visto un vantaggio.
Charles Leclerc, Ferrari SF-23, ieri nei test Pirelli al Montmelò
Photo by: Pirelli
Si è persa la correlazione fra la galleria del vento e la pista. Il dubbio è inquietante a questo punto della stagione, ma è lecito porselo, tanto più che la Scuderia può sfruttare i test Pirelli che si stanno effettuando proprio a Barcellona per cercare di trovare delle soluzioni.
È vero che la SF-23 che è stata messa a disposizione della Pirelli deve essere nella stessa configurazione in cui inizia la giornata per permettere ai tecnici Pirelli di “misurare” i diversi comportamenti delle diverse gomme, ma è altrettanto vero che ieri Charles Leclerc ieri ha completato due Gran Premi e mezzo, raccogliendo una mole di dati impressionante per comprendere come funziona la Evo
E oggi Sainz può replicare una seconda giornata, avendo di fronte la Mercedes in una comparazione diretta, per quanto i programmi di lavoro non siano sovrapponibili, così come i tempi sono poco significati (la Ferrari più veloce di tre decimi…).
Ferrari SF-23, ecco la Evo vista dall'alto
Photo by: Giorgio Piola
Al Cavallino il lavoro svolto in pista ha sempre dato dei risultati e questa volta il test Pirelli può essere particolarmente prezioso non solo per il fornitore unico, ma anche e, soprattutto, per il Reparto Corse. Leclerc, infatti, fresco del lavoro svolto senza pressione a Montmelò, è tornato in sede per mettersi al simulatore e verificare a… caldo le informazioni raccolte in Catalunya.
La Ferrari a Barcellona non aveva carico aerodinamico, per cui non trasferiva la necessaria energia agli pneumatici, al punto che le gomme hard di Leclerc sono andate in “pappa” dopo 16 giri, mentre altre vetture sono riuscite a coprire una distanza doppia senza il minimo problema.
La SF-23 Evo vista in Spagna era una cavalletta che passava dal sottosterzo al sovrasterzo con improvvise e repentine variazioni di comportamento che hanno sconcertato i piloti, tanto da costringerli a procedere con un andamento lento che non può essere da Ferrari.
Nella Gestione Sportiva non gettano la spugna. La speranza è che finalmente ci abbiano capito qualcosa per trovare quella via che la Mercedes ha imboccato con il vento in poppa…
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