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Formula 1 Test in Bahrain

F1 | Ferrari: calma e sangue freddo, si è solo scoperta la SF-23

Sainz terzo e Leclerc quarto separati da 14 millesimi, ma distanti quattro decimi dalla Red Bull. Verstappen ha coperto la distanza di tre GP senza problemi, dimostrando che la RB19 è la monoposto di riferimento. Ma la delusione dei tifosi della rossa arriva troppo presto: la Scuderia non ha cercato le prestazioni, ma ha svolto solo un lavoro di conoscenza della macchina. Certo ha spaventato vedere il porpoising, ma a fine giornata è stato trovato il giusto set up per cominciare lo sviluppo da domani.

Carlos Sainz, Ferrari SF-23

Ci vuole calma e sangue freddo. Qual è il responso sulla Ferrari dopo la prima giornata di test collettivi in Bahrain? La risposta più seria è non giudicabile. La ragione? È molto semplice: la Scuderia ha programmato un lavoro di acquisizione dei dati che non teneva in minima considerazione i tempi (guai se fosse stato) ma per scandagliare i comportamenti della SF-23 al variare del set up.

La rossa vista in mattinata con Carlos Sainz (72 giri) è parsa decisamente migliore di quella molto nervosa nelle mani di Charles Leclerc nel pomeriggio (64 giri). Come mai? I tecnici in pista capitanati da Matteo Togninalli hanno svolto delle comparazioni che non riguardavano solo la correlazione con il simulatore, ma anche con la galleria del vento.

Carlos Sainz, Ferrari SF-23, con i rastrelli dei sensori

Carlos Sainz, Ferrari SF-23, con i rastrelli dei sensori

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Non sarà sfuggito, per esempio, che lo spagnolo abbia iniziato la sessione con i rastrelli di sensori montati dietro alle ruote anteriori e il monegasco abbia aperto il suo turno di guida con quelli posteriori.

Risultato finale: Carlos ha chiuso con il terzo tempo in 1’33”253, precedendo Charles di 14 millesimi, un niente. Distacco dalla Red Bull di Max Verstappen? Quattro decimi.

L’olandese, unico che non ha diviso il volante con il compagno di squadra, ha messo in moto la RB19 e si è sparato tre Gran Premi senza problemi. E non ha avuto nemmeno bisogno di fare troppe prove aerodinamiche, perché la monoposto di Adrian Newey ha cominciato subito a macinare chilometri, tutt'al più con un po' di vernice flo viz.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB19

Max Verstappen, Red Bull Racing RB19

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Il messaggio agli astanti è stato chiaro: la Red Bull non teme che la sua supremazia debba essere messa in gioco e ha mostrato subito le sue carte sul tavolo, ben sapendo che in stagione avrà meno possibilità di sviluppo con la penalità della FIA che limita la ricerca nel wind tunnel per il mancato rispetto del budget cap. Dunque, tocca agli avversari farsi avanti.

La Ferrari, però, non ha fretta: il timoniere Fred Vasseur ha detto di andare per la propria strada, lasciando che il primo dei tre giorni di test servisse a trovare il punto zero della messa a punto, per cui non deve stupire se, a parità di gomme medie, si è affacciato davanti alla rossa anche Fernando Alonso con la promettente Aston Martin AMR23.

Charles Leclerc, Ferrari SF-23

Charles Leclerc, Ferrari SF-23

Photo by: Steven Tee / Motorsport Images

Il responso di giornata parla di 136 giri completati, pari a 700 km: una distanza che dovrebbe essere stata sufficiente per completare l’esplorazione della macchina. I tifosi del Cavallino si sono spaventati quando hanno visto Charles Leclerc saltare come una... cavalletta. Si è rivisto il porpoising oltre una certa velocità e sono tornati gli incubi che avevano accompagnato l’avvio della F1-75 l’anno scorso.

I fan più frettolosi nei social hanno subito commentato: un altro anno buttato via! Non è il caso di tranciare giudizi all’alba di una nuova stagione perché la Ferrari ha solo mappato il comportamento della SF-23.

I tecnici di Maranello sono andati a sondare a quale altezza da terra inizia il nocivo saltellamento, provando ad andare sempre più radenti la pista, salvo poi tornare più alti e chiudere con Leclerc il miglior run di giornata nell’ultima uscita, avendo individuato dove iniziare il lavoro di messa a punto e di sviluppo.

Laurent Mekies e Fred Vasseur nel paddock del Bahrain

Laurent Mekies e Fred Vasseur nel paddock del Bahrain

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Le facce tirate nel box del Cavallino erano dovute agli stop non previsti: in mattinata c’è stato il naso del muso che si deformava per un fissaggio sbagliato, mentre nel pomeriggio si è resa necessaria la sostituzione dell’ala posteriore per un problema al comando del DRS.

Problemi di gioventù che possono emergere quando si comincia a fare sul serio, ma niente di grave. Fra gli aspetti positivi si segnalano le velocità massime: la RB19 non sembra avere un vantaggio siderale alla speed trap come era regola l’anno scorso, perché la rossa si è permessa di montare l’ala posteriore scarica del Canada e non quella da medio-alto carico che si utilizza normalmente a Sakhir, cedendo 1 km/h alla Red Bull capace di 326 km/h.

Dettaglio dell'ala posteriore da medio carico della Ferrari SF-23

Dettaglio dell'ala posteriore da medio carico della Ferrari SF-23

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Anche il bypass duct è stato promosso: la trovata degli aerodinamici del Reparto Corse funziona, non è un gadget utile a far discutere. Dunque, per ora sospendiamo il giudizio sulla SF-23.

Non si può giudicare nemmeno la Mercedes: George Russell ha girato sempre con 80 kg di benzina, mentre Lewis Hamilton mai con meno della metà: la differenza fra le prestazioni dei due piloti è misurabile nel carico di carburante. Anche a Brackley hanno guardato in casa propria, tirando un sospiro nel constatare che i saltellamenti erano governabili e non endemici per un progetto sbagliato come è accaduto con la W13.

E domani è un altro giorno…

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