F1: promossa la benzina no carbon sperimentale per il 2025
La FIA aveva affidato a un Centro di ricerca indipendente clo sciluppo di un biocarburante "100% sostenibile" adatto alle power unit di Formula 1: a inizio anno i primi fusti erano stati consegnati ai quattro Costruttori (Mercedes, Ferrari, Honda e Renault) e i risultati emersi sono che l'idea è realizzabile. Ora bisognerà lavorare affinchè il rendimento porti a ottenere le potenze che si aspettano nei GP, ma la via è stata aperta.

Avere un carburante ecosostenibile per la Formula 1 è possibile. Non stiamo parlando del biofuel E10 che verrà introdotto nei GP dal prossimo anno, ma della benzina di sintesi ricavata da rifiuti organici che dovrà essere disponibile dal 2025 quando verranno introdotti in F1 i motori ibridi di nuova generazione.
La FIA, per smuovere le acque, aveva deciso di rivolgersi a un Centro di ricerca indipendente che sviluppasse un biocarburante "100% sostenibile" adatto alle power unit di Formula 1.
Sulla composizione chimica non si è saputo molto, se non che i quattro Costruttori impegnati nel Circus (Mercedes, Ferrari, Honda e Renault) hanno ricevuto dei fusti a inizio 2021 per effettuare dei test al banco prova e valutare i risultati.
La Federazione Internazionale, quindi, ha deciso di investire un budget importante per sostenere la ricerca in prima persona con l’obiettivo di arrivare a competizioni carbon neutral entro il 2030. Sembrava un’azione velleitaria, presa un po’ sottogamba dagli stessi petrolieri impegnati nel Circus, piuttosto diffidenti sui tempi del progetto.
I test, invece, sono stati fatti e si cominciano a raccogliere i risultati che sono molto interessanti. Con l’iniziativa della FIA si è messo un primo punto fermo. I motori di F1 ad altissime prestazioni possono funzionare anche con un carburante senza fossili.
L’uscita dal carbone, quindi, è possibile in tempi più brevi del 2030 e gli stessi petrolieri si sono convinti della validità dell’iniziativa che può essere una valida alternativa al full electric.
Certo, gli esperimenti effettuati finora non hanno dato risultati strabilianti dal punto di vista delle prestazioni, ma era necessario partire per dimostrare anche ai più scettici che si può fare. E le risposte che sono arrivate in materia di affidabilità sono state particolarmente utili a lanciare un piano di sviluppo piuttosto serrato che punti a trovare i valori energetici necessari ai motori ibridi di F1.
Il campo di ricerca è stato aperto dalla FIA ed è servito a dimostrare che il carburante green non è utopico anche in Formula 1, superando molte ritrosie all’interno del paddock. Ci voleva che qualcuno facesse il primo passo e la Federazione Internazionale si è mossa, effettuando un importante salto in avanti nel passare dalle chiacchiere e dalle suggestioni ai fatti.
Gli stesso petrolieri ora guardano con interesse all’opportunità di investire su prodotti che potranno essere in linea con le aspettative ecologiche dell’automotive, in attesa che lo sfruttamento dell’idrogeno diventi la via maestra per salvare dall’estinzione i motori endotermici che hanno ancora una chance per riconquistare uno spazio vitale nel mercato, trovando nella F1 la miglior piattaforma per veicolare un messaggio all’avanguardia e innovativo senza tradire una lunga tradizione.
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