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Ecco perché serve una Ferrari vincente nel 2016

Il Circus è di nuovo in stallo sulle scelte future delle power unit che inibisce l'arrivo di altri costruttori

Podio: terzo Sebastian Vettel, Ferrari

Foto di: XPB Images

Podium: race winner Nico Rosberg, Mercedes AMG F1, second place Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, thi
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W06 sulla griglia
Secondo Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W06, con il vincitore Nico Rosberg, Mercedes AMG F1 W06
Sebastian Vettel, Ferrari SF15-T sulla griglia
(Da sinistra a destra): Sebastian Vettel, Ferrari with Bernie Ecclestone, sulla griglia
Podio: secondo Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 Team
Nico Rosberg, Mercedes AMG F1 Team e Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 Team
Il vincitore Nico Rosberg, Mercedes AMG F1 Team
Sebastian Vettel, Ferrari con Bernie Ecclestone, sulla griglia
Podio: il vincitore Nico Rosberg, Mercedes AMG F1 Team, con il secondo Lewis Hamilton, Mercedes AMG
Il vincitore Nico Rosberg, Mercedes AMG F1 Team
Terzo Sebastian Vettel, Scuderia Ferrari
Terzo posto Sebastian Vettel, Ferrari SF15-T
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 festeggia il secondo posto sul podio
Podio: secondo Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 Team con James Waddell e il vincitore della gara Nico
Podio: terzo Sebastian Vettel, Scuderia Ferrari e il vincitore Nico Rosberg, Mercedes AMG F1 Team
Sebastian Vettel, Scuderia Ferrari
Podio: secondo Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 Team
Nico Rosberg, Mercedes AMG F1 Team and Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 Team
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 Team e Nico Rosberg, Mercedes AMG F1 Team
Il vincitore Nico Rosberg, Mercedes AMG F1 festeggia nel parco chiuso
Podio: terzo Sebastian Vettel, Ferrari
Podio: terzo Sebastian Vettel, Ferrari

Lewis Hamilton ha il muso lungo. Non riesce a celebrare la pole position numero 50 (a cui tanto tiene a dispetto di quanto va dicendo) e non vince da quando si è laureato campione del mondo per la terza volta ad Austin. L’inglese è in una fase involutiva: probabilmente ha festeggiato troppo il titolo e ha perso un po’ della concentrazione necessaria per stare davanti a Nico Rosberg. Certo è che la scorsa settimana ha sbattuto con la sua Pagani Zonda F LH al tornante del Loews schiantandosi contro altre tre vetture parcheggiate dopo che era uscito da una festa a tarda notte e Jean Todt lo ha cazziato pesantemente perché un testimonial della campagna sulla sicurezza stradale della FIA non può essere un esempio negativo per i giovani. E meno male che l’alcool test a cui il pilota Mercedes è stato sottoposto è stato negativo!

HAMILTON VOLEVA CAMBIARE STRATEGIA
Ma anche nel dopo gara Lewis era più… scuro del solito. Perché? Hamilton ha già raggiunto tutti gli obiettivi che gli erano stati chiesti dalla Stella a tre punte, per cui non avrebbe alcun bisogno di imbrunirsi. In realtà, per la seconda volta in due Gp, l’inglese si è lamentato del dover sottostare alle strategie della squadra che erano state programmate prima della corsa. Era più veloce di Nico Rosberg, ma non ha mai trovato l’opportunità di attaccare seriamente il compagno di squadra perché su una pista corta come quella di Interlagos si perde molto carico aerodinamico stando in scia ad un’altra monoposto e si rovinano le gomme. Il tre volte iridato, quindi, avrebbe preferito cambiare la strategia di gara per cercare di attaccare il tedesco, ma il muretto di Mercedes non gli ha concesso questa opportunità, scatenando delle impreviste polemiche interne.

PER ROSBERG LA PARTITA DOVEVA ESSERE GIOCATA ALLA PARI
Il vincitore del Gp del Brasile ha sottolineato che “essendo la corsa una questione fra me e Lewis, è giusto che la sfida sia alla pari, senza lasciare la porta aperta ad altre strategie”. Come dire che nel corso della stagione sia toccato a lui ingoiare qualche rospo per la stessa ragione e adesso “sua maestà” non può pretendere che si cambino le regole interne solo perché a beneficiarne è stato il compagno di squadra: “E’ una questione che abbiamo già discusso diverse molte nel team – ha proseguito Rosberg – non sarebbe corretto per chi si trova secondo scegliere una tattica diversa”.

TOTO WOLFF HA BLINDATO IL SECONDO POSTO DI NICO
La sensazione è che Toto Wolff abbia voluto “blindare” il secondo posto nel mondiale piloti di Nico Rosberg, ridando morale al tedesco e mettendo a distanza di sicurezza quel Sebastian Vettel che con la Ferrari è stato un cuneo che ha saputo inserirsi fra le due W06 Hybrid. Ora la questione è stata definitivamente archiviata e vedremo ad Abu Dhabi quale sarà l’epilogo della stagione.

LE W06 HYBRID HANNO ANCORA UN VANTAGGIO TECNICO
Ma questo è il segno che la squadra di Brackley dispone ancora di un vantaggio tecnico tale da poter “giocare” con le strategie senza aver l’ansia di adeguare la propria tattica alla scelta più veloce. Come dire che la Ferrari non è mai stata considerata un vero pericolo in Brasile, mentre la SF15-T è più temuta ad Abu Dhabi. Del resto le frecce d’argento dovevano fare i conti solo con le Rosse, perché tutti gli altri sono finiti doppiati.

TUTTI DOPPIATI TRANNE MERCEDES E FERRARI
Bisogna tornare al 2001 quando David Coulthard (McLaren MP4-16 Mercedes) e Michael Schumacher (Ferrari F2001) si erano lasciati tutti gli avversari a un giro. Domenica abbiamo avuto la dimostrazione come questa Formula 1 sia dominata dai Costruttori. È parso evidente come tutti gli altri non abbiano alcuna chance di inserirsi nella lotta per il vertice. Red Bull Racing e McLaren sono state risucchiate in basso da power unit inadeguate, mentre la Williams che dispone del motore Mercedes clienti non ha alcuna possibilità di sfidare le W06 Hybrid sia per la mancanza di un budget adeguato che per l’impossibilità di avere gli stessi cavalli del team di Brackley. Non parliamo di tutti gli altri che sono lontani… anni luce.

LA FIA VUOLE UN MOTORE CLIENTI 2.2 LITRI BITURBO
E questo è il problema più grosso della Formula 1 attuale. Se n’è reso conto anche Jean Todt. Il presidente della FIA, infatti, che è stato il principale fautore del regolamento votato ai motori ibridi, ha capito che bisogna offrire ai team minori un motore clienti che non costi gli attuali 20 milioni di euro per la fornitura di una stagione, altrimenti ci saranno diversi team costretti al fallimento. E allora è stato aperto un bando che si chiuderà il 23 novembre a quei motoristi che vorranno realizzare un 2.2 litri bi-turbo dotato di KERS per il 2017 che non dovrà costare più di 12 milioni di dollari. Un balance of performance deciso dai tecnici federali dovrà facilitare l’equiparazione con le prestazioni delle power unit.

PER ILLIEN L’ALBERO MOTORE ALTO E’ UN PROBLEMA
Facile a dirsi, ma complicato da realizzarsi. Mario Illien, titolare della Ilmor, che realizza i propulsori della Chevrolet in Indycar, ha detto chiaramente che il “trapianto” dell’unità americana (ce l’ha anche la Honda…) in F.1 non è facile, perché l’albero motore è posizionato molto più in alto, per cui bisognerebbe disegnare monoposto parecchio diverse e meno competitive di quelle pensate per le power unit. Diversamente sarebbe difficile capire perché i Costruttori dovrebbero spendere cifre enormi di sviluppo sull’ibrido se poi il mercato sarebbe pronto a fornire un’unità competitiva di facile gestione a costi dimezzati?

SCELTA TECNICA O PROVOCAZIONE POLITICA?
La mossa sembra politica, più che tecnica. In sostanza si vuole imporre ai motoristi di rompere l’intransigenza che li contraddistingue adesso. La Ferrari, infatti, ha fatto valere il diritto di veto sulla proposta dello Strategy Group F.1 di abbattere il costo dei motori e la Mercedes si è subito allineata alla posizione di Maranello. Perché un conto è “aiutare” le squadre in difficoltà (quanti sono i team clienti che stanno regolarmente pagando le fatture per le forniture? Bisognerebbe chiedere lumi a Lotus, Sauber, Force India e Manor che sono con l’acqua alla gola) e un altro metterlo per iscritto nel regolamento.

L’IBRIDO DOVEVA ATTRARRE NEI GP ALTRI COSTRUTTORI
Siamo a un punto di stallo. Pericoloso. Perché la tecnologia dell’ibrido che si sta diffondendo nel mercato delle auto di serie doveva essere attrattivo verso la Formula 1 per molte Case. Tutti i Costruttori stanno investendo cifre enormi in questo campo: se solo una parte del budget di ricerca e sviluppo venisse dedicato alla costruzione di una power unit potremmo avere molti motoristi in più nel Circus. Ma le figuracce di Renault e Honda e le regole a “geometria variabile” sconsigliano chiunque altro ad avvicinarsi al Circus.

LA VW SPAVENTATA DALLE REGOLE A GEOMETRIA VARIABILE
Il Gruppo Vw, prima che esplodesse il “dieselgate”, era interessato ai Gp, ma l’impossibilità di programmare un’attività su norme certe ha sconsigliato i tedeschi a entrare in F.1. A parole tutti vorrebbero l’Audi nel paddock, ma nei fatti sembra che si faccia tutto il possibile perché ciò non accada. E non deve sorprendere se poi ci sono Costruttori che stanno investendo in Formula E (Renault, Audi, DS, Mahindra e McLaren, mentre in lista di attesa c’è Jaguar) con costi enormemente inferiori alla Formula 1. La serie di Alejandro Agag, supportata dalla FIA, non sarà mai degna erede del Circus, ma la lucida “visione” del futuro sta accendendo la curiosità di quei fornitori che gravitano nel mondo elettrico. C’è una polarizzazione di interessi che, invece, doveva sfociare nei Gp.

SERVE UNA FERRARI VINCENTE
Gli appassionati non capiscono la complessità delle power unit, i Costruttori temono la difficoltà di realizzare un propulsore competitivo, i team piccoli non hanno i soldi per pagare le forniture troppo costose, gli sponsor scappano da una serie dove avere un pass sembra possedere il “sacro Graal” e gli ascolti televisivi si schiantano nella logica di seguire le pay tv. Quale può essere il punto di ripartenza perché la F.1 non si avviti su se stessa? La vittoria nel mondiale della Ferrari nel 2016 con Sebastian Vettel. Magari con un… antipasto ad Abu Dhabi che accenda la curiosità e l’interesse per il prossimo anno. In attesa di regole 2017 più condivise. Altrimenti saranno dolori…

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