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Ecco perché la Williams è un vero... cancello!

Nei test Pirelli di Abu Dhabi la FIA ha autorizzato che le monoposto venissero strumentate nella prima ora per effettuare delle prove aerodinamiche. Sulla FW42 guidata da George Russell è apparso un rastrello enorme. E anche gli altri team non hanno scherzato.

George Russell, Williams Racing FW42

Foto di: Joe Portlock / Motorsport Images

F.1 analisi tecnica di Giorgio Piola

Giorgio Piola è l’esperto di tecnica di Formula 1 che segue i Gran Premi dal 1964. Il giornalista italiano è considerato il più autorevole divulgatore dei segreti delle monoposto: i suoi disegni e le animazioni permettono di scoprire le novità introdotte dai team ai Gp.

George Russell è l’unico pilota insieme a Esteban Ocon che nei test Pirelli ha l’opportunità di girare per due giorni. L’inglese, a dispetto del francese che gira solo con la Renault, passerà dalla monoposto peggiore, vale a dire la Williams, alla migliore che è la Mercedes.

Toto Wolff vuole valutare il potenziale del campione di Formula 2 2018: la squadra di Brackley farà girare George sulla W10 effettuando lo stesso identico programma di lavoro che è stato destinato oggi a Valtteri Bottas.

George Russell, Williams Racing FW42: ecco il

George Russell, Williams Racing FW42: ecco il "cancello" di sensori

Photo by: Jerry Andre / Motorsport Images

L’immagine che pubblichiamo della FW42 è stata scattata nella prima ora dei test Pirelli, quando la FIA ha concesso ai team la rilevazione dei dati per effettuare delle prove aerodinamiche e la Williams ha montato un vero e proprio… cancello pieno di sensori davanti alle ruote posteriori, al posto del più tradizionale rastrello a cui siamo abituati nei GP.

La particolarità non è tanto che questo strumento di rilevazione sia largo quanto la macchina, quanto il fatto che il reticolo di tubi di Pitot arrivi anche all’altezza massima della monoposto di Grove.

La volontà è di controllare l’andamento dei flussi e dei vortici che vanno a determinare anche la scia posteriore e l’efficienza dell’alettone posteriore. Ovviamente hanno utilizzato strumenti di rilevazione anche altre squadre e la Red Bull si è distinta anche lei per aver utilizzato un rastrello posto subito dietro le ruote anteriori per studiare l’andamento dei vortici generati proprio dalla gomma.

La particolarità che si nota sulla RB15 è che il rastrello eccede la larghezza della monoposto: i sensori, infatti, riescono a registrare il passaggio dei flussi all’esterno della ruota dopo l’adozione dell’ala anteriore con i flap superiori disegnati per favorire l’outwash.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB15 con il rastrello di sensori nei test di Abu Dhabi

Max Verstappen, Red Bull Racing RB15 con il rastrello di sensori nei test di Abu Dhabi

Photo by: Joe Portlock / Motorsport Images

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