F1: ecco i buoni propositi dei team nel 2020
Inizia il 70esimo anno di storia della F1 e, in attesa della rivoluzione regolamentare 2021, c'è molto attesa sulla stagione attuale: abbiamo cercato di capire quali sono le ambizioni delle 10 squadre del mondiale e sono tre quelle che ambiscono al titolo.
Foto di: Franco Nugnes
Un recente sondaggio ha calcolato che il 93% delle persone nei primi giorni di gennaio pensa a buoni propositi, fissando obbiettivi per l’anno che ci aspetta.
Il mondo dello sport non fa eccezione, e la vigilia di ogni stagione vedi team e piloti fissarsi dei traguardi più o meno precisi, target che (se centrati) saranno il coronamento degli sforzi profusi.
Abbiamo ipotizzato gli obiettivi dei dieci team al via del Mondiale di Formula 1 2020, traguardi ambiziosi ma alla portata se i programmi imboccheranno la giusta direzione.
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1, Toto Wolff, Executive Director (Business), Mercedes AMG, e l'intero team Mercedes in pista festeggiano la vittoria della gara e del Campionato
Photo by: Steve Etherington / Motorsport Images
Mercedes: avanti così
Primo obiettivo: tenere ben lontana dalle sedi di Brackley e Brixworth la sindrome da ‘pancia piena’. Compito svolto egregiamente negli ultimi anni da Toto Wolff, che sembra aver trovato un farmaco perfetto per stroncare ogni allarme collegato all’appagamento, il resto non è in discussione.
La Mercedes parte per il successo-bis numero 7, come potrebbe essere diversamente? Lo stesso Wolff nel 2020 dovrà decidere se proseguire la sua cavalcata trionfale, che lo ha portato ad essere il team principal con la sequenza Mondiale più lunga di tutti i tempi, o se voltare pagina.
Puntate sulla prima. Situazione simile anche per Valtteri Bottas (ma lui c’è abituato da un decennio) mentre per Lewis Hamilton (per lui l’obiettivo è raggiungere Michael Schumacher nel numero di titoli e superarlo per numero di vittorie) le voci si mercato che ipotizzato un ‘cambiare tutto’ sembrano il preludio al cambiare nulla, soprattutto se proseguirà la sua striscia iridata.
Il vincitore della gara Charles Leclerc, Ferrari, festeggia sul podio al GP d'Italia del 2019
Photo by: Simon Galloway / Motorsport Images
Ferrari: interrompere il digiuno
L’ultima volta che un pilota si è laureato campione del Mondo al volante di una Ferrari, Steve Jobs presentava sul mercato il primissimo iPhone, il Milan vinceva la sua settima Champions League e la Fiat lanciava il nuovo corso della Fiat 500.
Un po' di tempo è passato, e a Maranello la tavola sembra apparecchiata nel modo giusto per provare ad interrompere un digiuno che dura da 13 anni. Il 2019 sotto diversi aspetti ha deluso, lasciando però in eredità altri aspetti positivi su cui poter programmare un 2020 con grandi ambizioni.
L’obiettivo è molto chiaro: lottare per i titoli Mondiali fino alla fine, con la speranza di centrare il bottino pieno. La blindatura di Charles Leclerc è un segnale importante, in quanto a Vettel i prossimi mesi saranno cruciali, per il presente ma anche per un futuro del tedesco tutto da scrivere.
Max Verstappen, Red Bull Racing RB15
Photo by: Jerry Andre / Motorsport Images
Red Bull: in lotta per i Mondiali
Anche in questo caso c’è un’astinenza che dura da parecchio tempo. Dopo il poker di successi 2010-2013, la Red Bull non ha solo smesso di collezionare titoli Mondiali, ma di fatto è stata anche esclusa dalla lotta iridata.
Sulla carta il 2020 dovrebbe essere un anno buono. Il pacchetto comprende un motore Honda che sembra pronto (al netto del rebus affidabilità), una monoposto che a Milton Keynes non hanno mai smesso di fare nel modo giusto, e un Max Verstappen ormai maturo per affrontare una corsa Mondiale.
Se arriverà il titolo sarà un trionfo, ma anche essere tra i contendenti fino al termine sarà un passo avanti. Vincere gare ‘spot’ non basta più.
Carlos Sainz Jr., McLaren MCL34
Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images
McLaren: ridurre il gap dai top
A Woking il 2019 ha portato molto, anche più di quanto si ipotizzasse esattamente dodici mesi fa. E, come da tradizione, se i riscontri sono positivi, l’asticella dei successivi obiettivi sale parecchio.
La McLaren nel 2020 punterà a ridurre il margine che la separa dai tre top team, mettendosi in una posizione ideale per approfittare di eventuali défaillance altrui.
La squadra si sta consolidando sempre più, poi (tra dodici mesi) arriverà anche la power unit Mercedes per puntare al definitivo ritorno al vertice. Il 2020 sarà una stagione di transizione, ma allo stesso tempo molto importante per dare una collocazione ad una squadra riemersa dopo un periodo molto buio.
Esteban Ocon, Renault F1 Team R.S. 19
Photo by: Jerry Andre / Motorsport Images
Renault: essere un team ufficiale
Il 3 dicembre 2015 l’allora presidente del gruppo Renault, Carlos Ghosn, annunciò il rientro della Casa francese in Formula 1. “Ci vorrà del tempo”, fu il messaggio che arrivò alla vigilia del Mondiale 2016, e la valutazione di per sé era corretta.
In Formula 1 non si improvvisa, ma quattro anni sono un periodo sufficiente per far salire un team ai piani alti. L’obiettivo finora non è stato raggiunto, anzi, neanche avvicinato, e il 2019 ha portato anche lo smacco di vedersi precedere da una team cliente.
La Renault è una Casa ufficiale presente in Formula 1, e il tempo a disposizione per crescere non è infinito. Serve una reazione, ed in tempi brevi, ovvero nel 2020.
Daniil Kvyat, Toro Rosso STR14
Photo by: Joe Portlock / Motorsport Images
Alpha Tauri: oltre la ‘Chioccia’
La squadra di Faenza è un’entità unica nel panorama dei team di Formula 1. Ci sono ovviamente gli obiettivi comuni con tutte le altre squadre, ma la Toro Rosso (chiamiamola ancora così per un po') ha come compito quello di svezzare i giovani talenti del vivaio destinati al passaggio in Red Bull, compito non semplice.
Ma nonostante i non rari cambi di line-up di piloti, la squadra cresce. Il 2019 è stato un anno importante, concluso con due podi e a soli dei punti dalla Renault.
Il 2020 inizierà con gli stessi piloti schierati nella seconda parte della scorsa stagione, una chance importante che permetterà al team di non dover investire energie nella formazione di esordienti.
Lance Stroll, Racing Point RP19
Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images
Racing Point: voglia di… Force India
Non si parla di nome, ovviamente, ma di risultati e ruolo. Dopo anni in cui la squadra di Silverstone ha stupito per la capacità di saper mettere in pista un’ottima monoposto nonostante il budget ridotto, nella scorsa stagione i risultati hanno visto un calo di 38 punti rispetto al bilancio di dodici mesi prima, roba da… si stava meglio quando si stava peggio.
Il 2019 è stato un anno di transizione, con una profonda ristrutturazione della squadra che dovrebbe portare i suoi frutti nel prossimo Mondiale. Ci sperano gli Stroll (Lance e papà Lawrence) ed anche Sergio Perez, che vorrebbe tornare a sperare in quel podio assaggiato per tre volte tra il 2016 e 2018.
Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo Racing C38
Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images
Alfa Romeo: a caccia d'identità
Che Alfa Romeo (Sauber) abbiamo visto nel 2019? Quella della prima metà di stagione o quella seguita alla pausa estiva? Il 2020 darà una risposta a questo interrogativo, collocando la squadra nel suo ruolo naturale.
Negli ultimi due anni nella sede di Hinwil si sono alternati tre direttori tecnici, un aspetto che non aiuta in una Formula 1 dove la stabilità è cruciale, ma il progetto 2020 promette un pronto riscatto. La stabilità sul fronte piloti sarà un grosso aiuto.
Romain Grosjean, Haas F1 Team VF-19
Photo by: Joe Portlock / Motorsport Images
Haas: ‘partecipare’ a tutte i Gran Premi
Ci sono due Haas. Su alcune piste la squadra italo-anglo-americana è capace di exploit sorprendenti, roba da quarta forza, in altri casi scompare per riapparire solo se qualcosa va ancora peggio del previsto.
Nell’ultimo anno si è vista più la seconda versione, ma il 2020 dovrà per necessità collocare il team in un ruolo più stabile. Lo sviluppo è stato l’anello debole del 2019, e schierare in estate la monoposto di Melbourne non è proprio il massimo per chi ha ambizioni. Sembra esserci tutto per tirarsi fuori da una situazione non facile, ma va fatto.
George Russell, Williams Racing FW42
Photo by: Joe Portlock / Motorsport Images
Williams: salutare l’ultima fila
Il punto a favore della gloriosa squadra inglese è che difficilmente potrà far peggio del 2019. Partendo da questa certezza, che si spera non sia l’unica in cantiere, il 2020 rappresenta un’opportunità importante per ridare al team un senso di partecipazione che vada oltre il partire dall’ultima fila e beccarsi due giri. Una mano arriverà dalla Mercedes, e a contarci è soprattutto George Russell. In bocca al lupo...
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