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Analisi

F1 | Dopo il caso Piastri ha ancora senso investire nelle Academy?

Gli addetti ai lavori del paddock, al netto degli errori di gestione commessi dai vertici del team Alpine, si domandano se sia giusto che un marchio come quello francese che ha investito grandi risorse nella formazione di Oscar, si debba veder portare via dai concorrenti il campioncino allevato. C'è chi mette in dubbio la validità delle Academy, forse potrebbe bastare avere dei buoni talent scout...

Oscar Piastri, Reserve Driver, Alpine F1 Team

Due contratti firmati. Toccherà al CRB (Contract Recognition Board) dirimere la questione legale, visto che la questione quasi inevitabilmente finirà in tribunale, ma c’è un punto fermo: Oscar Piastri non guiderà nel 2023 per l’Alpine.

Il gioiellino australiano ha rotto in modo definitivo con il marchio transalpino, finendo nella “congiura” ordita da Fernando Alonso, Flavio Briatore, Lance Stroll e Mark Webber. Il due volte campione del mondo si è prestato a un… giochino che ha messo in pessima luce Otmar Szafnauer, team principal Alpine, “pinocchio” seriale, capace di negare con dura risolutezza con i media anche le cose più evidenti, come il suo passaggio dall’Aston Martin al team di Enstone.

Fernando Alonso, Alpine F1 Team, che l'anno prossimo passerà all'Aston Martin

Fernando Alonso, Alpine F1 Team, che l'anno prossimo passerà all'Aston Martin

Photo by: XPB / James Moy Photography Ltd

Alonso in Ungheria aveva lasciato intendere a Szafnaur che avrebbe rinnovato il contratto con l’Alpine, ma aveva ancora bisogno di tempo prima di chiudere il rinnovo. Fernando, invece, ha atteso che scadesse l’opzione di Piastri per guidare con l’Alpine, liberando Oscar dai vincoli francesi, per ufficializzare il suo passaggio il 1 agosto all’Aston Martin con un accordo biennale, visto che i transalpini non erano disposti a concederglielo, mettendo sul tavolo un uno più opzione a favore della squadra.

Mark Webber, manager di Oscar, ha giocato di sponda: ha firmato un contratto con la McLaren per sistemare il suo pilota nell’abitacolo destinato a Daniel Ricciardo. L’australiano ha sfruttato l’opportunità di uscire dai vincoli Alpine, per portare Piastri nel campo del “nemico”: il marchio francese è in lotta con il team di Woking per il quarto posto nel mondiale Costruttori e per ora precede la squadra diretta da Andreas Seidl.

L’Alpine non era in grado di garantire un posto a Piastri se Alonso avesse rinnovato il contratto, ma a Enstone erano pronti a girare il talentino alla Williams per non perderlo. Oscar, quindi, ha preferito la McLaren alla squadra di Grove, ma il suo comportamento ha lasciato perplesse molte persone nel paddock.

Otmar Szafnauer, Team Principal, Alpine F1

Otmar Szafnauer, Team Principal, Alpine F1

Photo by: Sam Bloxham / Motorsport Images

Gli sberleffi via social nei confronti dell’Alpine non sono affatto piaciuti. La Casa francese si è trovata con il cerino in mano: il team principal Szafnauer ha rimediato una figuraccia colossale. Aveva due piloti in mano e se li è visti sfilare in un colpo solo entrambi. Più che giustificata l’irritazione del presidente e CEO Renault, Luca De Meo, perché il marchio transalpino non meritava una spernacchiata in mondovisione.

Però, c’è un però. Ed è grosso come una casa. È giusto che un Costruttore, attraverso la sua Academy, ha creduto e investito sul talento di un giovane pilota, allevandolo dalla Formula Renault, passando per la Formula 3 e la Formula 2 categorie che Oscar puntualmente ha vinto, anzi dominato?

Non potendo garantire quest’anno un posto da titolare a Piastri, l’Alpine ha allestito un programma di test con una F1 di due anni fa, per tenere in allenamento il “gioiellino”: chi ha quantificato l’investimento ha scritto di oltre sette milioni di euro spesi. Insomma soldi letteralmente buttati via, visto l’epilogo della vicenda.

Oscar Piastri lascia l'Alpine dopo aver firmato un accordo con la McLaren per il 2023

Oscar Piastri lascia l'Alpine dopo aver firmato un accordo con la McLaren per il 2023

Photo by: Carl Bingham / Motorsport Images

Al netto degli errori gestionali che qualcuno avrà commesso e di cui renderà conto a chi di dovere, emerge un dato inquietante: ha senso per un marchio investire ingenti capitali per formare un campione, se poi viene portato via dal diretto concorrente?

Allevare un giovane è un impegno gravoso perché impone di fare delle “scommesse” su talentini che sono poco più che dei bambini: la Mercedes ha visto giusto puntando su Andrea Kimi Antonelli, l’italiano che in Formula 4 sta confermando tutto il buono già mostrato nel karting. Per Toto Wolff il ragazzino bolognese sarà uno degli eredi di Lewis Hamilton, ma il caso Piastri insegna che, forse, conviene andare a… prendersi il pilota che interessa, senza investire nell’Academy. In questo caso sarebbe sufficiente avere buoni scout…

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