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F1 | Domenicali: "La FIA deve farsi un esame di coscienza"

L'amministratore delegato della Formula 1 è tornato sul caso che nelle ultime settimane ha caratterizzato il mondo della massima categoria, ovvero lo scontro tra la Federazione e i coniugi Wolff, con quest'ultimi appoggiati anche dalle scuderie rivali. Domenicali ha suggerito come in questo momento sia importante ribadire la diversificazione delle competenze e che la FIA dovrà farsi un esame di coscienza su questo tema, dato che c'è in gioco la credibilità dello sport.

Mohammed bin Sulayem, President, FIA, Stefano Domenicali, CEO, Formula 1, on the grid

Nonostante i motori siano spenti lontani dalle piste, le ultime settimane nel mondo della Formula 1 sono state caratterizzate dalla diatriba sul caso Wolff, nata in seguito a una nota rilasciata dalla FIA a inizio dicembre. Il comunicato, in cui veniva specificato come fosse partita un’indagine in merito a un possibile scambio di informazioni di natura riservata tra un Team Principal di Formula 1 con un membro della Formula One Management, era chiaramente rivolto alle indiscrezioni apparse poco tempo prima sul Magazine F1 Business proprio sui due coniugi Wolff.

La questione si è protratta per quarantott'ore di fuoco, dato che anche le squadre rivali hanno deciso di schierarsi a favore dei Wolff, quindi in netto contrasto con la Federazione, la quale si è quindi ritrovata in una posizione piuttosto complessa. Lo stesso organo di governo dopo nemmeno due giorni ha fatto un passo indietro, proprio alla vigilia della cerimonia di premiazione in Azerbaijan, sostenendo di aver concluso positivamente l’indagine, ovvero accertando che non vi fossero stati scambi di informazione.

Per quanto ufficialmente la questione possa aver avuto in quel comunicato il suo atto finale, in realtà la polemica scatenata dal comunicato iniziale della FIA ha lasciato degli strascichi visibili ancora oggi. Entrambi i coniugi Wolff hanno espresso il loro rammarico per come sia stata gestita la vicenda, aggiungendo anche di star valutando un possibile ricorso alle vie legali. 

Mohammed bin Sulayem, Presidente della FIA, Stefano Domenicali, Amministratore Delegato della Formula 1, sulla griglia di partenza

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Mohammed bin Sulayem, Presidente della FIA, Stefano Domenicali, Amministratore Delegato della Formula 1, sulla griglia di partenza

Tuttavia, è chiaro il rapporto tra la Federazione e la F1 sia tutt’altro che saldo e quest’ultimo episodio abbia rappresentato solo un’altra goccia in un vaso che ormai sembra già pieno, soprattutto dietro le quinte. Stefano Domenicali ha affrontato quanto avvenuto recentemente, sostenendo che la FIA debba farsi un esame di coscienza per migliorare la credibilità di uno sport in via di espansione in diversi Paesi.

L’amministratore delegato della F1 ha cercato di smorzare i toni ricordando come ci debba essere una diversificazione delle competenze nell’esercizio dei ruoli tra chi detiene i diritti commerciali della serie e chi ne è l’ente governativo, ma non senza scoccare una freccia verso la Federazione.

“Io credo che più la Formula 1 cresce, più la differenziazione tra FIA e Formula 1 venga ad avere una rilevanza sempre minore. Noi dobbiamo parlare di una piattaforma sportiva che ha bisogno di una diversificazione delle competenze che devono essere chiare, quindi ognuno deve farsi un esame di coscienza per fare meglio il proprio lavoro”, ha spiegato Domenicali nel corso di un’intervista rilasciata a La Politica nel Pallone sulle emittenti RAI.

Stefano Domenicali, CEO, Formula 1

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Stefano Domenicali, CEO, Formula 1

“È chiaro che in questo momento abbiamo bisogno di una Federazione che l’esame di coscienza lo deve fare nella maniera giusta. Noi abbiamo la fortuna di fare questo lavoro perché ci sono delle Federazioni in giro per il mondo straordinarie. Non potremmo fare a meno dei commissari di percorso, degli ufficiali di gara e di tutti quelli che lavorano con passione”.

“Senza il loro contributo vitale, noi non potremmo svolgere il nostro lavoro. Però è chiaro che certi atteggiamenti non devono essere fatti. Questo è un tema su cui noi dovremo costruire, in maniera costruttiva com’è nel nostro e nel mio stile, un futuro, perché qui ci giochiamo la credibilità di qualcosa che sta diventando sempre più grande”, ha aggiunto l’amministratore delegato della Formula 1. Ognuna delle due parti ha i propri obiettivi, ma da parte della F1 si tratta di un messaggio nemmeno troppo velato in un momento storico in cui il rapporto tra le due entità è tutt’altro che idilliaco, soprattutto dietro le quinte.

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