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F1 | Domenicali esclusivo: "Chi fa il Grande Slam venga premiato"

Il presidente e CEO di F1 si è concesso a una lunga chiacchierata con Motorsport.com e oggi ne pubblichiamo la prima parte: Stefano, oltre a fare un punto molto lucido sul mondo attuale dei GP, il manager di Imola ci indica quale sarà la sua linea di sviluppo nei prossimi anni. L'idea è chiara: cercare di aprire il Circus a un pubblici sempre più grande senza intaccare il dna della serie regina. "Chi fa le due pole e vince le due gare nel weekend Sprint deve ottenere un riconoscimento".

David Richards, Stefano Domenicali, CEO, Formula 1

Nel suo ufficio di Londra il CEO della Formula 1, Stefano Domenicali, è chiamato quotidianamente a mediare tra problematiche tecniche, organizzative e finanziare. Nel suo ruolo, il successo sta nel riuscire a indicare una direzione che non crei criticità, cercando di catturare nuovi mercati strizzando l’occhio al ‘green’ e, ovviamente, puntando all’aumento di un fatturato dal quale si abbevera tutto il mondo della F1.

“Sono e resto un grande appassionato di questo sport, non mi piace quando mi indicano come un manager senza scrupoli”, ribadisce Domenicali, che in questa intervista concessa a Motorsport.com racconta presente e futuro della Formula 1, rivelando degli aspetti inediti che vedremo nel breve e medio periodo.

Dai regolamenti ai format, da Verstappen al budget cap, dalla guerra delle benzine al nuovo film di Brad Pitt, passando per i motori del futuro che Domenicali immagina diversi da quelli in uso oggi. “Stefàno”, come lo chiamano gli anglosassoni, ha parlato di tutto, senza filtri.

Abbiamo visto il calendario della prossima stagione con 24 Gran Premi. Sarà questo lo standard in futuro?
“Credo sia un numero di gare che va ad equilibrare la domanda che c’è in questo momento, molto alta, con le esigenze del personale che deve girare per il mondo. La sfida che stiamo portando avanti è quella di avere una logistica migliore possibile, fermo restando che siamo un campionato mondiale, quindi gli spostamenti sono indispensabili. Non è semplice mettere insieme un calendario, ma stiamo lavorando per venire incontro alle esigenze di tutti cercando la soluzione più efficiente possibile”.

Stefano Domenicali con Elon Musk, Greg Maffei e Christian Horner nel box della Red Bull

Stefano Domenicali con Elon Musk, Greg Maffei e Christian Horner nel box della Red Bull

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Non avete però annunciato dove saranno le gare sprint nel 2024…
“Le ‘sprint’ saranno sei, le annunceremo credo a settembre perché abbiamo una ancora un incontro della Formula 1 Commission previsto nel weekend del Gran Premio del Belgio. C’è una proposta che vorrei fare, in linea con il concetto del Grande Slam: ad un pilota che nel fine settimana dovesse far sue le due pole e le due gare, gli dovrà essere riconosciuto qualcosa in più, che rappresenti bene l’impresa sportiva che ha fatto”.

C’è il rischio che le variazioni del format del weekend di gara possano creare un po' di confusione nel pubblico?
“Abbiamo analizzato questo punto. Credo che il rischio sia più legato agli spettatori affezionati, che hanno le loro liturgie, piuttosto che ai nuovi fans, molto più aperti al cambiamento. Non ci sono comunque grandi novità sul fronte ‘format’, vogliamo stabilizzare i sei weekend con la gara sprint e rispettare le abitudini degli appassionati di lunga data”.

Stefano Domenicali con Max Verstappen

Stefano Domenicali con Max Verstappen

Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images

Stiamo assistendo ad una stagione nella quale c’è un pilota che domina dall’alto di una superiorità assoluta. Cosa comporta questa situazione dal vostro punto di vista?
“Doverosa premessa: Max sta meritando ampiamente il successo che sta raccogliendo, bisogna togliersi il cappello. Ovviamente non nego che mi piacerebbe vedere dei campionati con un confronto tirato fino all’ultimo giro dell’ultima gara, come nel 2021, senza però le polemiche di Abu Dhabi. Allo stesso tempo per i nuovi tifosi che abbiamo acquisito è importante avere delle icone che diventano rappresentative di questo sport in modo continuativo. Faccio un esempio, se mi parli di tennis, sport del quale non sono un esperto o uno spettatore assiduo, mi vengono in mente nomi di campionissimi che magari oggi non sono più in attività. I piloti che caratterizzano un’epoca aiutano ad avere dei punti fermi per le nuove generazioni, poi, ripeto, spero che presto potremo vedere più squadre e più piloti in grado di contendersi i titoli mondiali fino all’ultima gara”.

La stabilità del regolamento ha portato nel 2021 ad un mondiale con un duello epico. Ti spaventa un po' l’idea che nel 2026 si ripartirà da un foglio bianco? C’è il rischio che una squadra o un motorista possano iniziare un ciclo come ha fatto Mercedes nel 2014?
“Ci sarà un incrocio importante di variabili. Credo che il sistema budget cap porterà le squadre ad essere sempre più vicine. Poi, è vero che entrerà in vigore un regolamento, e ci saranno nuove variabili inserite per tanti e differenti motivi che avevano un senso nel momento in cui sono state pensate. Ad esempio, quando abbiamo annunciato le benzine sostenibili c'era la necessità di trovare un compromesso tra i Costruttori, poi è chiaro che se si fa un'analisi a posteriori e certe scelte le avremmo fatte in modo diverso. Quello che è importante fare oggi è cercare di mettere insieme il regolamento della nuova Power Unit con le linee guida della nuova generazione di monoposto. Deve restare pur sempre una vettura di Formula 1”.

Intendi la problematica relativa al peso?
“Sì, è un tema molto importante. Negli anni il peso delle monoposto è aumentato, ovviamente nessuno mette minimamente in discussione quanto fatto sul fronte della sicurezza, ma c’è stato anche lo sviluppo delle nuove tecnologie e la conseguente adozione delle batterie, un aspetto che ha comportato un impatto sul fronte del peso”.

“Come Formula 1 dobbiamo chiederci cosa possiamo accelerare in termini di sviluppo, e qui il tema dei carburanti sostenibili è fondamentale. La percezione e lo dimostra il mercato su questo fronte stanno cambiando, e credo che sia stata fatta un’ottima scelta quando per primi abbiamo deciso di imboccare questa strada”.

“Non vogliamo fare guerre tecnologiche contro la mobilità full electric, è una tecnologia che avrà un suo mercato, ma crediamo che la Formula 1 possa accelerare la possibilità di avere benzine sostenibili al giusto prezzo, e questo sarà un grande aiuto per la mobilità in senso assoluto, inclusa quella commerciale, aeronautica, e quella che include il parco vetture attualmente circolanti nel mondo che sono circa un miliardo e mezzo. È una sfida molto importante per la Formula 1, e sono certo che aiuterà anche a compattare la visione di tutte le squadre”.

Uno dei primi passi fatti da Liberty Media quando ha acquisito i diritti commerciali della Formula 1 è stato l’apertura al mondo social. A volte, però, su queste piattaforme scattano critiche feroci, in alcune occasioni anche troppo. Il bilancio è sempre positivo?
“Sì, assolutamente, io devo sempre ragionare con un approccio positivo. I social sono piattaforme molto ampie e sta a noi cercare di guidare l’appassionato verso ciò che è vero rispetto a ciò che non lo è, ma come bilancio complessivo è sempre positivo”.

Carlos Sainz, Ferrari SF-23, in bagarre con Sergio Perez, Red Bull RB19

Carlos Sainz, Ferrari SF-23, in bagarre con Sergio Perez, Red Bull RB19

Photo by: Erik Junius

Tra poco festeggerai il terzo anno alla guida di Formula 1. Da quando ricopri questo incarico c’è stato qualche commento che non hai gradito, qualcosa che non ti aspettavi?
“Ho vissuto tante esperienze nel mio percorso professionale, e dico onestamente no. Ho percepito una grande fiducia e una grande credibilità, abbiamo preso diverse decisioni nuove per la Formula 1, una delle ultime è quella relativa al film che stiamo ospitando nel paddock. Qualcuno ha pensato che stessi americanizzando il tutto, forse ci sarà chi ha pensato che non sia più appassionato di questo sport, ma non è così, chi mi conosce lo sa”.

Cosa darà questo film alla Formula 1?
“Ci aprirà canali nuovi che non abbiamo mai avuto in tutto il mondo, parlavamo prima di quando c’è stata l’apertura ai social media, o quando abbiamo dato il via alla serie ‘Drive to survive’ di Netflix. Ora sappiamo cosa ci hanno garantito queste aperture, e il film è un passo ulteriore per far crescere questo sport”.

“Vogliamo che ci siano sempre più appassionati, e da quel serbatoio arriveranno i piloti, gli ingegneri e tutti gli addetti ai lavori del futuro. Il serbatoio lo alimenti in un solo modo, con l’interesse, e noi lavoriamo per farlo crescere in tutto il mondo”.

Se parliamo di ‘spot’, è stato più potente quello di Netflix o la stagione 2021?
“Credo che Netflix abbia avuto un effetto molto importante in zone del mondo dove la Formula 1 non era conosciuta. La stagione 2021 è stata incredibile per risvegliare appassionati che magari si erano un po' allontanati”.

La velocità di crescita della Formula 1 ha preso in contropiede la FIA?
“La Formula 1 è un campionato FIA, e la crescita deve essere in egual misura da parte nostra, da parte delle squadre ed ovviamente anche da parte della Federazione Internazionale. Sono aumentati i temi che meritano considerazioni, così come sono aumentati anche i temi e le decisioni sulle quali è misurata la credibilità del nostro sport”.

“Siamo una famiglia, non siamo ‘noi’ e ‘loro’, dobbiamo essere costruttivi ed aiutarci a vicenda, c'è bisogno di fare un passo in avanti su tutti i fronti, inclusa una forte credibilità sportiva, viceversa sarebbe un problema”.

La semplificazione delle regole, con l’obiettivo di rendere più comprensibile il tutto anche al pubblico, è un tema sul tavolo?
“All’inizio di questa stagione abbiamo dato mandato per avere una proposta entro la fine dell’anno che punti ad una ristrutturazione e semplificazione del regolamento. C’è un gruppo al lavoro per questo obiettivo, l’errore che si deve evitare è di provare a normare tutto ciò che può accadere, è impossibile e diventa ingestibile. Tutti siamo consapevoli che bisogna semplificare”.

Il rinnovo del Concorde agreement, sarà un grattacapo?
“Le condizioni per guardare oltre il 2025 all’insegna della stabilità ci sono tutte. Non c’è ansia, siamo in un meccanismo che funziona. Porto, ad esempio, il valore delle squadre, nel periodo 2009/2010 ci sono stati team che sono passati di mano al prezzo di 1 sterlina, oggi si parla dal miliardo in su, è cambiato davvero molto in pochi anni. Sappiamo che la piattaforma funziona, quindi non c’è fretta, sappiamo che l’obiettivo è stabilizzare la piattaforma nel lungo periodo”.

Un’ultima considerazione proprio sulle squadre. Vedremo un undicesimo team o resteranno le dieci squadre attuali?
“C’è un processo in corso da parte della FIA e presto ne condividerà i contenuti. Sostengo da tempo che la valutazione deve essere fatta partendo dal dato che oggi abbiamo dieci squadre che hanno un grande valore. Al netto di potenziali casi eccezionali di nuove squadre in grado di portare un grande valore aggiunto alla Formula 1, credo che la piattaforma attuale composta da dieci team andrà benissimo anche nel lungo periodo”.

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